- tanti auguri a me

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Ancora autoreferenziale, chiedo scusa. Ma domani questa pagina compie cinque anni: sono tantissimi.

(And why do you torture me with leaves, eccetera)

Fa un certo effetto, ad esempio, trovarsi più o meno in 90esima posizione su una classifica dei blog italiani più lincati e scoprire (a prescindere dalla qualità, e dal senso della cosa) che a occhio il più vecchio sono io. Come se avessi ancora qualcosa da insegnare. Direi che molti hanno imparato meglio di me, ormai.

Quel che si matura, col tempo, è solo una certa vertigine ad aprire l'archivio. Per farmi coraggio ho provato a periodizzare tutto quanto. Vi farà un po' ridere, e io riderò con voi – ma è un ridere nervoso: i manoscritti abbandonati nel solaio e le lettere d'amore mai spedite mi hanno sempre fatto paura. Diciamo che tutto cominciò con un

Periodo criptico
All'inizio del 2001 il mio lavoro consisteva in dieci ore quotidiane davanti a un pc. Avevo perso il gusto alla scrittura privata e anche la piccola cerchia di scrittori-lettori-amici di paese si era ormai sfaldata. Così il 24 gennaio del 2001 apro un sito e decido di usarlo per scrivere le cose che mi vengono in mente. Mando una mail a qualche amico, ma non credo che nessuno abbia davvero seguito il link. Per un po' lo uso da blocco appunti – un blocco interlocutorio, perché non ho la minima idea di cosa fare da lì in poi: Rimettersi a studiare? Darsi al fundraising ministeriale? Restare semplicemente dove sono? Nel dubbio scrivo.
In maggio una sconosciuta da Chicago mi scrive per dirmi che le piace come scrivo. Anche lei ha un sito come il mio, si chiamano blog. Il suo si chiama anche La Pizia. Pizia, dove sei? Tutto questo è anche colpa tua!

Periodo epico
Il 13 maggio 2001 B. vince le elezioni e uno stormo di piccioni mi sbianca la macchina. Disperato, ma non domo, decido che farò tutto il possibile per cambiare il mondo – e il blog è il primo strumento che mi viene in mente. Tutti stanno già parlando del G8 di Genova in toni apocalittici, e io decido di andarci. In capo a pochi giorni divento una figura di riferimento – alle Diaz faccio funzione di portiere di notte, e intanto aggiorno il blog. La sera del 21 luglio sono in fila per aggiornare quando Glauco mi fa: vieni a bere qualcosa? Io avrei tanta voglia di lanciare al mondo i miei pensierini, ma inspiegabilmente lo seguo. Così, un quarto d'ora dopo, quando le camionette e le ambulanze arrivano (insieme) davanti alle due scuole, noi ci stiamo sbarrando nella birreria dietro l'angolo.
Dopo il G8 nasce Attac, con la sua sezione modenese; poi c'è l'11 settembre, la guerra in Afganistan, il Forum Sociale, un corteo al mese, e l'Iraq che si profila all'orizzonte. Succedono cose terribili e bisogna essere forti: cambio casa e lavoro, dagli ozi della new economy alla trincea della scuola media. Nel frattempo è tutto un fermento di idee, forum, discussioni… Ho messo anche un contatore, che nei giorni di Genova s'impenna: 80 accessi al giorno! Mi sembrava impossibile.

Periodo classico

Lentamente, ma inesorabilmente, questa idea del blog prende piede: nasce e prospera una comunità di persone unite solo dal vizio di postare, con le sue liturgie e i suoi punti di riferimento. Nell'ottobre del 2002 vengo lincato da Neri e Wittgenstein, e il contatore schizza su, su, duecento, trecento, quattrocento (e si ferma poco più su). Sviluppo una psicosi che m'impedisce di non postare una volta al giorno, cinque giorni a settimana. La vita sociale ne risente, ma chi se ne frega, il blog mi ha unito a una ragazza lombarda accessibile solo nei weekend.
Divento una piccola autorità nel settore. Rilascio interviste a Grazia e a Internet News. Finisco su tre libri. Mi monto la testa? Sì, probabilmente. Son pur sempre uno dei primi. Sputtano Camillo nel suo settore, anche se non lo ammetterà mai (perché è un bamboccione). Siccome un'idea al giorno è oggettivamente impossibile, imparo ad amministrarmi: sviluppo rubriche e tormentoni. Deriva populista, si direbbe oggigiorno. In realtà mi do via gratis; ma per un anno e mezzo è divertente.

Decadentismo
Smette di essere divertente nel 2004. In quel periodo sto vivendo di tre part time simultanei, più un ritorno di fiamma accademico, e sento che il livello delle idee nella vasca del cervello sta andando giù, giù, manca poco perché i miei utenti odano chiaro il risucchio finale. Anche il contatore flette un po' (ma nemmeno tanto). Indulgo in polemiche deliranti con personaggi improbabili, sto perdendo il controllo. Approfitto del nuovo menage con la mia donna per rallentare gli interventi: però non riesco più a capire a che mi serve il blog. Ormai ce l'hanno tutti, e scrivono di tutto: non è più la piccola arena di una volta, ognuno ha la sua stanza privata, come in chat. Perché dovrebbero venire nella mia? Cosa ho da offrire di diverso, di migliore, di più durevole? La speranza di passare a qualche tipo di professionismo letterario o giornalistico mi ha abbandonato, anzi ufficialmente non l'ho mai nutrita. "Forse", mi dico "il blogging ha esaurito la sua spinta propulsiva". Povero imbecille.

