Le fette, non troppo sottili

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(Fuor d'ironia, questo blog è sinceramente solidale con Autistici/Inventati, un collettivo in cui ci sono senz'altro persone meravigliose che fanno cose egregie. Purtroppo non sono quelle con cui ho avuto a che fare io. Segue ironia).

Solidale con Suca

“Senti, tu che hai un blog di classifica”.
“Che classifica?”
“Voglio dire che ti leggono in tanti”.
“Tanti chi?”
“Potresti aiutarci a far girare questa notizia, che sui media ufficiali non passa”.
“Che notizia?”
“Beh, in breve, c'è un giudice che è riuscito a farsi clonare un server norvegese di Autistici con una rogatoria internazionale”.
“Eeeeeh?”
“Massì, hai presente Autistici Inventati, il collettivo di mediattivisti...”
“Autistici. Autistici. Mi dice qualcosa”.
“Dai, sono quelli che si battono per l'anonimato on line, che è una causa che hai sposato anche tu”.
“Aspetta, aspetta, con chi mi sarei sposato, io?”
“Eddai, gli autistici. Quelli della piattaforma noblogs”.
“Noblogs. Noblogs”.
“E insomma, molti collaborano anche a indymedia”.
“Aaaaaaaaaaaaaaaaah, indymedia! Noblogs! Gli autistici!”
“Collettivo autistici/inventati”.
“Ma certo che me li ricordo, gli autistici! Come potrei dimenticarmeli. In realtà io ci penso tutti i giorni un pochettino, agli autistici... anche in quelle giornate, hai presente, che torni a casa stanco”.
“Eh, come no”.
“Però io almeno un minutino per pensare agli autistici lo trovo sempre... magari mi sto lavando i denti, o appaiando i calzini... e intanto penso agli autistici”.
“Bene, quindi immagino vorrai essere solidale, con...”
“Con gli autistici, gli inventati, con noblogs, con indymedia, con tutti. Assolutamente. Ci mancherebbe”.
“E ne parlerai sul tuo...”
“Lasciami pensare. Sono quelli che non regalano le mail a chiunque le chieda, no? Hanno una certa, come dire, discrezionalità. Cioè, se gli stai simpatico puoi essere @autistici.org. Altrimenti no”.
“Vabbe', ma è un modo per...”
“...per evitare i malintenzionati, eh, certo. Quindi insomma stiamo parlando di quelli che quest'estate, sul loro sito molto ben indicizzato su google, lasciarono scritto che io ero un pedofilo, sono quelli, no?”
“Ma, no, non sono loro, cioè...”
“Sì, non proprio loro, però... sono quelli che quando me ne accorsi, dopo qualche giorno, chiesi che togliessero quella cosa dal loro sito, perché era palesemente diffamatoria, insomma un'infamia bella e buona, e loro non mi risposero per un po', no?”
“Comunque era estate, erano stanchi”.
“No no, fammi pensare... erano quelli che, quando finalmente risposero, mi dissero più o meno macheccazzo vuoi, ahò. Sissì mi ricordo, quello che mi scrisse così era proprio un @autistici.org. Hai detto che gli hanno clonato il server?”
“Sì, è una vergogna”.
“Son d'accordo, è una vergogna. Ma fammi pensare... sono quelli che quando cercai di spiegare che di mestiere insegno nelle scuole, lavoro coi minori, e che quindi un'infamia del genere poteva rovinarmi la reputazione e in pratica la vita... sono quelli che mi risposero che ci tenevo alla reputazione perché ero un piccolo borghese di merda; sono loro quindi”.
“Sì, però, non è che se uno tra tanti ti risponde male allora tu...”
“Aspetta, aspetta. Sono quelli che quando gli chiesi di rispettare la loro policy, che in nero su bianco diceva che andavano rimossi tutti i contenuti palesemente diffamatori, mi risposero che la policy non diceva così, e che poi come facevano loro a sapere se io ero un pedofilo o no, toccava a me dimostrarlo, sono loro, sì?”
