L'impatto ambientale del nazismo, e altre tesi interessanti

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Estat ai en greu cossirier 
per un cavallier q'ai agut, 
e voill sia totz temps saubut 
cum eu l'ai amat a sobrier...

L'incubo iniziò un paio d'anni fa. Mi sentivo così giovane e cinico. Stavo cercando di vincere una borsa di studio con un progetto che mi sembrava geniale: una proiezione distopica su un'Europa nazista di fine XX secolo. Hitler aveva vinto, ma ormai era solo un ricordo. Quello che invece non era più nemmeno un ricordo, era la storia dei popoli che aveva sterminato. Ebrei, Rom, Sinti, scomparsi da tutti i documenti. Una cosa del genere era fattibile, da un punto di vista tecnico?

Mi ero tappato in casa per tre mesi, mi ero fatto sbloccare l'accesso a paper dimenticati di oscure facoltà della bassa Sassonia e della Cisgiordania. E un radioso mattino d'aprile ero andato a presentare il progetto al professor Arci. Avevo riempito la borsa di scartoffie più o meno pleonastiche, per darmi un tono - in realtà il grosso dei documenti era on line, ma non era escluso che il professore volesse dare un'occhiata.

Non volle.

(Questo pezzo potrebbe essere considerato persino offensivo se non partecipasse, come fa, alla Grande Gara degli Spunti! - prosegue la traccia di Nessuno si ricorda dei Catari Se vuoi provare a capirci qualcosa, leggi qui. Puoi anche controllare il tabellone).

"Molto interessante", disse, con l'aria di chi guarda per la terza volta il film delle vacanze del cognato. "Ma se vuole approfondire l'argomento, c'è un lavoro che potrebbe esserle d'aiuto... credo sia dietro di lei".

Mi stava indicando una pila di tomi sulla mensola di fronte a lui. Una tesi in tre volumi. Il titolo sulla costa: L'EUROPA NAZISTA NEL 2000: UN'IPOTESI ECOLOGICA, mi colpì come un gancio allo stomaco. Soffocai un gemito a stento.

"È un lavoro molto serio, l'abbiamo discusso lo scorso semestre".
"Cioè in pratica la mia idea... è già stata presa".
"Beh, sì, come tutte le idee del resto. Non faccia quella faccia. E comunque no, ora che ci penso non è proprio la stessa idea, l'autore si soffermava soprattutto sull'impatto ambientale del nazismo. L'idea centrale è: se avessero vinto, i nazisti avrebbero distrutto il loro habitat naturale più o meno di quanto abbiamo fatto noi? In altre parole: dal punto di vista della natura, chi avrebbe dovuto vincere la guerra? Una domanda molto cinica, ma anche molto interessante".

Ogni volta che diceva "interessante", sembrava perdere qualche anno di vita. In uno dei WC del dipartimento c'era una sua caricatura che fissava lo scarico. Era impossibile pisciare senza leggere ogni volta la nuvoletta che diceva: "molto interessante".

"E la risposta?"
"Mah".
"La risposta è Mah?"
"Certo, che si aspettava?"
"Un sì o un no".
"Capisco. Ma un Mah è già parecchio, considerata la domanda. Lei pensa sul serio che un dottorando possa sostenere una tesi in cui dice: sì, l'impatto ambientale del nazismo sarebbe stato inferiore a quello dell'American Way of Life, dal momento che prevedeva la reintroduzione della schiavitù e una classe media di dimensioni assai più ristrette e dallo stile di vita più spartano? Meno automobili, meno bistecche, meno campi da golf, meno monossido di carbonio..."
"Ma le autostrade tedesche..."
"Ottima obiezione. Hitler partì dalle autostrade. Ed era culo e camicia con gli industriali. Per cui in effetti forse l'Europa nazista si sarebbe motorizzata peggio della nostra, va' a sapere. Quindi la migliore risposta al nostro interrogativo è: mah. Invece la tesi che dovrebbe consultare è di un paio di anni fa, la trova due mensole più in alto".

(STORIA DELL'EUROPA SENZA EBREI: UN'IPOTESI DISTOPICA).