Futurismo
Decido di rompere il giocattolo, in modo che i pezzi non si possano più rimettere assieme. Mi metto in standby e poi faccio un salto di vent'anni nel futuro. Per un po' la vasca si rimette a pompare idee, ma in capo a due mesi sono di nuovo a secco. È un periodo difficile per mille altri motivi.
Nel frattempo tutt'intorno è un fiorire di blog professionali. Sì, c'è gente che dopo tanta fatica è riuscita a farsi pagare per lavorare al proprio giocattolone. Alcuni sono sempre stati più bravi di me, altri sono idioti patentati, a me non resta che sopportare virilmente e mangiarmi le mani in silenzio. Il blog dal futuro dimezza gli accessi, ma alla fine trova un suo pubblico: contenti loro.

E adesso
Non lo so. Mi sono stancato di guardare al futuro. Ma ho notato che più passano gli anni e più mi ritrovo sui blog. Ne scrivo meno e ne leggo di più.
Senz'altro qualcuno ci sopravvaluta. Google, per esempio, continua a fidarsi di noi in modo indecente. Ma col tempo comincio a pensare che si tratti di un modo per responsabilizzarci. Quando tutto quello che diciamo è indicizzato, forse dovremmo dire meno cazzate e più verità.
Fine dell'intimismo, insomma. E fine dei deliri autoreferenziali, come questo. Si tratta di procurare informazioni dettagliate e verificabili all'utente. Il modello è wikipedia: tutto è imperfetto, tutto si può migliorare, tutti sono responsabili. I risultati – per ora – sono una minibiografia di Sharon e una cattiveria su D'Alema. Funziona? Dal contatore sembrerebbe di sì, ma è una faticaccia. E il fraintendimento è sempre dietro l'angolo, come mi ha insegnato Libero. Insomma, non so quanto potrà durare. Tanti auguri a me.

A questo punto, come vuole la tradizione, debbo chiedervi quale post del 2005 vi è piaciuto di più. Di seguito vi allego un po' di proposte, ma voi potete sceglierne anche altri (il livello, rispetto all'anno scorso, è sceso nettamente).

Casa, dolce casa
“Papà, ti sanguina la faccia”.
“Tesoro, ti piacciono le carote?”

Il Trimonio spiegato a mia figlia, uno e due
"E allora quando io sarò grande, ci si potrà sposare in quattro, sembrerà una cosa normale".
"Ancora con questa storia? No, tesoro, non ci si potrà mai sposare in quattro".

Civilization VII: Lo Scenario Rutelli (e seguenti)
La sollevazione popolare nella città di Genova è stata sedata.
"Ottimo".
Perdite: una unità.
"Che significa?"


Democrazia abrogativa
"Oggi ho votato, nell'ordine: NO all'abrogazione del divieto di fumo nelle classi scolastiche, SI' all'abrogazione di all'enciclica De anima illa quam spermata quoque habent che sancisce che gli spermatozoi hanno un'anima, SI' alla rimozione di un condono edilizio per le case costruite sulla spiaggia di Torino; SCHEDA BIANCA al bilancio agricolo del mese scorso; NO…"
"La mente vacilla".

Il buon Pastore
perché non sono normale, la gente normale vede sparire il suo passato in nuvole rosee di rimpianto, mentre il mio passato è una piaga purulenta e vergognosa che puzza.

Agente CoPro, Operazione Stay Besides!
"Che la strage del Cermis era stata provocata da un kamikaze siriano che si era rotolato nella neve causando una valanga che aveva trascinato con sé i tiranti della funivia, malgrado l'eroico sforzo dei piloti USA di salvare i passeggeri…"

La fine??
Ogni umano è tuo figlio o tuo padre, ogni umana è tua figlia o tua madre. Ogni umano che muore, tu l'hai ucciso. Ogni umano che vive, tu l'hai generato.

La guerra dello stile di vita (su Piste).
Noi combattiamo per la nostra sicurezza, il nostro diritto a consumare tot petrolio a tot cents il litro, le nostre mensilità, il nostro traballante benessere. Per i piaceri della vita che i terroristi ci invidiano e che hanno intenzione di rovinarci. Ecco perché combattiamo.

Logo o non logo
Io Lapo Elkann, forse non è il momento giusto per dirlo, ma non l'ho mai capito veramente. (su Piste)

Ciao, come mi chiamo non ha importanza (su Sacripante!)
io non ho niente contro le grandi città, molte delle mie migliori amiche sono metropoli.

Albo d'oro
2001: ?
2002: Ungaretti
2003: Basic Culture Simulator 1.0
2004: Titicaca Lake
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