Ci avete messo due anni a sentire la puzza dell'Italicum, nascondetevi

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Buongiorno, mi chiamo Leonardo e non m'intendo di niente in particolare. Una cosa che seguo proprio male è la politica, non guardo neanche i talkshow, non leggo più gli editoriali e i retroscena, insomma, non ne capisco niente.

"Col tie-break non è democrazia" (gennaio 2014).
La prima volta che sentii parlare di una legge elettorale Renzi-Berlusconi - quella che poi è diventata l'Italicum - la trovai subito molto brutta, e soprattutto poco avveduta. Eravamo a inizio 2013, la situazione era già da quasi un anno tripolare, oserei dire più tripolare che adesso. Che due dei tre poli si accordassero su una legge elettorale mi sembrava inevitabile - tanto più che il terzo polo, il M5S, aveva palesato in tutti i modi la sua indisponibilità a collaborare. Quello che proprio non riuscivo a immaginarmi, e trovo ancora inspiegabile, è che Renzi e Berlusconi si fossero messi d'accordo su una legge che favoriva proprio il M5S. Perché è così: nell'autunno 2013 era talmente chiaro che l'Italicum favorisse il M5S che me ne ero accorto persino io.

Nei giorni successivi Renzi incassò i complimenti di gran parte dei dirigenti Pd, che salirono sul palco a turno a spiegare quant'era bello l'Italicum, quant'era democratico. A me invece non piaceva: non solo perché favoriva il partito del dissenso (quello tutto sommato era il male minore), ma anche perché istituiva un premio di maggioranza assolutamente sproporzionato, e i premi di maggioranza in generale sono cose rare nei Paesi davvero democratici: li ha inventati Mussolini, e oggi li usano solo in Grecia e San Marino. Il ballottaggio, poi, che in sé non è un'idea cattiva, ha senso in una repubblica presidenziale, non in una parlamentare. Gli stessi Renzi e Berlusconi sembravano volerlo evitare fissando una quota ridicolmente bassa - all'inizio il 35, poi il 37%. Una minima competenza aritmetica, nel 2013, mi suggeriva che se il 37% degli elettori vota per te, il 63% - quasi il doppio, non ti vuole. Se in barba a questa aritmetica tu governi lo stesso, e disponendo di una larga maggioranza fissata per legge, ebbene, forse non è più esattamente democrazia: questo io pensavo tre anni fa e sospettavo anche che la Corte Costituzionale, appena interpellata, avrebbe fatto di questa legge pezzettini, come della precedente di cui tutto sommato era una versione più fantasiosa e pastrocchiata.

Nei mesi successivi l'Italicum divenne una specie di simbolo di Renzi: una legge pasticciata, probabilmente incostituzionale, che lo avrebbe danneggiato, e che però doveva assolutamente passare perché... ci aveva messo la faccia. La contiguità strettissima tra l'italicum e la faccia-di-Renzi era tale che chiunque osasse parlar male della legge veniva accusato di farlo per puro odio antirenziano: uno stimato editorialista a un certo punto propose l'esperimento mentale di immaginare la stessa legge inventata da Bersani. Ci provai: mi faceva schifo lo stesso. Perché è proprio brutta, capite. E non è vero che la trovo orrenda perché l'ha inventata Renzi. Piuttosto il contrario: come posso non trovare orrendo Renzi, che ha avuto la possibilità di scrivere una legge elettorale decente e invece ha partorito questa merda? L'Italicum resse anche la fine del patto del Nazareno. Dopo la botta di ottimismo delle europee, la soglia per il ballottaggio fu spostata al 40%, un numero che si potrebbe anche considerare ragionevole, se esistesse un'altra democrazia seria al mondo dove i ballottaggi scattano sotto al 50%, quella quantità che è tradizionalmente considerata la metà di 100.

