Atlante dei luoghi comuni

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A Modena, lo avrete sentito, è successo un fatto orribile. Una sedicenne è stata stuprata da un gruppo di ragazzi poco più grandi di lei, in una festa in casa. Se servisse qualcosa vorrei ringraziare la ragazza che ha avuto il coraggio di denunciare i cinque pezzi di merda, e augurarle di superare al più presto quel che è successo. Ma onestamente spero non stia leggendo blog o giornali in questi giorni. Soprattutto le testate nazionali, perché alla fine i locali in questo caso non mi sembra si siano comportati troppo male: hanno raccontato la storia senza tradire generalità, ambientandola in una non meglio precisata "Modena bene" a cui poi ognuno dà il senso che preferisce. La stampa nazionale, invece.

La stampa nazionale si è comportata come si comporta in milioni di casi come questo; non avendo nulla da aggiungere ai fatti raccolti dalle redazioni locali, si è limitata copiare e incollare le informazioni e slegare gli opinionisti. Costoro si sono messi immediatamente ad abbaiare alla luna, con una tecnica affinata nei secoli, che forse non mi darebbe il voltastomaco se stavolta qualcuno non avesse davvero fatto male una ragazza a pochi km da casa mia. Provo a spiegarmi meglio con un esempio: quante volte vi sarà capitato, dai Novanta in poi, di leggere o ascoltare qualche accigliata tirata contro le stragi del sabato sera, i ragazzi che pensano solo a bere e poi s'ammazzano, la cultura dello sballo, bla bla, tutta roba in linea di massima persino condivisibile (passare le notti a bere e a guidare non è effettivamente il massimo della vita e della razionalità) e mortalmente noiosa?

Poi magari una notte muore un vostro amico, e non era un coglione: non beveva più di tanto, non stava guidando, aveva un sacco di progetti e impegni, e una sera ha avuto un colpo di sonno o di sfortuna. Un momento era una persona. Il momento dopo, sui giornali, una statistica. A quel punto il primo giornalista che vi passa vicino e osa dire "cultura dello sballo", o "gioventù senza valori", voi lo prendete per il collo. Ma alla fine sta solo lavorando. Il suo mestiere è ululare ovvietà alla luna. C'è chi li legge, quei pezzi lì, c'è chi compra il giornale apposta. Non l'ha mica ammazzato lui il vostro amico. In effetti non gliene frega nulla, non lo conosce, il fatto di cronaca non gli interessa in sé, ha soltanto bisogno di uno spinto per generalizzare, e parlare del vuoto di valori eccetera eccetera.

Siamo tutti stupratori

In agosto a Modena hanno chiuso una ragazza in bagno e l'hanno stuprata a turno. Dietro ci sono delle responsabilità oggettive, probabilmente anche errori pregressi di genitori ed educatori; ma l'opinionista non è nella posizione di identificarli e di prendersela con loro. Lui fa un altro mestiere: generalizza. Non gli interessano minimamente i colpevoli, perché siamo tutti colpevoli, la società è colpevole, siamo tutti educatori falliti, siamo tutti stupratori, e le nostre ragazze sono tutte incaute ad andare a certe feste e accettare certi drinks. E questo non è Giovanardi. Magari lo fosse. Un discorso reazionario da Giovanardi me lo aspetto, se non lo facesse probabilmente glielo solleciterei. Il punto è che certe cose me le ritrovo scritte da un'opinionista intelligente, seria, progressista, come la De Gregorio.

"Ce l'avete, ce l'avete avuta una figlia di sedici anni? Che si veste e si trucca come la sua cantante preferita, che sta chiusa in camera ore e a tavola risponde a monosillabi, che quando la vedete uscire con il nero tutto attorno agli occhi pensate mamma mia com'è diventata, ma lo sapete, voi lo sapete che è solo una bambina mascherata da donna e vi si stringe il cuore a vederla uscire fintamente spavalda. Dove va, a fare cosa, con chi".

