Network of Love
28-10-2010, 03:25Capezzone, deliri, futurismi, giornalistiPermalinkA distanza d'anni i giornalisti ne parlano ancora; i veterani lo raccontano agli stagisti nei lunghi turni insonni. Di quella notte d'ottobre che tutte le rotative d'Italia si fermarono; quella notte in cui tutti i direttori d'Italia tirarono giù dal letto i redattori d'Italia per rifare tutte le prime pagine d'Italia, perché c'era una notizia che davvero non si poteva non dare.
Il giorno dell'abbraccio
E pensare che molte ore erano passate senza nulla di veramente interessante.
Nel primo mattino era giunta notizia di un disastroso terremoto, da qualche parte nell'oceano Indiano; uno di quei posti, hai presente, dove tempo due ore arriva l'ondata assassina; che infatti puntuale due ore dopo si presentò, per la gioia svergognata del reporter tailandese che era riuscito ad affittare in tempo l'elicottero. Le sue foto apocalittiche fecero il giro del mondo, e alle tre del pomeriggio tutti i principali giornali italiani le avevano acquistate; a quel punto il body count delle autorità aveva già superato il migliaio, e quindi insomma la prima pagina era già fatta.
D'altro canto bisogna dire che questi terremoti e maremoti cominciavano a stuccare il pubblico, che la prima volta si era molto emozionato, ma a furia di repliche rischiava di disaffezionarsi, ché tanto poi si sa che in quei posti c'è tanta gente che non se la passa bene, e quindi alla fine queste catastrofi, (non si può dire ma tutti lo pensano) non è che siano tragiche come sarebbero qui da noi, perché laggiù la gente è come se morisse più volentieri, e se vi sembra un pensiero cinico avete perfettamente ragione, ma sapete di chi è la colpa? E' anche un po' dei giornali che continuano a sbatterci in faccia terremoti e tsunami come se potessimo farci qualcosa; ecco, la prima volta mandi un vaglia, la seconda mandi un sms, la terza ti sorprendi a domandarti: su tutti questi sms chi è che s'intasca la provvigione? La quarta volta ti senti preso per il culo e basta, e il giorno che arriva il nuovo tsunami tu neanche lo compri, il giornale. Per cui i direttori non erano affatto convinti. Poi alle cinque del pomeriggio era uscita una brevissima agenzia su una tale minorenne indagata per aver cercato di corrompere il premier. La tipa era già nota nell'ambiente e c'erano sue foto sgranate su un sito gossipparo registrato ad Acapulco.
E a quel punto apriti cielo. I quotidiani anti-premier avevano sbattuto le foto sgranate su cinque colonne, alcuni pixel erano più grossi dei caratteri di stampa, un capolavoro di razionalismo cubofuturista. I quotidiani filo-premier, dal canto loro, si erano precipitati a mettere le mani avanti per le prime dieci pagine, dimostrando con prove schiaccianti che si trattava di una congiura di giudici comunisti (alcuni di questi giudici erano stati in effetti fotografati seduti su una panchina in un quartiere dove trent'anni prima era stata chiusa una sede del Partito Di Unità Proletaria, sfoggiando calzini dalle inquietanti nuances). E però, anche mentre si prodigavano a produrre tutta questa roba, i giornalisti coinvolti da entrambe le parti delle barricate non riuscivano a reprimere uno sbadiglio, e pensavano: se ci annoiamo noi, figuratevi i lettori... La passione del premier per le ninfette era ormai un dato storicamente acquisito; festicciole di compleanno e di cresima ormai erano state paparazzate alla noia. Essere governati da un sessuomane compulsivo era indubbiamente eccitante, i primi sei mesi; il problema è che i compulsivi, per definizione, fanno sempre ma sempre le stesse cose, e dopo un po' ti uccidono di noia. Insomma, anche questa prima pagina non è che convincesse i più. E allora?
Più tardi nella serata ci si aspettava un memorabile scoop di wikileaks sulle battaglie della guerra segreta pakistana, in cui pareva fossero coinvolti anche effettivi italiani... sì, però che palle anche la guerra, la tortura, non siamo più nel duemilaetré. Un pentito accusava il premier di avere baciato un mafioso, anche qui, già visto, già sentito, peraltro il mafioso non era nemmeno un minorenne, quindi... Verso le nove qualche direttore aveva già optato per l'ennesima apertura sul delitto del mese, una certezza; soprattutto in certi giorni di autunno in cui succedono tante piccole cose, ma niente di veramente sensazionale, niente che ti faccia saltare dalla sedia e correre all'edicola più vicina, insomma niente di veramente... niente.
E poi accadde.
