- and I said to myself

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Un mondo migliore

Io non capisco di cosa si stia parlando, lì da voi. Io qui vivo in un mondo migliore.
In questo mondo il Medio Oriente è stato definitivamente stabilizzato, in 4 tappe.

Prima tappa: eliminazione di Bin Laden e dell’odioso regime talibano in Afganistan.
Oggi l’Afganistan è una democrazia fondata sulla libertà, che attira investitori da tutto il mondo. Gli oleodotti in costruzione contribuiscono alla prosperità del popolo afgano. I volti delle donne afgane hanno fatto il giro del mondo e sono diventati un esempio di emancipazione per tutto l’Islam.

Seconda tappa: rimozione di Saddam Hussein e delle armi di distruzione di massa in Iraq. Oggi l’Iraq è una repubblica fondata sulla libertà, che attira investitori da tutto il mondo. Gli iracheni vivono finalmente in prosperità grazie ai proventi dell’estrazione petrolifera. Il dittatore è stato regolarmente processato.

Terza tappa: rivoluzione democratica in Iran. Questa è la mia tappa preferita, perché non c’è stato neanche bisogno di combattere! L’anno scorso gli iraniani, trovandosi ormai accerchiati da due democrazie fondate sulla libertà, hanno finalmente trovato il coraggio per reagire contro il governo moderato oscurantista di Khatami. Gli studenti di Teheran hanno rovesciato l’Ayatollah, non c’è voluto molto, dopotutto. Oggi l’Iran è finalmente una democrazia moderna, che ha subito riconosciuto l’esistenza dello Stato d’Israele e smantellato le basi hezbollah in Libano (d’altro canto anche il Libano è diventata una democrazia moderna, ma quello lo sapete anche voi).

Quarta tappa: de-arafatizzazione della Palestina. Anche in questo caso, il massimo risultato col minimo spargimento di sangue. Alla morte di Arafat i palestinesi hanno finalmente compreso che ciò che li opponeva agli israeliani non era che il puntiglio di un vecchio terrorista spelacchiato, e hanno voltato le spalle alla lotta armata. Al Fatah è diventato un partito social-liberale, che ha ottenuto alle elezioni il 70% dei suffragi, e si è subito precipitato a riconoscere l’esistenza dello Stato d’Israele. In attesa che Israele abbia la bontà di riconoscere uno Stato di Palestina, composto di Gaza e di qualche circoscrizione in Cisgiordania.

A questo punto, cosa manca? La Siria, la Cecenia? Vabbè, ho detto che il mio è un mondo migliore, mica perfetto. Del resto c’è sempre un dittatore che minaccia la libertà mondiale. Chiedete a Christian Rocca, lui ha fatto il conto, credo siano ancora una quarantina. Comunque nel nostro mondo (migliore) abbiamo capito come si fa: si prende il Paese dove sta il dittatore, si bombarda, si invade, si arresta il dittatore, e poi subito la popolazione corre nelle piazze a farti festa! È così gratificante lasciare il mondo migliore di come lo si ha trovato.
È anche una cosa di sinistra.
Cioè, la sinistra che altro dovrebbe fare.
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