Vuoi più bene all'aritmetica o a Renzi

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Che dire. Stavolta 1500 caratteri non basteranno, mi dispiace.

In realtà ho già risposto su twitter, e la cosa finirebbe lì, se non avessi notato che questo messaggino è girato molto, non solo sul social network, e magari oltre le intenzioni del suo estensore. Con Costa litigo da anni - come con tutti - ma non ho mai dubitato della sua buona fede, fino a ieri. È il renzismo che ci tira fuori il peggio, evidentemente. Però almeno grazie a lui possiamo parlare di numeri. Che sono l'unica cosa importante.

Costa esibisce una lista di "quelli che governano", come se governassero da soli: chissà se chi ritwitta è consapevole di quel che Costa sa benissimo, ovvero che la Merkel, Cameron e Coelho sono capi di governi di coalizione, di cui fanno parte ministri di altri partiti.

In Germania c’è la Grosse Koalition di cristianodemocratici e socialdemocratici, in Gran Bretagna tories e liberali, ma che ve lo dico a fare, ne sapete più di me (è un po’ questa la cosa grave: Costa ne sa sicuramente più di me). Siccome non hanno raggiunto la soglia del 50%, hanno dovuto allearsi, dopo le elezioni, con altri partiti per formare una maggioranza parlamentare. Nota come questo non abbia precipitato nel caos economico o politico né la Repubblica Federale Tedesca né il Regno Unito, che tra qualche giorno torna alle urne e probabilmente si ritroverà di nuovo in una situazione simile (al punto che qualcuno si domanda se i britannici non siano stanchi del bipolarismo; dopo tre secoli ne avrebbero il diritto).


Quanto a Hollande, ecco. Quel 28% è veramente un colpo basso.

Costa butta lì il numero e poi si allontana fischiettando, come se quindici giorni dopo Hollande non avesse preso il 51,6% a un ballottaggio. Ballottaggio che alle presidenziali francesi scatta a meno che un contendente non si aggiudichi il 50%+1 al primo turno. Quindi per eleggere il presidente serve la maggioranza assoluta degli elettori, non il 28%: e neanche il renziano 40%. Serve più del cinquanta, perché sotto il cinquanta (scusate se insisto su un concetto tanto banale) la maggior parte degli elettori non-ti-vuole.

C’è poi da dire - e non è un dettaglio da nulla - che Hollande non “governa” affatto: è il signor presidente della Repubblica Francese. La differenza è precisamente quella tra una repubblica presidenziale e una, la nostra, ancora formalmente parlamentare (potremmo cambiare la cosa, ma bisognerebbe metter mano alla costituzione, non imporre la fiducia su leggi elettorali a un parlamento, peraltro, eletto con una legge non costituzionale). Ma torniamo in Francia, che è meglio.

Un mese dopo le elezioni presidenziali i francesi hanno votato per la loro Assemblea, e in teoria avrebbero potuto dare la maggioranza persino allo schieramento avverso a quello che aveva espresso un presidente (era una situazione che si è verificata alcune volte prima del 2000, quando il mandato presidenziale era ancora di 7 anni e non coincideva con la legislatura). I socialisti hanno invece preso il 48% e da allora Manuel Valls dirige, anche lui, governi di coalizione. I rimpasti sono abbastanza frequenti, ma nessun governo Valls è stato monocolore. Ha sempre dovuto lasciare qualche dicastero a partiti alleati dei socialisti, perché il 48 è inferiore al 50, non c’è niente da fare. È aritmetica, è uguale in tutta Europa. Persino all'altro capo di questo universo non credo che 100 diviso 2 possa dare risultati differenti.

Siccome Costa tutto ciò lo sa benissimo, una volta messo alle strette non può che invocare Tsipras (lo ha fatto veramente). Effettivamente Tsipras controlla la maggioranza del parlamento anche se ha vinto con poco più di ⅓ dei suffragi, grazie a un premio di 50 seggi a qualsiasi partito arrivi primo. Una legge demenziale: ma garantisce almeno la stabilità di governo? I greci hanno votato tre volte in tre anni. Restano senz’altro un grande modello di democrazia, diciamo, fino a Pericle (V secolo avanti Cristo)

(In realtà anche su Pericle avrei da ridire: magari un’altra volta).