Voci si erano già sollevate nel tardo pomeriggio: ma erano troppo inverosimili e leggere, la maggior parte degli osservatori le aveva liquidate come uno scherzo di dubbio gusto. E invece la notizia c'era. Il diretto interessato la confermò con un lancio d'agenzia alle 11.47. Del 28 ottobre 2011, un giorno che rimase scolpito in tutti i nostri cuori. Non c'è chi non ricordi cosa stava facendo in quel momento.
Nel momento in cui Daniele Capezzone, portavoce di un partito(*), davanti alle telecamere, ammise di fronte al mondo intero che era successo.
Qualcuno, di cui non si seppe mai il sesso, né l'età, né la fede politica, lo aveva incrociato in un vicolo di Roma; e lo aveva abbracciato.
Baciato, anche? Capezzone non volle dirlo. Ma il filmato ripreso dalla telecamera a circuito chiuso di una gioielleria dimostrava se non altro che l'abbraccio era stato lungo, intenso, partecipato. Nel ricordarlo, Capezzone non poteva trattenere una lacrima. Era successo. No, non era una scena preparata. Né una candid camera. Qualcuno, non sapremo mai chi, gli voleva bene.
Qualcuno aveva deciso di dimostrarglielo, sfidando il mondo intero. Entro la mezzanotte il filmato era già stato ripreso, rimontato, moviolizzato in ogni singolo fotogramma, mentre gli opinionisti televisivi davano fondo al loro repertorio di finti retroscena: chi era il misterioso Abbracciatore? Quali le sue motivazioni? Era un folle isolato o l'esecutore di un piano più complesso? E in questo caso, chi erano i Misteriosi Mandanti che avevano voluto mandare un messaggio d'amore a Capezzone? C'era forse dietro un gruppo di ammiratori, riunitisi su internet, una specie di Network dell'Amore? E tutte le altre cazzate del caso.
Eccola, la notizia del giorno. Non ci fu un solo direttore di giornale che in quelle ore non lo pensò. Eccolo, il piccolo fatto vero che illumina una verità universale. Eccolo, l'uomo-che-morde-il-cane. Non importa quanto tu possa essere disprezzato e solo; c'è una persona da qualche parte che è disposta ad abbracciare persino te. No, peggio di te: è disposta ad abbracciare Daniele Capezzone. Fermate le rotative. Buttate giù dal letto i corsivisti. Oggi è successo davvero qualcosa. Terremotati ne avremo sempre; premier sessuomani comunque spesso; guerre e delitti non ci mancheranno mai, ma oggi era un giorno diverso. Oggi era il giorno in cui il sole splendeva a mezzanotte, e le foglie gialle rinverdivano sugli alberi. Il giorno in cui tutto ci sembrò possibile. Il giorno in cui qualcuno volle bene a Capezzone.
(*) Si è persa la memoria di che partito fosse (li cambiava spesso).
Il giorno dell'abbraccio
E pensare che molte ore erano passate senza nulla di veramente interessante.
Nel primo mattino era giunta notizia di un disastroso terremoto, da qualche parte nell'oceano Indiano; uno di quei posti, hai presente, dove tempo due ore arriva l'ondata assassina; che infatti puntuale due ore dopo si presentò, per la gioia svergognata del reporter tailandese che era riuscito ad affittare in tempo l'elicottero. Le sue foto apocalittiche fecero il giro del mondo, e alle tre del pomeriggio tutti i principali giornali italiani le avevano acquistate; a quel punto il body count delle autorità aveva già superato il migliaio, e quindi insomma la prima pagina era già fatta.
D'altro canto bisogna dire che questi terremoti e maremoti cominciavano a stuccare il pubblico, che la prima volta si era molto emozionato, ma a furia di repliche rischiava di disaffezionarsi, ché tanto poi si sa che in quei posti c'è tanta gente che non se la passa bene, e quindi alla fine queste catastrofi, (non si può dire ma tutti lo pensano) non è che siano tragiche come sarebbero qui da noi, perché laggiù la gente è come se morisse più volentieri, e se vi sembra un pensiero cinico avete perfettamente ragione, ma sapete di chi è la colpa? E' anche un po' dei giornali che continuano a sbatterci in faccia terremoti e tsunami come se potessimo farci qualcosa; ecco, la prima volta mandi un vaglia, la seconda mandi un sms, la terza ti sorprendi a domandarti: su tutti questi sms chi è che s'intasca la provvigione? La quarta volta ti senti preso per il culo e basta, e il giorno che arriva il nuovo tsunami tu neanche lo compri, il giornale. Per cui i direttori non erano affatto convinti. Poi alle cinque del pomeriggio era uscita una brevissima agenzia su una tale minorenne indagata per aver cercato di corrompere il premier. La tipa era già nota nell'ambiente e c'erano sue foto sgranate su un sito gossipparo registrato ad Acapulco.
