Faccia da libro

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...A cosa stai pensando?

Io avrei anche potuto scrivere un pezzo polemico su Facebook
(non tanto su facebook in generale, quanto sulla mia pagina di facebook, che non mi assomiglia più)
(proprio come successe alla mia posta elettronica più meno intorno al 2001);
(ora voi non ricordate, piccoli, ma prima del 2001 uno poteva anche andare sulla posta elettronica perché aveva voglia di sentire come stavano i suoi amici);
(poi lo sa Dio cos'è successo:
alcuni amici si sono persi,
altri si sono iscritti alle mailing list sbagliate,
altri sono entrati nei gorghi delle catene di Sant'Antonio,
altri sono diventati i tuoi colleghi o peggio, i tuoi capi, e ricevere i loro messaggi ha smesso di essere divertente;
per non parlare di quando ha cominciato a piovere merda, semplicemente, tonnellate di viagra, cialis, penis enlargement e proposte nigeriane su qualsiasi cosa, e qualche casella di posta elettronica l'abbiamo lasciata andare così, sotto tonnellate di merda, e se lì sotto ci arriva ancora qualche imprevista lettera d'amore... è troppo tardi);
(così è con tutte le cose, su internet: bisogna arrivare presto, o comunque un po' prima che arrivi il grosso dell'utenza, perché dopo qualsiasi luogo interessante si trasforma nello stadio prima che canti Vasco Rossi o Irene Pausini, un tritacarne senza molto spazio per la tua individualità);
(ché poi io lo sapevo che sarebbe andata a finire così, infatti su FB non ci volevo nemmeno andare, ho aperto un profilo solo perché volevo capire da dove mi arrivavano gli accessi);
(me ne arrivavano parecchi, in effetti, FB è diventato uno dei posti che manda più lettori al blog di Leonardo, ed è il lettore più prezioso, quello occasionale, quello che arriva sull'onda di un passaparola, e mi sarebbe piaciuto capire l'onda da dove partisse; così ho aperto un profilo e ho scoperto, dannazione, che non si può);
(io in effetti potrei sommergere FB delle solite critiche che si sentono in giro, ma la verità è che l'unica cosa che davvero non mi va è questa: non poter sapere chi sta segnalando il mio prezioso blog ai suoi amici);
(questo mi dà una sensazione come di... avete presente quando ancora si usciva di casa e... vi accorgevate che qualcuno parlava di voi ma non riuscivate a sapere chi... come si diceva... ah, sì, “parlare alle spalle”);
(i più vecchi ricorderanno: una volta la gente parlava di te alle tue spalle, non nel senso che gli davi le spalle fisicamente, ma nel senso che parlavano di te male o bene (di solito male) senza che tu li potessi tracciare! Senza che tu potessi sentire quel che si dicevano! Senza che tu potessi intervenire con un commento! Era ben dura la vita fuori dai network, io me la ricordo);
(ecco, con FB questo si è rimesso a succedere; "avevo quasi dimenticato l'eccitazione del non sapere, il piacere dell'incertezza"... beh, non è divertente).

Bene, avrei potuto scrivere un pezzo sul mio profilo di facebook, che non mi somiglia più (forse per colpa della nuova-grafica-che-non-piace-a-nessuno); 
(o forse per colpa mia, che ho accettato chiunque volesse essere mio amico, anche se in verità non è che m'interessassero gli stracazzi di ottanta persone); 
(e quindi è inutile che me la prenda con facebook se adesso sulla mia homepage ci sono degli sconosciuti che litigano sui preservativi del Papa o giocano al test “a che questionario inutile assomigli?”); 
(se volevi che facebook continuasse a somigliare all'aperitivo coi tuoi amici di 10 anni fa dovevi essere più selettivo); 
(ma poi chi lo sa cosa volevi veramente).

...ma proprio mentre stavo pensando a un pezzo così Davide Enia, un attore che non conoscevo, mi ha scritto su facebook, perché lui invece conosceva me e veniva a fare uno spettacolo a pochi chilometri da casa mia; così mi ha invitato; 
e io ho pensato: mah, non è che abbia molto meglio da fare venerdì sera; così ci sono andato e mi sono divertito tantissimo, perché lui è proprio bravo, e alla fine mi sono fermato a ringraziarlo e mi ha ringraziato anche lui.
Per dire che a volte queste cose succedono. Qualche anno fa succedevano grazie ai blog; oggi piuttosto grazie a FB, ma fin che succedono – e ti svoltano la serata – non ha molto senso lamentarsi. Venerdì, a pochi chilometri da casa mia, in un piccolo teatro c'era un bello spettacolo, e io senza FB non l'avrei mai saputo.
E chissà quante altre cose mi sarei perso senza internet, negli ultimi 15 anni, chissà a questo punto chi sarei: magari uno di quelli che va accalcarsi allo stadio per ascoltare male la costosissima copia dal vivo di un disco brutto. Non ce l'ho con loro, però sono così felice di non essere cresciuto così.
E quindi, insomma, io potrei anche aver scritto un pezzo polemico su Facebook, ma soltanto perché sono un terribile ingrato. Certe volte devo ricordarmi di guardare al lato pieno del bicchiere.
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