Va avanti così per un altro paragrafo, ma fermiamoci un momento. Stiamo parlando di una persona che non conosciamo. Magari era esattamente come se la immagina la De Gregorio, magari un tipo del tutto diverso; allo stesso modo come tra le vittime delle Stragi del Sabato Sera c'erano ragazzi pieni di idee e di progetti ecc., ma sono morti lo stesso perché un coglione nell'altra corsia ha sbagliato un sorpasso. Io so che la De Gregorio non vuole colpevolizzare la ragazza. Ma lo so unicamente perché ho una certa idea di come la pensa la De Gregorio sull'argomento. Se invece fossi una ragazza di 16 anni, e questo fosse il primo pezzo che leggo di lei, mi domanderei: perché continua a parlare di me - e senza conoscermi? Perché ha cominciato il pezzo parlando di me, e va avanti a parlare di me, invece di sottolineare che ci sono cinque pezzi di merda che mi hanno chiuso in bagno? In seguito arrivano anche i cinque pezzi di merda, ma perché non sono in primo piano? Perché ci sono io che mi metto il nero attorno agli occhi, è un problema se a 16 anni mi metto il nero attorno agli occhi? È un invito ad abusare di me? Vuole veramente suggerire questo? No, non lo vuole suggerire.

Allora, proprio perché non c'è nessun atteggiamento di una ragazza - nessun mascheramento, nessun nero intorno agli occhi, nessuna agghiacciante preferenza musicale - che possa in un qualche modo giustificare quello che è successo, perché indugiare in queste cose? Per solleticare il senso di colpa del lettore-genitore, punto. Hanno stuprato una ragazza da qualche parte. La prossima potrebbe essere la tua. Non sai più con chi esce. Non sai perché si veste in un certo modo. Povero genitore apprensivo, cosa farai? Boh, non so. Di solito questi discorsi finivano con un caldo invito a votare un partito che ripristinasse l'Ordine e la Legalità. Ma qui siamo su un quotidiano progressista. O no?
Siamo ancora su un quotidiano progressista?


Geolocalizzazione dei luoghi comuni. La stampa nazionale si scrive a Roma o Milano, e quando capita che si ragioni di un fatto non accaduto in queste due popolose città, l'opinionista volenteroso tira fuori dallo scaffale una specie di Atlante DeAgostini Dei Luoghi Comuni, un'edizione limitata che hanno solo nelle redazioni, che serve a spiegare al giornalista com'è fatta quella città in poche semplici parole: Cremona? Torrone. Varese? Leghisti? Genova? Tirchi. Modena?

Modena, sempre secondo la De Gregorio, sarebbe "la più rassicurante delle città emiliane, la Modena delle scuole modello degli imprenditori che non si arrendono al terremoto, delle donne imprenditrici che vendono figurine nel mondo, dei ristoranti celebrati oltreoceano". Forse per la prima volta nel DeAgostini mancano Don Camillo e Peppone, anche se se ne intuisce il profilo tra un asilo e un'osteria. No, sul serio, sembra l'atlante di quando andavo all'asilo, al polo nord c'era un pinguino e in mezzo alla Pianura Padana una Ferrari. Modena è per prima cosa una città di duecentomila abitanti: se state a Roma o a Milano vi possono sembrare pochi, però, fidatevi, non è un paesello con un paio di scuole fatte bene e un bel ristorante. C'è pure la miseria a Modena; c'è una criminalità che ha sempre dato prova di una notevole vitalità: negli anni Ottanta era una piazza così importante per l'eroina che alla mattina i tossici delle altre città emiliane (meno rassicuranti?) arrivavano in treno. In seguito fu forse la capitale europea della tratta delle nere, durante il conflitto jugoslavo se dicevi "Modena" a un camionista bosniaco lui ti faceva i complimenti, la Bruciata era famosa nel mondo. Modena è tutto questo e tantissime altre cose, comprese quelle famiglie tranquille che lasciano i figli a casa soli al sabato e loro invitano gli amici e si fanno di ogni; e a volte ci scappa il sesso di gruppo anche con chi non vuole o non riesce a sottrarsi. Come in centinaia di altre città in Italia, più grandi, più piccole, più povere, più ricche e non c'entra niente il terremoto (che a Modena ha fatto cadere un vaso e due calcinacci), o le scuole modello di Reggio nell'Emilia, che per inciso non è Modena, neanche provincia. Modena, se non la conosci appena un po', non vuol dire niente; non è che se stuprano una ragazza a Roma io mi metto a scrivere "nella città eterna, all'ombra dei fori imperiali e delle basiliche della cristianità che furono set dei più acclamati film neorealisti"; non sarei ridicolo se lo facessi? Ma possibile che stuprino una ragazza nella città dove Bottura ha il ristorante?

(E continua pure)
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