E a quel punto apriti cielo. I quotidiani anti-premier avevano sbattuto le foto sgranate su cinque colonne, alcuni pixel erano più grossi dei caratteri di stampa, un capolavoro di razionalismo cubofuturista. I quotidiani filo-premier, dal canto loro, si erano precipitati a mettere le mani avanti per le prime dieci pagine, dimostrando con prove schiaccianti che si trattava di una congiura di giudici comunisti (alcuni di questi giudici erano stati in effetti fotografati seduti su una panchina in un quartiere dove trent'anni prima era stata chiusa una sede del Partito Di Unità Proletaria, sfoggiando calzini dalle inquietanti nuances). E però, anche mentre si prodigavano a produrre tutta questa roba, i giornalisti coinvolti da entrambe le parti delle barricate non riuscivano a reprimere uno sbadiglio, e pensavano: se ci annoiamo noi, figuratevi i lettori... La passione del premier per le ninfette era ormai un dato storicamente acquisito; festicciole di compleanno e di cresima ormai erano state paparazzate alla noia. Essere governati da un sessuomane compulsivo era indubbiamente eccitante, i primi sei mesi; il problema è che i compulsivi, per definizione, fanno sempre ma sempre le stesse cose, e dopo un po' ti uccidono di noia. Insomma, anche questa prima pagina non è che convincesse i più. E allora?
Più tardi nella serata ci si aspettava un memorabile scoop di wikileaks sulle battaglie della guerra segreta pakistana, in cui pareva fossero coinvolti anche effettivi italiani... sì, però che palle anche la guerra, la tortura, non siamo più nel duemilaetré. Un pentito accusava il premier di avere baciato un mafioso, anche qui, già visto, già sentito, peraltro il mafioso non era nemmeno un minorenne, quindi... Verso le nove qualche direttore aveva già optato per l'ennesima apertura sul delitto del mese, una certezza; soprattutto in certi giorni di autunno in cui succedono tante piccole cose, ma niente di veramente sensazionale, niente che ti faccia saltare dalla sedia e correre all'edicola più vicina, insomma niente di veramente... niente.
E poi accadde.
Voci si erano già sollevate nel tardo pomeriggio: ma erano troppo inverosimili e leggere, la maggior parte degli osservatori le aveva liquidate come uno scherzo di dubbio gusto. E invece la notizia c'era. Il diretto interessato la confermò con un lancio d'agenzia alle 11.47. Del 28 ottobre 2011, un giorno che rimase scolpito in tutti i nostri cuori. Non c'è chi non ricordi cosa stava facendo in quel momento.
Nel momento in cui Daniele Capezzone, portavoce di un partito(*), davanti alle telecamere, ammise di fronte al mondo intero che era successo.
Qualcuno, di cui non si seppe mai il sesso, né l'età, né la fede politica, lo aveva incrociato in un vicolo di Roma; e lo aveva abbracciato.
Baciato, anche? Capezzone non volle dirlo. Ma il filmato ripreso dalla telecamera a circuito chiuso di una gioielleria dimostrava se non altro che l'abbraccio era stato lungo, intenso, partecipato. Nel ricordarlo, Capezzone non poteva trattenere una lacrima. Era successo. No, non era una scena preparata. Né una candid camera. Qualcuno, non sapremo mai chi, gli voleva bene.
Qualcuno aveva deciso di dimostrarglielo, sfidando il mondo intero. Entro la mezzanotte il filmato era già stato ripreso, rimontato, moviolizzato in ogni singolo fotogramma, mentre gli opinionisti televisivi davano fondo al loro repertorio di finti retroscena: chi era il misterioso Abbracciatore? Quali le sue motivazioni? Era un folle isolato o l'esecutore di un piano più complesso? E in questo caso, chi erano i Misteriosi Mandanti che avevano voluto mandare un messaggio d'amore a Capezzone? C'era forse dietro un gruppo di ammiratori, riunitisi su internet, una specie di Network dell'Amore? E tutte le altre cazzate del caso.
Eccola, la notizia del giorno. Non ci fu un solo direttore di giornale che in quelle ore non lo pensò. Eccolo, il piccolo fatto vero che illumina una verità universale. Eccolo, l'uomo-che-morde-il-cane. Non importa quanto tu possa essere disprezzato e solo; c'è una persona da qualche parte che è disposta ad abbracciare persino te. No, peggio di te: è disposta ad abbracciare Daniele Capezzone. Fermate le rotative. Buttate giù dal letto i corsivisti. Oggi è successo davvero qualcosa. Terremotati ne avremo sempre; premier sessuomani comunque spesso; guerre e delitti non ci mancheranno mai, ma oggi era un giorno diverso. Oggi era il giorno in cui il sole splendeva a mezzanotte, e le foglie gialle rinverdivano sugli alberi. Il giorno in cui tutto ci sembrò possibile. Il giorno in cui qualcuno volle bene a Capezzone.
(*) Si è persa la memoria di che partito fosse (li cambiava spesso).
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