Quant'era simpatico

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Come molti hanno già notato, da ieri ho iniziato una collaborazione con l'Unità.it. Le forme di questa collaborazione sono ancora tutte da definire, ma io nel frattempo mi sto già montando la testa con interrogativi divistici, del tipo: mi amerete? continuerò a esservi simpatico anche quando scriverò davvero su un giornale? Lo so che state facendo sì con la testa, ma non vi credo.

Perché già adesso, in fondo, non è che faccio molto per meritare tutta questa simpatia. Non rispondo alle mail, non mi iscrivo ai vostri gruppi, non scambio link, nei commenti vi mando a quel paese... tutto l'acido che può buttar fuori un temperamento un po' passivo-aggressivo che nella vita di mestiere porta pazienza, io ve lo rovescio volentieri, ma a voi piaccio così: e appena mi capita una buona notizia correte tutti a festeggiarmi con un entusiasmo, dai, esagerato.


Io in tutti questi anni di scrittura amatoriale mi sono conquistato l'affetto che si guadagnano certi musicisti indipendenti oggettivamente scalcagnati, che vanno in giro a suonare in posti minuscoli dove comunque l'entrata e gratis, nessuno ti paga, ma quando finisce il concerto e ti smonti da solo gli strumenti tutti vengono a stringerti la mano, perché sanno che non ci guadagni niente ma ci metti tutta la passione della tua vita e sei, direbbe Enzo, adorabile. Ecco, io per molti sono quella cosa lì, adorabile. Ma alla mia età, con la barba che mi si sta facendo bianca... è imbarazzante.

Io poi non ci ho mai tenuto, all'adorabilità: più di una volta ho annunciato che l'avrei venduta al primo che passava con un piatto di lenticchie, e forse non scherzavo, ma poi qualche piatto di lenticchie è effettivamente passato e non sono riuscito ad afferrarlo, non è così facile. Eppure quando ho aperto questo sito non pensavo che sarei rimasto per sempre così, un simpatico blogger a vita. Nemmeno prevedevo l'epica guerra tra bande che sarebbe cominciata qualche mese più tardi, blogger contro giornalisti. Pensavo che scrivere un poco quasi tutti giorni mi avrebbe aiutato a diventare più bravo e che prima o poi avrei fatto un salto di qualità che forse invece non mi è mai riuscito. Più che avvicinarmi al giornalismo, forse è stato il giornalismo negli ultimi anni ad accostarsi a gente come me, dai modi un po' rudi e incolti, indiròc.

Se non ci credete provate a riguardare il primo pezzo che mi hanno pubblicato, dove mi sono limitato a trattare da rincoglionito un giornalista della concorrenza e a scrivere che i due principali quotidiani on line sono punti di ritrovo per dementi e mitomani. Cose del genere finché le scrivi su un blog nessuno le nota: si sa, i blog le sparano grosse... Su un quotidiano ci vuole una certa dose d'impudenza, e tra un po' anche gli avvocati, temo. Dovrò mettere giudizio, imparare a differenziare i registri, cose così. Nel frattempo ringrazio Cesare Buquicchio, che non m'aspettavo davvero avrebbe accettato un pezzo del genere, e invece, torno a casa e guarda un po', sono sull'Unità, ah, però.

Dall'altra parte della barricata... e quindi Maroni può anche oscurare tutta la vostra fetida blogosfera fetida, peggio per voi... No, scherzo. Ma continuo a pormi l'infantile quesito: ora che sono qui, continuerete a trovarmi simpatico? Riuscirò a farcela, come sanno farcela gli adulti, senza le vostre quotidiane espressioni di simpatia? Cedere affetto in cambio di professionalità sarà poi alla lunga un buon affare? Non lo so, vediamo. Per ora non posso che ringraziarvi: se non era per voi, io a quest'ora chissà dove sarei. In una stanzina a vergare uno zibaldone. Su facebook a iscrivermi ai gruppi. In giro a tirare oggetti a persone che non riuscirei a sopportare. Meno male che c'era internet, e voi dall'altra parte a leggere e approvare. Grazie ancora a tutti.
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