“Va bene, a Roma probabilmente qualcuno ha sbroccato, però....”
“Senti, posso farti una domanda?”
“Dimmi”.
“Tu sei un pedofilo?”
“Ma che razza di... no, ovviamente”.
“Me lo puoi dimostrare?”
“Che io non sono un pedofilo?”
“Esatto. Perché io quest'estate mi sono posto il problema, cioè: come faccio a dimostrare a questi simpatici mediattivisti che io non sono quello che pensano loro? Mi faccio sequestrare un pc pieno di foto di donne adulte? No, giusto per sapere come regolarsi la prossima volta”.
“Senti, ho capito. Quelli di indy Roma ti hanno fatto un torto, però qui c'è in ballo qualcosa di più, la libertà di...”
“Ma scusa, eh, sono sempre gli stessi che quando dall'unità gli dissero di mandargli una diffida, mi risposero “suca”, sono loro”.
“Ma lo sai, alcuni son ragazzi, cosa vuoi...”
“Eh, certo, io gli scrivo: cari ragazzi, state violando due articoli due del codice penale, guardate che è un problema sia per me che per il giornale, e loro come ti rispondono? Suca. Cioè, mi stai chiedendo di essere solidale con mister Suca”.
“Ma no, autistici non è mister Suca, è molto di più...”
“Sono quelli che per tre righe di diffida hanno scritto su tutti i nodi di indymedia che io li minacciavo, cioè se non mi sbaglio Leonardo minaccia indymedia è diventato il tormentone dell'estate mediattivistica, no? Perché gli avevo mandato tre righe di diffida”.
“Ma è una strategia difensiva, la usi anche tu in fondo...”
“Ma infatti funzionò benissimo, perché sul loro sito c'era scritto che ero un pedofilo, amico di pedofili, che i pedofili vanno ammazzati, che io abitavo nel tal luogo e di mestiere facevo la tal cosa... e su tutti gli altri siti c'era scritto che io stavo minacciando loro”.
“Era estate, eravamo tutti stanchi...”
“Ma infatti, mi ricordo bene che stavo andando in vacanza ma dovevo spiegare ai miei famigliari che forse sarebbe venuto qualche mitomane sotto casa mia ma non c'era da preoccuparsi, era solo che qualcuno era impazzito su internet. Mi ricordo bene, io e le mie ansietà piccoloborghesi. Ma insomma adesso gli hanno fatto una rogatoria internazionale”.
“Sì”.
“Ecco, infatti, io mi ricordo che quest'estate, al culmine di tutta 'sta storia, la loro linea era più o meno: denunciaci pure, tanto poi ti tocca andare di rogatoria internazionale, pappappero. Cioè, forse il pappappero l'ho aggiunto io”.
“Forse”.
“Anche se lo trovo appropriato. Dunque hanno trovato un magistrato che l'ha fatta, la rogatoria. E per conto di chi?”
“Iannone”.
“Iannone! Ma mi ricordo anche di lui! Iannone! Perché mi davano dello Iannone, i mediattivisti, dicevano che ero come Iannone”.
“Probabilmente non intendevano nel senso...”
“Cioè, Iannone li aveva querelati o non so cosa perché gli avevano dato del fascista, no? Ecco, per loro era la stessa cosa: dare del pedofilo a un insegnante di scuola media e dare del fascista a Iannone di Casapound per loro era l'identica cosa. Cioè loro rivendicavano il diritto a dare del fascista a Iannone e del pedofilo a me. E mi stai chiedendo solidarietà per loro”.
“Senti, lo so, è successa una cosa che ti ha fatto incazzare”.
“Nooo... Incazzato io? Ma quando mai”.
“Però devi capire che questi sono i classici scazzi on line, quelle cose che capitano solo su internet, perché se tu li vedessi di persona capiresti...”