Sono passati altri due anni, e adesso l'Italicum non lo vuole più nessuno, neanche al Pd. Lo stesso presidente emerito Napolitano ci ha fatto capire che sì, andrebbe proprio cambiato. Non passa fine settimana senza che qualche esponente del Pd non ci comunichi la sua proposta che, bisogna ammetterlo, quasi sempre è peggiorativa: e ci vuole impegno a peggiorare la schifezza che è l'Italicum. Però di questo parliamo magari un'altra volta. Questo non è un pezzo serio, non è un pezzo in cui si fanno proposte operative. Quando ho iniziato a scriverlo, questo pezzo voleva descrivere un senso di vertigine. Mi chiamo Leonardo e non m'intendo di niente in particolare. Una cosa che seguo proprio male è la politica, non guardo neanche i talkshow, non leggo più gli editoriali e i retroscena, insomma, non ne capisco niente. Com'è possibile che sull'Italicum abbia avuto ragione sin dal primo momento, quando tutti si spellavano le mani e salutavano in Renzi il principe della Governabilità?

Cosa vi è successo per due anni, dove avevate messo gli occhi per vedere, e soprattutto le nari per annusare l'enorme cagata che quel ragazzo - in buona fede, per carità - stava facendo? Stavate nel Pd e dicevate sì, beh, si può migliorare ma sembra una buona base di partenza, 'sta cagata immonda: perché non andate a nascondervi? Scrivevate sul giornale che la governabilità, eh sì, la governabilità, e ci avete messo due anni per accorgervi che ops!, l'Italicum rischia di regalare il parlamento alle forze meno predisposte per governare: con che faccia riuscite a mettere ancora la vostra firma in calce alle vostre colonne di pensierini ponderati? Non ci avete capito niente, nessuno ci sta capendo niente. Io meno degli altri, ero solo un tizio che tre anni fa vedeva Renzi nudo in mezzo alla strada, con in mano un'enorme stronzo a forma di legge elettorale. Ma sapete una cosa? Anche questo ruolo mi ha stancato, comincio ad avere un'età per questa cose.

Mi piacerebbe vivere in un Paese dove gli esperti, i professionisti, non corrono dietro alla prima bandiera che accenna a sventolare. Renzi alle europee prese 11 milioni di voti - tre milioni in meno di Veltroni, che sembrava sconfittissimo nel 2008: uno in più di Bersani, che sembrava bollito nel 2013. Quel milione in più vi è salito al cervello, per due anni non avete più capito niente. Pensavate che fosse irresistibile e per carità, è una proiezione come tante, per qualche settimana forse l'ho pensato anch'io. Ma anche ammettendo un Renzi invincibile, anche immaginando un'improvviso boom economico che poi, disdetta, non c'è stato, l'Italicum continua a essere una brutta legge che con la scusa patetica della Governabilità crea un presidenzialismo di fatto: persino chi crede Renzi il migliore dei leader nel migliore dei mondi possibili, avrebbe potuto riflettere sul fatto che non è eterno, che prima o poi dovrà cedere il suo scettro, che il rischio di regalare il Paese a un futuro Uomo della Provvidenza con quella legge è altissimo, e che questo tipo di Uomini di solito la Provvidenza ce li fornisce pessimi. Tre anni in cui i renziani sembravano piovuti dalla Corea del Nord, Renzi Leader Eterno, Renzi Sole dell'Avvenire. Adesso dice che non si ricandiderà dopo il secondo mandato, si crede Obama, nessuno che gli faccia presente che un mandato presidenziale e un incarico espresso da una maggioranza parlamentare sono due cose proprio sostanzialmente diverse. È da tre anni che pasticcia con l'ordinamento costituzionale, uno spettacolo imbarazzante, e ancora più imbarazzanti sono gli osservatori laureati e addottorati che fan finta di trovare la cosa degna d'interesse. È come se la mia generazione fosse ancora all'asilo, facciamo un brogliaccio col pennarello giallo e le maestre ci applaudono, c'è senz'altro un po' di Van Gogh, in questo ragazzo, riconosciamoglielo sennò si rimette a piangere, pesta i piedi, poi si lamenta coi genitori, per carità, per carità, è un genio.
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