Rimane Rajoy, che dei sei della lista di Costa è quello che più si è avvicinato al 50. La maggioranza assoluta nelle Cortes non l’ha ottenuta grazie a un premio di maggioranza, ma - se ho capito bene - a causa delle distorsioni inevitabili col metodo D’Hondt. Comunque sia, diamo a Costa quel che è di Costa: Mariano Rajoy governa un popoloso Paese europeo senza avere ottenuto la maggioranza assoluta dei suffragi. È così. Ma è l’unico. L’unico argomento di Renzi in Europa. Mariano Rajoy.

Perlomeno, la lista di Costa contiene solo quei nomi. A dire il vero in Europa ci sono altre democrazie popolose: ad esempio la Polonia ha quasi gli stessi abitanti della Spagna, una crescita economica invidiabile e… un governo di coalizione, perché nessun partito ha ottenuto più del 50%. Ma si tratta pur sempre di una democrazia giovane. Vediamo la Svezia. Cosa c’è di più antico e civile della Svezia. Anche lì, proporzionale e governo di coalizione. E i Paesi Bassi? Proporzionale. Hanno tantissimi partiti, votano per innumerevoli livelli locali e interlocali, e molto raramente in qualsiasi di questi livelli riesce a insediarsi un governo monocolore. Attualmente governano in coalizione i due che hanno preso più seggi. Agli olandesi (e agli zelandesi, ai frisoni, ecc) va bene così. Votano dal Seicento, e non hanno mai coniato un termine dispregiativo come “inciucio” per quella normalissima prassi che è il governo di coalizione, che da loro evidentemente non ha funzionato così male.

Solo da noi non può funzionare. Solo in Italia ci condannerebbe all’immobilismo, al caos, l'anarchia, le cavallette, Turigliatto, Mastella. Solo da noi si vive nella necessità fisica, angosciosa, di conoscere il nome del vincitore unico la sera delle elezioni. Persino in Gran Bretagna quella sera vanno a letto e poi con calma nei giorni successivi la regina prende un tè col leader del partito che ha preso più seggi e vedono cosa possono fare. Da noi no, noi dobbiamo assolutamente sapere quella sera, sennò è il patto della crostata, del nazareno, degli spaghetti alle vongole, è l'anarchia. Da noi e in Ispagna. E in Grecia. Fammi pensare che altro abbiamo in comune.

Uno si potrebbe anche chiedere cosa nasconde questa fobia dell'"inciucio": da quali traumi scaturisce, quali spiacevoli ricordi cerca di nascondere. Io una teoria ovviamente ce l'ho, anche se in 1500 caratteri non ci starà mai.

Potrei andare avanti paese per paese, assemblea per assemblea, ma Costa li conosce meglio di me. Si può essere presidenzialisti - una volta lo erano in molti e avevano il coraggio di dirlo. Si può essere renziani in buona fede e ritenere che la maggioranza assoluta in parlamento non sia una condizione necessaria della democrazia. Però in Europa lo è quasi sempre. Truccare i numeri per sostenere che quello che ha fatto Renzi è la prassi in Europa, è qualcosa che abbassa il livello della discussione molto più in basso degli sfottò o degli insulti. L’italicum non è la normalità in Europa: non è necessario essere costituzionalisti per notarlo. L'aritmetica, la banale aritmetica che, lo ammetto, mi è più simpatica di Renzi (e quando gli ha dato ragione non ho avuto difficoltà ad ammetterlo). La libertà di dire che due più due fa quattro, proprio quella lì. Da mesi continuo a chiedere un dibattito non sulle "narrazioni" ma sull'aritmetica; da mesi ripeto: fatemi un altro esempio di una nazione stabilie, civile, che preveda un premio al 54% per chi arriva appena al 40%. Fin qui tutto quello che ho avuto è un tweet di Costa coi numeri sbagliati. Non sarebbe così grave se non sapessi che Costa i numeri veri li sa meglio di tutti, e che gli altri li prendono da lui perché si fidano.

Vorrei tornare a fidarmi anch’io.
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