davanti, Tutta la vita
28-12-2008, 09:29cinema, fb2020Permalink
la classifica personale dei film che ho visto al cinema nell'08. Credo davvero siano tutti qui. Anch'io avrei voluto vederne di più.
1. Tutta la vita davanti
Un film precario in precario Stato, che sbandando da tutte le parti si tiene miracolosamente in piedi fino alla fine e a distanza di tanti mesi lascia la migliore lezione su come si può raccontare oggi l'Italia agli italiani: pedale del grottesco a tavoletta, cast televisivo sfruttato al meglio senza nessuna vergogna, giovani bravi, nessuna nostalgia per nessun paradiso perduto. L'unico passato ammissibile è la Vhs di C'eravamo tanti amati, da prescrivere ai malati terminali. Vai così, cinema italiano.
(Il mio pezzo scritto a caldo, appena appena un po' entusiastico).
2. Wall-E
Quando esci da un cinema dopo aver visto Wall-E la macchina ti fa l'occhiolino, i semafori ti sorridono, i tergicristalli ballano per te, e se c'è un po' di nebbia ti sembra di guidare nello spazio. Un'esperienza così potente non la ricordavo da quando ero bambino e “il film di Walt Disney” era una realtà artificiale in cui galleggiavo per un'ora e mezza. Sì, e poi c'è anche il messaggio ecologista. Coraggio di sperimentare, umiltà di saperlo fare coi bambini, citazioni affettuose e mai fini a sé stesse: impossibile pretendere di più.
3. Gomorra
Il film che non ti mostra Napoli, ma che ha cambiato per sempre il modo di raffigurare e concepire la malavita sul grande schermo: da guerra di bande a piaga sociale, da vittime del sistema a sistema cannibale. Lascia che dicano che l'ha voluto la camorra: chi s'aspettava un altro romanzone criminale ha fatto malissimo i suoi conti. Visionario, certo, ma forse mi è piaciuto di più perché ha il coraggio di essere anche didascalico quando ci vuole. I ragazzini schiantano il cuore.
(Il mio pezzo).
4. Persepolis
Persepolis appartiene sin dai primi fotogrammi alla categoria film-che-non-vedi-l'ora-di-mostrare-in-classe, anche se ci sono le parolacce e una nonna mostra le tette; ma chi se ne frega: se Obama ci dovesse chiedere di bombardare gli iraniani (certo che potrebbe chiedercelo: e a lui non diremmo di no) almeno ci ricorderemo quanto sono simili a noi. Perlomeno i borghesi di Teheran, quelli che la rivoluzione l'hanno persa: vivreste in una città dove i lavavetri hanno diritto di vita o di morte su di voi?
5. Burn after reading
Caos e incompetenza si contendono il mondo: chi vincerà? Clooney e Pitt a mille miglia di distanza non solo dai loro ruoli tipici di Hollywood, ma anche da quelli un po' ironici della saga di Ocean, o impegnati dei vari Syriana o Babel, ridotti a due tragiche maschere di impiastri, e la cosa è buffa solo fino a un certo punto. Come sempre i Coen lasciano la sensazione di essere un po' più profondi di quanto non appaia... ma forse è davvero solo una sensazione. “Alla fine almeno abbiamo imparato qualcosa... ma cosa?” Gli spettatori ridono, poi appena si accendono le luci si fanno la stessa domanda.
6. Non è un Paese per vecchi
Il titolo sarà una delle frasi che restano del 2008, almeno da noi; sulla distanza mi sembra di ricordarlo con meno affetto dell'altro film dei Coen, forse per il finale troppo amaro; oppure perché Bardem diventa onnipresente e onnisciente e a furia di ammazzare tutti uccide un po' anche la trama. Detto questo, entra a testa alta nella mia personale categoria di film che gridano Tarantino-nasconditi.
(La recensione di Kekkoz)
7. Control
Lo so che non è del 2008. La precisione filologica con la quale Curtis e i Joy Division sono stati ritratti fa gridare al miracolo, ma rischia anche di conferire una falsa sensazione di oggettività. Io l'ho apprezzato soprattutto perché racconta quel momento in cui i sogni dell'adolescente mostrano il loro lato oscuro; quello in cui le pillole non sono più giocattoli ma rimedi che, maledizione, non funzionano; quando ti rendi conto che nessuno ti può più controllare, devi pensarci tu. Alcuni non ne sono capaci. Altri sì: andranno al tuo funerale, si faranno una bevuta, cambieranno nome al complesso.
