Io che non so stare un'ora senza te

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Vedo che si riparla di ora di religione; ne approfitto per allungarvi 4 o 5 cose sull'ora di religione che forse nessuno vi ha ancora spiegato.

1) Ma poi agli scrutini i prof di religione ci vanno davvero?
Boh, dipenderà, ma secondo me in molti casi no. Pensateci bene: un prof di religione ha in media 18 classi. Non è tanto il problema di ciucciarsi 18 scrutini (oh, se lo pagano), quanto quello di organizzare i lavori in modo che 18 scrutini non avvengano nello stesso momento. Un po' difficile, a occhio. Poi magari mi sbaglio, e la mia esperienza diretta non mi aiuta: ma secondo me in molti casi anche se firma il prof di religione non c'è, e il suo eventuale voto è un voto di Atena: sempre favorevole nei confronti del condannato.

2) Quindi, in concreto...
Sì, escludere il prof di religione dagli scrutini significa bocciare qualche migliaia di studenti in più l'anno prossimo. Ciascuno dei loro genitori poi potrebbe fare ricorso: sarebbe interessante. A questo punto io preferirei che il Consiglio di Stato riprendesse subito dentro il prof di religione. Per quanto riguarda la discriminazione, credo sia solo potenziale: statisticamente il prof di religione vota sempre per promuovere gli studenti che fanno l'ora di religione, e il prof di alternativa vota sempre la promozione di quelli che fanno alternativa.

3) Ma il governo ci tiene così tanto all'Ora di religione?
Certo, come a una spina nel culo. Se avete seguito le altre puntate di "Leonardo il prof frustrato spiega la scuola ai suoi pazienti lettori", forse avrete avuto l'occasione di notare come la principale preoccupazione di Tremonti-Gelmini-Brunetta sia tagliare tutto quello che si può tagliare, e magari un pelino in più, costi quel che costi.
Da questo punto di vista l'Ora di religione si presenta ai potatori governativi come un frutto succoso e proibito: si trova lì, gonfia e gocciolosa sull'unico ramo ancora un po' verde, e grida "tagliami tagliami". Pensate solo a questo: l'ora di religione costa allo Stato il doppio di tutte le altre. Com'è possibile? E' semplicissimo: in quell'ora bisogna pagare due insegnanti, uno di religione e uno di no.
A volte si può risparmiare un'ora chiedendo ai genitori 'alternativi' di portare a scuola il figlio un'ora dopo; o di venirlo a prendere un'ora prima. Questo può funzionare alle superiori: alle medie il genitore nicchia, il suo status di alternativo non gli impedisce di concepire la scuola come un parcheggio che ha il dovere di prendersi il pargolo alle otto e buttarlo fuori non prima delle 13: lo Stato è tenuto a pagare tutte le ore di alternativa che servono.
Insomma, tagliare Religione sarebbe arciconveniente, peccato che non si possa. Non si può per motivi politici, il famoso Concordato, ma soprattutto perché ultimamente i preti sono nervosissimi, basta un niente e attaccano una lagna tremenda. Se i giornali progressisti li lasciassero stare, per un po', se nessuno tirasse fuori i soliti discorsi sui matrimoni gay, gli aborti facili e tutto il resto, forse persino Tremonti o la Gelmini potrebbero timidamente aprire la discussione: Ehi, ma quell'ora di religione, perché non la tagliamo? Noo, non volevamo dire proprio questo, era solo una provocazione, però... avete un'idea di quanto si risparmierebbe? Ma sentite, perché non la facciamo passare come ora di "cultura religiosa", la infiliamo nel pacchetto di lettere o di filosofia, e risparmiamo un fior di quattrini?

Eh, già, perché no. In altri tempi, con politici un po' più cazzuti e preti un po' più tranquilli, se ne sarebbe potuto parlare in termini razionali. Ma oggi come oggi la razionalità è bandita: l'ora di religione è sostanzialmente un capriccio, il segno di una richiesta di attenzione, la delimitazione di un territorio, una pisciatina di cane. E resterà così finché i biechi illuministi continueranno a esternare la loro voglia di abortire rapidamente e morire alla prima malattia incurabile contratta, pappemolli.

4) E tu, ci tieni così tanto?
Io vivo nell'incubo che la aboliscano. O come mai? Beh, intanto perché il mio prof al liceo era fighissimo, per prima cosa ci fece leggere il Qoelet, forte il Qoelet, noi siamo la classe che ha letto l'Ecclesiaste prima della Divina Commedia. Ma soprattutto perché io sono una risorsa umana, e ragiono in termini di risorse umane. Orbene, il giorno che tagliassero tutte le cattedre di Religione Cattolica della penisola, millanta milioni di cattedre, che fine faranno tutti i prof di Religione dotati di assunzione ministeriale e benedizione vescovile? Ci sono diverse teorie: da chi li vede già tutti sotto i ponti a disquisire di teologia, a chi propone un'immediata Assunzione in cielo (sotto la voce collettiva di "Santissimi Martiri del Bieco Illuminismo"). Ma l'unica ipotesi ragionevole è quella di lasciarli nelle scuole dove già lavorano, e dirottarli in un'altra graduatoria: invece di insegnare religione, insegneranno qualcos'altro - oddio, e cos'altro potrebbero insegnare? Qualcosa che sembrano buoni tutti anche se fino a un momento fa facevano altro... pensateci bene... educazione fisica? Naaah. Inglese? Acqua, acqua. Ehi, ma insomma, qual è quella materia che sono tutti buoni di... ops. Esatto.

5) Sul serio?
Sul serio. Il giorno che aboliranno l'insegnamento di Religione Cattolica, i professori (autorizzati dal Vescovo e assunti dal Ministero) verranno probabilmente integrati nella graduatoria degli insegnanti di Lettere - previo corsetto di aggiornamento, sì, vabbè. E' tutta gente con un sacco di anni di servizio alle spalle: gente che mi sorpasserà, mi calpesterà, mi leverà qualsiasi cattedra sulla quale cercherò anche solo di appoggiarmi un momento.

Per cui capitemi - tengo famiglia - massimo rispetto ai biechi illuministi e ai laici esasperati, però giù le mani dall'ora di religione! E' un sacrosanto diritto del fanciullo!
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