Questo è Intrattenimento

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Se anche questa sera voglio stare a casa

Drin, drin
“Pronto, ma chi è?”
“Sono Arci, disturbo?”
“S-no, aspetta... solo un attimo... devo pausare... ecco”.
“Cos'è che devi fare?”
“Ma niente... stavo guardando una cosa sul... sul lettore. Dimmi”.
“Ma hai sentito di Genova?”
“Eh?”
Il processo! Hanno condannato quelli che sono entrati alle Diaz”.
“Ah, bene”.
“Ma bene un cazzo! Hanno preso solo i pesci piccoli! Tutti i graduati scagionati...”
“Ahi”.
“Io non ho parole. Non le ho più, veramente”.
“Eh”.
“E neanche tu, mi sembra”.
“Ma infatti cosa vuoi che ti dica, guarda... è uno schifo”.
“Altroché”.
“Ma mica da oggi”.
“Infatti io non ne posso più. Ne ho parlato anche con Aurelio. Te lo ricordi Aurelio”.
“Come no”.
“Lui dice che siamo a Vienna ormai. Il congresso, capisci?”
“Che congresso?”
“Il congresso di Vienna! 1814! La restaurazione in tutta Europa! È lì che siamo tornati!”
“Beh, in effetti”.
“Per cui lui sostiene che bisogna ripartire da lì”.
“Che in pratica vorrebbe dire...”
“Insomma, stiamo rifondando la Carboneria”.
“Tu e Aurelio”.
“Ti chiamavo infatti per sapere se ci volevi stare”.
“Eh?”
“Sta tranquillo, chiamo da un anonimo occultato. Comunque se ci stai d'ora in poi dovremo comunicare con un codice crittografico che...”
“Scusa, eh. Però non mi sembra una cosa seria questa. Cioè, mica si fonda in due o tre, la Carboneria”.
“Ah, ma non credere che all'inizio, nel 1814, fossero molti di più”.
“Sarà, ma comunque...”
“E anche in seguito, c'è poco da scherzare, sai? La prima generazione, tutti alla forca. Il carcere duro nei casi fortunati. Però da qualche parte bisogna pure iniziare. E allora, ci stai o no?”
“Ci devo pensare”.
“Balle. Sì o no, avanti. Non posso mica perder tempo, sto chiamando tutto l'indirizzario del duemilaetré”.
“Vedi, il punto è che ho tantissima roba da fare, tu non hai veramente idea di quanta”.
“Bravo, spezzati la schiena per Tremonti”.
“C'è questo mutuo maledetto che...”
“Bla bla bla”.
“E ho anche messo famiglia, sai”.
“E che futuro le prepari, ci stai pensando?”
“Arci, ma ti rendi conto? E' mezzanotte, sono qui sprofondato sul divano e tu mi telefoni per chiedermi di unirmi a una congiura e ti devo dire sì o no subito? Non posso pensarci almeno fino a domani?”

La mia generazione non è che abbia avuto tutte le fortune del mondo, eh, possiamo anche dirlo.
Certo, ad altri è andata pure peggio. Noi siamo pur sempre quelli troppo giovani per le pere e troppo vecchi per il crack. Non ci hanno nemmeno fatto respirare il ddt. In compenso siamo stati irradiati da tantissima televisione a colori che, si è scoperto in seguito, faceva male.
E si vede. Prendi un trentenne di successo a caso (uno dei 15 trentenni di successo di cui si fregia l'Italia): uno scrittore o politico o musicista o che ne so. Grattalo un po', e vedrai cosa salta fuori: Goldrake e Fonzie, Fonzie e Goldrake. Tutto qui? Quasi sempre tutto qui. Eppure.
Eppure, a furia di prendere sberle dalla Realtà, a un certo punto sembravamo esserci svegliati pure noi. E proprio quando cominciavamo a capire che il mondo aveva bisogno del nostro impegno. Proprio quando cominciavamo a sensibilizzarci, a responsabilizzarci, a organizzarci. Proprio quando ci apprestavamo a raccogliere il testimone dai quarantenni spossati, proprio quando sembrava giunta finalmente l'ora di uscire di casa...

“Se proprio insisti ti richiamo domani”.
“Oh, grazie. Adesso ciao, eh?”
“Ma senti. Cosa stai guardando?”
“Io? No, niente”.
“Come niente. Quando ti ho chiamato, hai detto che mettevi in pausa qualcosa”.
“Mah, sai, è una serie americana che ho scaricato”.
“Una serie?”
“Sì, è la quarta serie di un telefilm che... qui da noi in chiaro stanno ancora mandando la terza... devo dire che mi sta prendendo”.
“E di che parla?”
“Mah, è un gruppo di straordinari eroi che lotta per la salvezza del loro mondo, ma... detta così, suona ridicola”.
“Mentre invece...”
“Mentre invece ognuno di loro ha una storia molto incasinata, gli elementi fantastici sono finalizzati alla caratterizzazione psicologica, ci sono degli incastri narrativi particolarmente complessi, insomma è scritta davvero bene, certe volte ti viene l'invidia, davvero...”
“Ti sento molto entusiasta”.
“Beh, guarda, mi ero messo lì a guardare un episodio alle sette, e poi...”
“E' mezzanotte ormai”.
“Cacchio, vuol dire che sono qui sul divano immobile da cinque ore”.
“Non devi andare in bagno?”
“No. Anche perché non ho bevuto niente. Disidratato”.
“Gli americani sanno il fatto loro”.
“Ah, ma quando ti capita di vederla, capirai. Cioè, magari i primi due episodi ti sembra una stronzata. No, diciamo che fino a metà della prima serie è una stronzata. Ma poi....”
“Ti prende”.
“Se vuoi ti passo la prima serie, c'ho il cofanetto... comunque sul mulo trovi tutto, eh”.
“Grazie, ma non credo che avrò il tempo”.
“Ah già, dimenticavo, la Carboneria”.
“Sì, quella m'impegnerà molto, temo”.
“Allora mi richiami domani?”
“Forse”.
“Solo magari cerca di suonarmi verso le sette, perché dopo...”
“Non vuoi essere disturbato”.
“Mi mancano ancora sei episodi. Così dopo non ci penso più”.
“Ma dopo ne troverai un'altra”.
“Un'altra così? No, questa è davvero l'ultima”.
“Dici sempre così”.
“A domani allora, eh?”
“A domani”.

...Proprio quando sembravamo finalmente cresciuti, flop! Atterrarono in un colpo sui nostri salotti centinaia di serie americane, tutte meravigliose e intriganti, tutte più intelligenti di quanto non sembravano, tutte scaricabili gratis, tutte per noi. Direi che anche stavolta il Risorgimento è rimandato.
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