8. Il Divo
Date ormai per scontate le impressionanti capacità di Sorrentino, devo ammettere che il Divo si prende una certa libertà con la Storia recente che è la stessa che m'infastidisce nella New Italian Epic, dando un perfetto esempio di uso del grottesco che non mi va: non a sostegno di una tesi, ma per tirarsi d'impaccio lasciando tutto in una comoda ambiguità. Insomma: alla fine il tenero bacio tra Riina e Andreotti c'è stato o no? La sequenza è così grottesca che sembra finta, la messa in scena di una falsa testimonianza... a meno che uno non ci voglia vedere il bacio vero a tutti i costi. E così ognuno vede quel che vuole vedere, persino Andreotti alla fine lo ha rivalutato. E a furia di usare Servillo non avete paura di consumarlo?
(La recensione di Secondavisione)
9. Non pensarci
A leggere la trama, il rischio di film generazionale bruttino 2008 era altissimo. Ma forse Non pensarci è esattamente questo: un film generazionale per trentenni, però realizzato nel modo migliore possibile, senza forzature e con qualche dettaglio originale, fingendo che tutt'intorno non siano stati prodotti chilometri di vacua celluloide sullo stesso argomento. Mettere nella stessa pellicola Mastrandrea e Battiston è un colpo basso: impossibile non voler bene a entrambi, anche se il primo non può prescindere dal romanesco e il secondo non riesce a prescindere da innamorarsi di puttane. Il finale, come l'ho visto io, è più tragico di quelli dei Cohen: per quanto s'arrabattano, i trentenni non riusciranno mai a combinare niente di adulto: deve per forza rifarsi vivo il padre. Sì, è anche la storia della mia vita, ma che tristezza.
10-24 non assegnati.
25. Racconto di Natale
Me lo dovete spiegare. Sul serio. In gennaio Secondavisione imponeva: basta famiglie disfunzionaline. E in dicembre eccoci tutti a sdilinquirci su una famiglia che... ma sul serio basta apparecchiare un po' di lutti, un trapianto di midollo, un triangolo romantico ad alto tasso di glicemia e un vecchietto che cita Nietzsche? Cioè, se per un due ore continuano a ripetersi gli stessi argomenti, questo significa profondità? Ma bisogna dire che al Filmstudio7b mi gelavano i piedi.
26-42 non assegnati.
43. La Banda Baader Meinhof
Ehi, ragazzi, ci hanno sprangato alla manifestazione! Poliziotti porci! Sai che c'è? Facciamo la rivoluzione! Pim, pum, tatatatata, filmatino di repertorio, tatatatat pum, bomba, comunicato, bomba, comunicato, campo d'addestramento in Palestina (ma solo in Palestina? Possibile che la DDR non c'entrasse mai niente?) tatatata, stacchetto su Bruno Ganz che forse è il capo della polizia ma non riesce più a staccarsi dalla faccia l'espressione di Hitler, tatatata! Arrestati! Galera! Porci! Impazziamo! Ci suicidiamo! Alla fine uno rischia di rivalutare Buongiorno notte: se devo spiegare il terrorismo ai giovani meglio le favolette un po' psicanalitiche che l'action movie (in particolare l'action movie tedesco, con quell'aria da Cobra 11). L'unica cosa interessante è che le dinamiche carcerarie sembrano quelle del Grande Fratello. No, niente Orwell, proprio del Grande Fratello con la Marcuzzi.
43-88 non assegnati.
89. Juno
Il pilota di un telefilm che non seguirei.
(Ne ho parlato anche troppo).
90. Caos Calmo
Un film che l'era Brunetta ha già reso datato: insomma, per tre mesi non vai a lavorare e alla fine ti fanno dirigente? A Roma funzionerà così. Devo dire che è stato un anno più duro di altri, ed entrare in sintonia con questi borghesi a lutto con la casa al mare mi era più difficile che in passato. Però insomma, anche a noi c'è morto qualcuno in casa, sono tragedie ma la vita va avanti. Dovevate dirci altro o è davvero tutto qui? Sulla penosa scena di sesso vedi pezzo allegato.
90-998 non assegnati.
999. Miracolo a Sant'Anna
Nella mia vita avrò film più brutti, è probabile: ma più sbagliati? Pesantissime teste di marmo che passano di mano in mano come palloni da basket; generali nazisti che se il negro si comporta bene gli regalano la Luger; donne italiane che fanno il bucato con le tette in fuori nel 1943 in Toscana; sceneggiatori americani che si puliscono il sedere con la pagina più delicata della nostra Storia recente; bambini uccisi per l'unico scopo di commuovere lo spettatore; tazzine di caffè che si rovesciano in slow motion rivelando il contenuto di un bicchierone di Stairbucks; contadini toscani che sotto i bombardamenti vanno in chiesa a ballare (e invitano i negri). Di fronte a tutto questo le critiche degli storici e dell'Anpi appaiono spropositate: è come se la Protezione Animali denunciasse Walt Disney perché in Dumbo i merli sono descritti con stereotipi razzisti. Su Piste proponevo di distruggere tutte le pizze e cancellare ogni sito internet che ne parla, e continuare a pensare a Spike Lee come a un grande regista, coi suoi alti e i suoi bassi.