“Ma infatti è successa anche questa cosa, cioè a un certo punto io mi sono detto forse è meglio che togliamo questo diaframma digitale e ci guardiamo in faccia, così ho preso il treno e ci sono andato, a vederli”.
“Ci sei andato?”
“A una riunione di indyroma. Mi son detto, mal che vada ci scrivo un pezzo. Volevo solo spiegare il mio punto di vista, perché finché continuano a pensare che sono un borghese e non si accorgono che sono un essere umano come loro... Purtroppo quelli con cui mi ero scazzato non c'erano, avevano altri impegni, credo che giocasse la Roma o qualcosa del genere. ”.
“E gli altri?”
“Mi sono stati ad ascoltare, e hanno detto che ci avrebbero pensato”.
“E poi cos'è successo”.
“Niente”.
“Come niente”.
“Son tornato a casa col trenino degli eroi e ho aspettato una settimana, niente. Allora gli ho scritto: ciao, vi ricordate quel vecchio problema? Che si fa? Volete proprio lasciare scritto che sono un pedofilo? Non è tanto bello. Sia nei confronti della vostra stessa policy, sia nei confronti del codice penale”.
“E a quel punto?”
“E a quel punto quelli che non si erano presentati alla riunione si sono incazzati: ma come, un pericoloso accusatore di indymedia si permette di entrare a una nostra assemblea? Beh, sì, era un incontro pubblico, ho bussato e sono entrato”.
“È che magari hanno paura degli infiltrati”.
“Fanno bene, infatti io sono entrato e mi sono presentato subito. Anche col cognome. Un classico, no? tutti gli agenti digos fanno così: ciao, mi chiamo nome e cognome. Comunque è ricominciato il carosello di articoli Leonardo contro indymedia, la lobby pedofila contro il mediattivismo, eccetera eccetera. Ho buttato via quaranta euro e un pomeriggio a Roma per sentirmi dare dello iannone”.
“E poi com'è andata a finire?”
“Non è mica finita”.
“No?”
“No, io ho chiesto a google di togliere le pagine infamanti, e alcune le ha tolte. Bisogna che gli riscriva... però davvero, cioè, chi me lo fa fare di mettermi contro un gruppo organizzato con server all'estero che può spargere merda a 360° senza temere niente e nessuno? Cioè mi chiamo leonardo, mica roberto saviano. Quindi capisci che io ci penso a loro. Un pochino tutti i giorni. Magari mi sto allacciando le scarpe, e penso agli autistici. Credo che si meritino la mia solidarietà”.
“Eh?”
“Hai capito bene, sono solidale con gli inventati, gli autistici, sono veramente addolorato che vi abbiano clonato il server, maledetto Iannone, non so se sia fascista o no ma sono sicuro che è una persona cattiva! Cattivo Iannone! Pensi che si possa dire?”
“Ma penso di sì, è una valutazione soggettiva”.
“Bene, perché se io scrivo qui qualcosa di anche solo vagamente infamante, un PM può benissimo sequestrarmi il blog in forma cautelare... mentre quelli di noblogs, grazie ai loro server norvegesi possono dare del pedofilo a tutti i maestrini d'Italia senza temere rogne legali, e quindi secondo te da che parte dovrei stare? Cattivo Iannone! Solidarietà ad autistici! Nessuno tocchi la libertà degli autistici! Chi tocca i server degli autistici muore!”
“Senti, lascia stare, forse è meglio che non...”
“Ma dove vai, aspetta. Ce l'hai un attimo? Vieni di là, per favore”.
“In cucina?”
“Pensavo di affettarmi un po' di culo per gli autistici, secondo te preferiscono fette sottili o un po' più consistenti?”
“Ma no, lascia perdere”.
“Come lascia perdere, scusa, guarda qui che bel culo! Tocca! È bello o no?”
“Beh, sodo è sodo”.
“Vedi? Guarda che se rifiuti mi offendi”.
“Uff”.
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