i mostri siamo noi

Permalink
Svegliati, Popolo del Sangue

Tutti questi finti o veri preti che continuano a prendersela con Halloween - festività - pagana, ma si rendono conto che dell’idiozia che incarnano? Halloween e Ognissanti cadono lo stesso giorno: possibile che una festa sia celtica e l’altro giudaico-cristiana? Che il Natale caschi la stessa notte in cui i romani celebravano il Sole Invitto e il Dio Odino cavalcava portando doni ai piccoli barbari non vi suggerisce proprio niente? Halloween-Ognissanti non sarà semplicemente la stessa festa filtrata in due culture diverse? E il fatto che una stia mangiando l’altra… non depone a sfavore della vitalità di quest’ultima? E una cultura in crisi di vitalità, come intendete curarla, con le messe in suffragio? Hai voglia.
Sedetevi, vah, che vi racconto una storia.

La tribù aveva paura dei morti, che tornavano di notte a tormentare il sonno dei bambini. Per ovviare al problema s’inventò la sepoltura; restava il problema dei morti dispersi. Si pensò allora di celebrare un rito anche per loro, una volta all’anno. Finché dalla città arrivò un predicatore, spiegò che Gesù era risorto anche per loro, e battezzò tutta la tribù in mezza giornata. Prima che andasse via gli chiesero: ma possiamo ancora festeggiare la prima notte di novembre?
“E cosa sarebbe?”
“È il giorno in cui lasciamo i dolci per i morti”.
“I dolci per i morti. Dunque… nel Vangelo non se ne parla. Ma cosa se ne farebbero, i morti, insomma?”
“Sono morti dissepolti, che altrimenti vanno negli incubi dei bambini”.
“Aaah, è per i bambini”.
“In pratica sì”.
“Ma se lasciate i dolci sui davanzali, le bestie selvatiche…”
“Dopo un po’ in effetti li togliamo e li diamo ai bambini. Dici che è una cosa troppo pagana?”
“Via, non si dica che Gesù è venuto a togliere i dolci ai bambini. Fate pure. E intanto dite delle preghiere”.
“Preghiere?”
“Pregate Gesù che porti i morti in paradiso. Teologicamente non fa una grinza, e rispetta anche le tradizioni del territorio. Col vescovo poi me la vedo io. C’è altro?”
“Nell’equinozio di primavera rubiamo un bambino alla tribù vicina e lo sgozziamo…”
“D’ora in poi sgozzerete un agnellino”.
“Ma l’agnellino è tanto carino…”
“No. Su questo Gesù Cristo non transige. Stop ai sacrifici umani”.
“Uffa”.

Sarà anche un’americanata, Halloween: ma se funziona (e funziona), forse risponde ad esigenze a cui la cattolica liturgia dei Morti non risponde più.
Per esempio, l’elemento paura. Non venite a dirmi che è un sostrato celtico: i morti fanno paura a tutte le tribù del mondo. Morte e Paura vanno a braccetto: ma Halloween celebra la paura, Ognissanti no.
Ora aspetto che arrivi uno laureato fresco pronto a spiegarmi che noi latini siamo troppo solari per celebrare questo tipo di cose. La letteratura gotica non l’abbiamo inventata noi. Le storie di fantasmi non sono roba nostra.
Fate che arrivi. Fate che ci provi, a spiegarmi questa cosa. Io lo aspetto al varco per sgozzarlo col mio italianissimo attrezzo da norcino. Noi italiani siamo il popolo del sangue e del terrore! Gli elisabettiani ambientavano le tragedie in Italia perché il pubblico si metteva paura solo a sentire i nomi delle città… Noi facevamo splatter nel Trecento, con Dante Alighieri e i suoi effettacci che gli americani ancora c’invidiano! E anche Boccaccio quando voleva sapeva mettere insieme storie di fantasmi mica male. E certe pagine di Ariosto, del Tasso… ma restiamo nel folklore. Prendiamo le Fiabe Italiane e andiamo a vedere quanti boschi oscuri e quanti diavoli incontriamo. No, quello che fa rabbia di Halloween, è che fino a due secoli fa avevamo tutto il materiale culturale per farcelo da soli, il nostro Halloween, anche più spaventoso di quello americano. E poi cos’è successo?

Sbaglio di troppo a dire che l’egemonia anglosassone nella letteratura fantastica nasce proprio dalla consuetudine di raccontarsi storie di fantasmi ad Halloween? Pensate a Henry James, a Dickens. Col suo Cantico, Dickens si è preso persino il Natale, l’ha trasformato in un’anglissima leggenda di fantasmi. Non solo, ma con i Fantasmi dei Natali Passati e Futuri, Dickens ha persino inventato la nozione moderna di viaggio nel tempo. La moderna letteratura fantastica e fantascientifica deve quasi tutto alle storie di fantasmi. Gli inglesi e gli americani sono abituati a raccontarsele da bambini, noi no.
Alla fine, sarà un caso? Loro hanno un immaginario vivace, pieno di variazioni sul reale, e noi ci becchiamo i filmetti minimalisti alla Soldini.
Non ditemi che è una questione culturale, perché noi italiani siamo quelli che abbiamo lanciato Dario Argento e Dylan Dog. Se penso a un film letteralmente terrificante, penso alla Casa delle Finestre che Ridono di Avati, che non solo è orrore puro, ma italiano al 100%: il pittore matto, il prete ambiguo… Il nostro problema è che tutto questo rimane confinato nel “genere”. La più grande fregatura degli ultimi vent’anni è stata appunto questa nozione del “genere”. Dieci anni fa era un ghetto, oggi ha messo i cancelli d’oro, ma sempre ghetto è. Nel mondo anglosassone la storia di fantasmi non è “genere”: può essere benissimo grande letteratura. Amleto è un groviglio di psicanalisi e antropologia, ma allo stesso tempo è anche una grande storia di fantasmi. Nessuno può scambiarla per evasione.
I fantasmi sono una cosa seria. Il racconto dell’orrore, quando lo scrive Kafka in una notte insonne, mette a fuoco l’umanità meglio di cento o mille romanzetti minimal-realisti. Se nei secondi tempi dei nostri film non atterrano mai gli alieni, se non si risvegliano gli zombie, se non si riesce mai a fare un discorso che vada un po’ più in là del nostro naso, è proprio perché a un certo punto abbiamo voluto tenere i fantasmi fuori dal nostro Ognissanti. Abbiamo fatto male. Ce lo meritiamo, Halloween. Ci serve proprio.
Non dite che i morti dissepolti non tormentano anche voi. Prendete un bambino sulle ginocchia, questa sera. Raccontategli qualche storia spaventosa. Ve ne sarà grato per la vita.
Comments (20)