1. Tutta la vita davanti
Un film precario in precario Stato, che sbandando da tutte le parti si tiene miracolosamente in piedi fino alla fine e a distanza di tanti mesi lascia la migliore lezione su come si può raccontare oggi l'Italia agli italiani: pedale del grottesco a tavoletta, cast televisivo sfruttato al meglio senza nessuna vergogna, giovani bravi, nessuna nostalgia per nessun paradiso perduto. L'unico passato ammissibile è la Vhs di C'eravamo tanti amati, da prescrivere ai malati terminali. Vai così, cinema italiano.
(Il mio pezzo scritto a caldo, appena appena un po' entusiastico).
2. Wall-E
Quando esci da un cinema dopo aver visto Wall-E la macchina ti fa l'occhiolino, i semafori ti sorridono, i tergicristalli ballano per te, e se c'è un po' di nebbia ti sembra di guidare nello spazio. Un'esperienza così potente non la ricordavo da quando ero bambino e “il film di Walt Disney” era una realtà artificiale in cui galleggiavo per un'ora e mezza. Sì, e poi c'è anche il messaggio ecologista. Coraggio di sperimentare, umiltà di saperlo fare coi bambini, citazioni affettuose e mai fini a sé stesse: impossibile pretendere di più.
3. Gomorra
Il film che non ti mostra Napoli, ma che ha cambiato per sempre il modo di raffigurare e concepire la malavita sul grande schermo: da guerra di bande a piaga sociale, da vittime del sistema a sistema cannibale. Lascia che dicano che l'ha voluto la camorra: chi s'aspettava un altro romanzone criminale ha fatto malissimo i suoi conti. Visionario, certo, ma forse mi è piaciuto di più perché ha il coraggio di essere anche didascalico quando ci vuole. I ragazzini schiantano il cuore.
(Il mio pezzo).
4. Persepolis
Persepolis appartiene sin dai primi fotogrammi alla categoria film-che-non-vedi-l'ora-di-mostrare-in-classe, anche se ci sono le parolacce e una nonna mostra le tette; ma chi se ne frega: se Obama ci dovesse chiedere di bombardare gli iraniani (certo che potrebbe chiedercelo: e a lui non diremmo di no) almeno ci ricorderemo quanto sono simili a noi. Perlomeno i borghesi di Teheran, quelli che la rivoluzione l'hanno persa: vivreste in una città dove i lavavetri hanno diritto di vita o di morte su di voi?
5. Burn after reading
Caos e incompetenza si contendono il mondo: chi vincerà? Clooney e Pitt a mille miglia di distanza non solo dai loro ruoli tipici di Hollywood, ma anche da quelli un po' ironici della saga di Ocean, o impegnati dei vari Syriana o Babel, ridotti a due tragiche maschere di impiastri, e la cosa è buffa solo fino a un certo punto. Come sempre i Coen lasciano la sensazione di essere un po' più profondi di quanto non appaia... ma forse è davvero solo una sensazione. “Alla fine almeno abbiamo imparato qualcosa... ma cosa?” Gli spettatori ridono, poi appena si accendono le luci si fanno la stessa domanda.
6. Non è un Paese per vecchi
Il titolo sarà una delle frasi che restano del 2008, almeno da noi; sulla distanza mi sembra di ricordarlo con meno affetto dell'altro film dei Coen, forse per il finale troppo amaro; oppure perché Bardem diventa onnipresente e onnisciente e a furia di ammazzare tutti uccide un po' anche la trama. Detto questo, entra a testa alta nella mia personale categoria di film che gridano Tarantino-nasconditi.
(La recensione di Kekkoz)
7. Control
Lo so che non è del 2008. La precisione filologica con la quale Curtis e i Joy Division sono stati ritratti fa gridare al miracolo, ma rischia anche di conferire una falsa sensazione di oggettività. Io l'ho apprezzato soprattutto perché racconta quel momento in cui i sogni dell'adolescente mostrano il loro lato oscuro; quello in cui le pillole non sono più giocattoli ma rimedi che, maledizione, non funzionano; quando ti rendi conto che nessuno ti può più controllare, devi pensarci tu. Alcuni non ne sono capaci. Altri sì: andranno al tuo funerale, si faranno una bevuta, cambieranno nome al complesso.
8. Il Divo
Date ormai per scontate le impressionanti capacità di Sorrentino, devo ammettere che il Divo si prende una certa libertà con la Storia recente che è la stessa che m'infastidisce nella New Italian Epic, dando un perfetto esempio di uso del grottesco che non mi va: non a sostegno di una tesi, ma per tirarsi d'impaccio lasciando tutto in una comoda ambiguità. Insomma: alla fine il tenero bacio tra Riina e Andreotti c'è stato o no? La sequenza è così grottesca che sembra finta, la messa in scena di una falsa testimonianza... a meno che uno non ci voglia vedere il bacio vero a tutti i costi. E così ognuno vede quel che vuole vedere, persino Andreotti alla fine lo ha rivalutato. E a furia di usare Servillo non avete paura di consumarlo?
