don't know much about The Rise And Fall

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Soffrire per uno scopo

Se fossi più furbo, il coccodrillo di Prodi l'avrei scritto e liofilizzato già 18 mesi fa. Invece oggi come oggi non ho molto da aggiungere a quello che ho scritto in novembre, per esempio, o un anno fa, o tante altre volte che neppure mi ricordo. Prodi ha avuto il torto voler mandare avanti un governo di minoranza: qualcosa che in molti Paesi un po' più civili si può fare senza patemi e isterie. In Italia no. Lo si sapeva. Ma si tifava lo stesso.

Di lui cosa resterà? Beh, poco. Probabilmente tra un secolo si parlerà del ventennio a cavallo dei due secoli come dell'“era di Berlusconi”, e solo pochi occhialuti studenti di un corso opzionale scopriranno, un po' perplessi, che a differenza di altri tiranni Berlusconi non rimaneva sempre al potere. Ogni tanto era costretto a cederlo a un'opposizione che aveva il compito di riordinare i conti dello Stato, spaventare il popolo bue con lo spettro delle Tasse, e in questo modo preparare la trionfale campagna elettorale di B., che era poi la cosa che gli riusciva meglio. Questo perché in effetti B. non era un tiranno, ma un semplice tribuno (qui gli studenti strabuzzeranno gli occhi perplessi), e più che a esercitare il potere ambiva a rappresentarlo; più che un governante, uno Sposo Mistico, come gli antichi Dogi che ogni anno sposavano il mare. Lui invece sposava l'Italia di nuovo, ogni due, tre, cinque anni: e ogni volta erano nozze bianche, nozze di vergini.

“Che roba, deh”.
“Ma perché ci siamo ridotti a studiare 'ste stronzate?”
“A me piaceva l'assistente, la moretta, hai presente? Il primo mese manco sapevo il nome della materia. E tu?”
“Io stavo lavorando a una tesi di laurea sulla fine dell'Impero Azteco come suicidio di una civiltà, quando a un certo punto il prof mi ha detto basta, se cominciassimo a impilare le tesi di laurea sul suicidio dell'Impero Azteco potremmo edificare una piramide a gradoni che supererebbe in altezza quella di Palenque, mi ha detto proprio così, perché non ti trovi un'altra civiltà che si è autodistrutta? A me sul momento non me ne venivano in mente altre, così lui ha fatto un sorrisino stronzo e mi ha allungato un antico volume incomprensibile, come si chiama, la Costa...”
“La Casta”.
“Non ci ho capito niente”.
“Devi provare con l'Anthologia Blogorum”.
“Che roba è?”
“Una raccolta di diari adolescenziali del periodo, fa un certo effetto. Si assiste a tutta la crisi in presa diretta, giorno dopo giorno, per anni e anni e anni”.
“Dev'essere struggente”.
“Per quel che ci ho capito, sì, abbastanza struggente”.
“Ma voglio dire – non potevano andarsene semplicemente via? Ce li avevano gli aeroplani, no?”
“Mah, non è chiaro, non sono mai riusciti a localizzare le piste di decollo. Sai, sotto tutti quegli strati di monnezza”.
“Forse non se ne andavano semplicemente perché amavano il loro Paese”.
“Buona questa. Secondo me amavano ancora di più il resto del mondo, e non volevano contaminarlo coi loro vizi congeniti: litigiosità, volgarità, superficialità, approssimazione...”
“Ah, ecco, sono andati in malora per salvare il mondo. Romantico”.
“Se la pensi così”.
“A proposito, e la brunetta poi che fine ha fatto?”
“Nessuna fine, è ancora lì”.
“Ci hai provato?”
“Ma no, per carità”.
“Ma hai detto che ti piaceva”.
“Ma sì, all'inizio mi piaceva, ma poi...”
“Poi cosa?”
“...”
“C'è qualcosa che non va? I tuoi pseudopodi oscillano in modo innaturale”.
“E poi un giorno tu ti sei sedutadifiancoame edicolponelmiocuore noncèstatospazio pernessunabrunetta almondo aproposito”.
“Come?”
“A proposito: se domani diamo l'esame, dopo ti va di festeggiare? Mi hanno detto che c'è un rito di fertilità al rettilario, è da un sacco che non ne vedo uno, e poi...”
“Mi stai chiedendo di uscire con te?”
“Sì, direi di sì, sì”.
“Rispondimi con franchezza. Hai frequentato sei mesi di Lingua e Cultura Italiana del Tramonto solo perché volevi uscire con me?”
“Potremmo dire di sì, sì”.
“Compreso il mesemmezzo che avevo un'inflorescenza al sonaglio destro e sono stata a casa e tu mi hai portato gli appunti di tutte le lezioni, tu che fino a quel momento non avevi scritto una singola riga, una?”
“Uh, te n'eri accorta? Buffo”.
“E quindi insomma valeva la pena che una civiltà di sessanta milioni di umani tramontasse e decadesse in un turbine di ignoranza e pattume, affinché secoli dopo su un altro pianeta ci facessero un corso universitario che tu potessi frequentare per incontrare me?”
“Se la metti su questo piano”.
“Ma non capisci l'orribile ironia di tutto ciò? Quegli esseri senzienti che vivevano sotto Berlusconi, e ne soffrivano, e pensavano che forse tutte quelle sofferenze avessero un misterioso Scopo... e alla fine di tutto si scopre che il misterioso Scopo apparecchiato dal destino era che tu m'invitassi fuori?”
“Ho capito, scusa, fa finta che non ti ho detto n-”.
“Baciami”.
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