"Un lavoro mirabile", continuò. "L'autore ha finto, con indubbio cinismo, di essere uno storico nazista alle prese col problema di cancellare le tracce di presenza ebraica in Europa dal Rinascimento in poi. Se n'è uscito con un paio di soluzioni veramente brillanti. Non credo che un nazista vero ne avrebbe trovate di migliori".
"Questa è... è esattamente la tesi che volevo scrivere io".
"Ma no, non esattamente. Lei ha menzionato anche i Rom e i Sinti, se non erro".
"Sì, ma..."
"E la consiglio di aggiungere anche qualche altro dettaglio, che so, gli affetti da sindrome di Down. I nazisti avrebbero fatto perdere ogni traccia della loro esistenza, ci rifletta".
"Ma in generale non è che abbiamo tantissime tracce della loro esistenza, nei secoli precedenti".
"Già. E comunque se ricordo bene una tesi del genere l'abbiamo discussa tre anni fa..."
"È sulla mensola più in alto?"
"No, no. Ma non si abbatta così. Pensava sul serio di avere avuto un'idea originale sul nazismo? Tutti vogliono fare i nazisti alla sua età. È una gara a chi è più cinico. Immagino che funzioni con le ragazze".
"Io ero soprattutto affascinato dall'idea che la Storia si possa riscrivere".
"Già, beh, ripartiamo da qui. Potremmo invertire i fattori. Immaginiamo per una volta che la guerra l'abbiano vinta gli Alleati..."
"Professore..."
"Lo so. È esattamente quello che è successo. Ma immaginiamo che ne abbiano profittato per cancellare qualche genocidio, proprio come avrebbero fatto i nazi".
"Un genocidio? Ma chi avrebbero dovuto massacrare, scusi".
"Ovviamente non lo sappiamo. È un popolo completamente cancellato dalla nostra Storia. Le sembra assurdo?"
"Sì, abbastanza assurdo".
"Ma mi stava per proporre una tesi in cui i nazisti facevano la stessa cosa".
"Beh, ma i nazisti..."
"Non erano superuomini. Non avevano basi sul lato oscuro della luna. Vuole essere cinico davvero? Immagini che i nemici dei nazisti siano stronzi quanto loro. Che la storia dei genocidi l'abbiano iniziata loro, prima del Quaranta. Trovi qualche popolo svanito nelle pieghe della Storia, che so, i Circassi".
"I circassi sono stati massacrati dallo Zar".
"Ah davvero? Va bene, s'inventi un popolo. Gli iperborei. Una minoranza etnica da qualche parte in Europa".

La strana filastrocca di mia nonna mi tornò in mente in quell'esatto momento.

"Gli occitani".
"Perché no? Salvo il piccolo particolare che esistono ancora, e quindi non possono essere stati sterminati".
"Quelli che esistono ancora hanno rimosso. Sono stati sterminati i loro... i loro nemici di sempre".
"Questo è interessante".

Lo disse con un tono completamente diverso.

"Gli occitani di fede catara", continuai.
"A quelli ha pensato l'Inquisizione, no? Nel tredicesimo secolo".
"Questo è quello che ci hanno fatto credere".
"Ecco. Questo è davvero interessante".
"In realtà erano sopravvissuti. In alcune roccheforti tra le Alpi e i Pirenei".
"E poi?"
"E poi... la Guerra dei Cent'Anni".
"Saranno stati dalla parte degli inglesi".
"E poi con gli ugonotti".
"In realtà una buona parte di quelli che chiamiamo "ugonotti" erano Catari".
"E la Rivoluzione francese?"
"Erano girondini ovviamente. Ma in Vandea esagerarono".
"C'è una tesi sull'argomento che posso consultare?"
"No, che io sappia. Nessuno dei miei studenti mi ha mai proposto una tesi del genere".
"Dovrebbe proporgliela".
"Già, sarebbe finalmente qualcosa di diverso",
"Di interessante".
"Ci pensi su. La vedrei volentieri la prossima settimana".
"Non sapevo che ricevesse anche la prossima settimana".
"Non lo sa nessuno. E se lo tenga per lei".

Il mio incubo iniziò così.

...ara vei q'ieu sui trahida 
car eu non li donei m'amor, 
don ai estat en gran error 
en lieig e qand sui vestida...

Se vuoi proseguire in questo futuro distopico in cui i nazisti hanno perso contro nemici persino più stronzi di loro, assumitene le responsabilità e vota per L'impatto ambientale del nazismo, che oggi si batte ai quarti contro quella schifezza zombovegetariana. Puoi cliccare sul tasto Mi Piace di Facebook, o scrivere nei commenti che questo pezzo ti è piaciuto. Grazie per la collaborazione, e arrivederci al prossimo spunto.
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