(La recensione di Secondavisione)
9. Non pensarci
A leggere la trama, il rischio di film generazionale bruttino 2008 era altissimo. Ma forse Non pensarci è esattamente questo: un film generazionale per trentenni, però realizzato nel modo migliore possibile, senza forzature e con qualche dettaglio originale, fingendo che tutt'intorno non siano stati prodotti chilometri di vacua celluloide sullo stesso argomento. Mettere nella stessa pellicola Mastrandrea e Battiston è un colpo basso: impossibile non voler bene a entrambi, anche se il primo non può prescindere dal romanesco e il secondo non riesce a prescindere da innamorarsi di puttane. Il finale, come l'ho visto io, è più tragico di quelli dei Cohen: per quanto s'arrabattano, i trentenni non riusciranno mai a combinare niente di adulto: deve per forza rifarsi vivo il padre. Sì, è anche la storia della mia vita, ma che tristezza.
10-24 non assegnati.
25. Racconto di Natale
Me lo dovete spiegare. Sul serio. In gennaio Secondavisione imponeva: basta famiglie disfunzionaline. E in dicembre eccoci tutti a sdilinquirci su una famiglia che... ma sul serio basta apparecchiare un po' di lutti, un trapianto di midollo, un triangolo romantico ad alto tasso di glicemia e un vecchietto che cita Nietzsche? Cioè, se per un due ore continuano a ripetersi gli stessi argomenti, questo significa profondità? Ma bisogna dire che al Filmstudio7b mi gelavano i piedi.
26-42 non assegnati.
43. La Banda Baader Meinhof
Ehi, ragazzi, ci hanno sprangato alla manifestazione! Poliziotti porci! Sai che c'è? Facciamo la rivoluzione! Pim, pum, tatatatata, filmatino di repertorio, tatatatat pum, bomba, comunicato, bomba, comunicato, campo d'addestramento in Palestina (ma solo in Palestina? Possibile che la DDR non c'entrasse mai niente?) tatatata, stacchetto su Bruno Ganz che forse è il capo della polizia ma non riesce più a staccarsi dalla faccia l'espressione di Hitler, tatatata! Arrestati! Galera! Porci! Impazziamo! Ci suicidiamo! Alla fine uno rischia di rivalutare Buongiorno notte: se devo spiegare il terrorismo ai giovani meglio le favolette un po' psicanalitiche che l'action movie (in particolare l'action movie tedesco, con quell'aria da Cobra 11). L'unica cosa interessante è che le dinamiche carcerarie sembrano quelle del Grande Fratello. No, niente Orwell, proprio del Grande Fratello con la Marcuzzi.
43-88 non assegnati.
89. Juno
Il pilota di un telefilm che non seguirei.
(Ne ho parlato anche troppo).
90. Caos Calmo
Un film che l'era Brunetta ha già reso datato: insomma, per tre mesi non vai a lavorare e alla fine ti fanno dirigente? A Roma funzionerà così. Devo dire che è stato un anno più duro di altri, ed entrare in sintonia con questi borghesi a lutto con la casa al mare mi era più difficile che in passato. Però insomma, anche a noi c'è morto qualcuno in casa, sono tragedie ma la vita va avanti. Dovevate dirci altro o è davvero tutto qui? Sulla penosa scena di sesso vedi pezzo allegato.
90-998 non assegnati.
999. Miracolo a Sant'Anna
Nella mia vita avrò film più brutti, è probabile: ma più sbagliati? Pesantissime teste di marmo che passano di mano in mano come palloni da basket; generali nazisti che se il negro si comporta bene gli regalano la Luger; donne italiane che fanno il bucato con le tette in fuori nel 1943 in Toscana; sceneggiatori americani che si puliscono il sedere con la pagina più delicata della nostra Storia recente; bambini uccisi per l'unico scopo di commuovere lo spettatore; tazzine di caffè che si rovesciano in slow motion rivelando il contenuto di un bicchierone di Stairbucks; contadini toscani che sotto i bombardamenti vanno in chiesa a ballare (e invitano i negri). Di fronte a tutto questo le critiche degli storici e dell'Anpi appaiono spropositate: è come se la Protezione Animali denunciasse Walt Disney perché in Dumbo i merli sono descritti con stereotipi razzisti. Su Piste proponevo di distruggere tutte le pizze e cancellare ogni sito internet che ne parla, e continuare a pensare a Spike Lee come a un grande regista, coi suoi alti e i suoi bassi.
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