Tredicesimo mese del tredicesimo anno

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In azzurro il 2013, in arancione il 2012. Dai dai dai!
Consuntivo 2013

Buon anno, ed eccoci arrivati al consueto autoreferenziale appuntamento. Il titolo di questo pezzo avrebbe dovuto essere "a proposito, il blog è vivo", o "lunga vita a...", ma me lo ha bruciato Kottke e non è che fosse poi questa idea geniale dopotutto.

Bisogna spiegare che il consuntivo dell'anno scorso si chiamava "a proposito, il blog è morto", e proprio in virtù di questo titolo (variazione su un tema abusatissimo) fu molto condiviso e aprì una discussione sullo stato della blogosfera, vi giuro che una volta la chiamavamo davvero così: blogosfera. La discussione aveva poco a che fare col contenuto del pezzo in sé; giustamente molti non ritennero necessario andare molto oltre al titolo, appena quanto necessario a scoprire che il blog di cui si dichiarava la morte era il mio. Non "il Blog" in generale, ma proprio questo mezzo zombie che state leggendo. Alla fine del 2012 se ne constatava il decesso: non era più un blog nel senso tradizionale del termine, somigliava sempre meno al diario personale; stava diventando semplicemente una raccolta di lanci di pezzi che finivano altrove (sull'Unità, sul Post, su +eventi), e benché ad alcuni lettori la cosa dispiacesse a me sembrava inevitabile, amen, addio. Sono morto, alè! Fiammata di accessi.

E non è nemmeno la prima volta. Trucchi di repertorio.
Invece a fine 2013 titolare "il blog è vivo" suona meno interessante. Di sicuro non farà nessuna fiammata. Per fare le fiammate bisogna dichiarare la morte di qualcosa, te lo insegnano nelle redazioni il primo giorno, credo. Poi resta tutta da dimostrare - la vita, intendo.

- The blogs are alright
Non la vita dei blog in generale. Quelli se la passano molto bene, persino in Italia. È vero, la vecchia guardia ormai ha mollato, resta soltanto qualche pittoresco superstite con gli abiti tradizionali, la gente passa e si fa gli autoscatti. E intanto però Diego Bianchi e Makkox hanno un bel programma su rai3; Zerocalcare è stato uno dei casi editoriali dell'anno, è tutta gente che abbiamo conosciuto sui blog, anche se suona un po' strano dirlo in giro. Ormai in determinati contesti se dici "blogger" non parli più di internet, ma di cucina (o di moda, quest'ultima in Italia con sfumatura ironica obbligatoria). E di sicuro mi dimentico qualche altro caso importante - ah, giusto: Beppe Grillo ha quasi vinto le elezioni. Insomma sì, facebook si sta mangiando internet, e anche twitter è tantissimo importante, però i blog ci sono, non sono affatto morti, chi ha detto che sarebbero morti? L'ho detto io? Mi avete capito male, io intendevo il mio. Comunque non è morto neanche il mio dopotutto.

- Anch'io me la cavo tutto sommato 
Questo non era previsto. È la prima volta da quando ho messo analytics (2009?) che gli accessi aumentano rispetto all'anno precedente. +5% le visite, +4% le pagine visualizzate, ok, bruscolini, ma stavo perdendo un dieci per cento all'anno. Potrebbe trattarsi di un semplice rimbalzo tecnico: ovvero, era quasi impossibile andar peggio dell'anno scorso. In realtà avrei persino potuto farcela - ma ci sono state le elezioni. A dire il vero di elezioni ce ne sono state tantissime in 13 anni di blog, ma queste sono state particolari. Per fare un esempio, due pezzi scritti qualche giorno prima e qualche giorno dopo delle elezioni, oltre a essere i due pezzi più letti in assoluto negli ultimi quattro anni, in totale hanno fatto più traffico dell'intero mese di agosto. È come se il 2013 avesse avuto 13 mesi: gennaio, febbraio, beppegrillo, marzo, eccetera.

02/mar/2013, 238 commenti
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21/dic/2013, 111 commenti
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16/nov/2013, 203 commenti
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- Picchi e zoccolo
Quindi il blog sta crescendo? Sì e no. Bisogna separare picchi e zoccolo. Fino a qualche anno fa la maggior parte del traffico di un sito come questo era costituito da lettori abitudinari: gente che ti legge tutti i giorni o con cadenza comunque fissa. Ti conoscono, hanno il tuo indirizzo nei preferiti, o un feed reader che sforna sul loro video ogni tuo post appena pubblicato. Ovviamente uno zoccolo di questo tipo va manutenuto e rassicurato, mediante la ripetizione di contenuti noti (il numero contro Berlusconi, ecc). Lo zoccolo si sta erodendo da anni, è uno sfarinamento lentissimo e apparentemente irrimediabile, la congiura del tempo che passa, dell'autore che si rincoglionisce, dei suoi lettori che si stancano e non vengono rimpiazzati da più giovani, di google che ritocca gli algoritmi, ecc.. In compenso stanno aumentando i picchi: anche quest'anno, nel 2012, i tre post più letti sono anche i più letti degli ultimi quattro anni. I picchi sono quei momenti straordinari, non calendarizzabili, in cui il tuo blog fa cinque, dieci volte gli accessi normali. I lettori del picco non sanno chi sei, raramente hanno letto altre cose di te. A volte non sanno nemmeno di essere su un blog. Arrivano per lo più da facebook (twitter ci prova, ma non ce la fa). Invece un tipo di traffico che non esiste praticamente più è quello in arrivo da altri blog. Non ci linchiamo più. Perlomeno, gli altri non mi lincano più, io cercherò di continuare e di lincarvi anche più spesso, non bisogna arrendersi. Anche se alla fine anch'io spesso finisco per trovarvi su facebook. E anche voi, ammettetelo, magari mi avete nei preferiti, ma non ci cliccate più da un pezzo. Invece se mi trovate in bacheca e se il titolo vi stuzzica, clic...

Questo più o meno dà un'idea di cosa sarà andare a pesca di lettori nel 2014: aspettatevi titoli accattivanti, ma anche didascalici (sull'Unità dopo trenta caratteri te li segano, e se metti "Grillo" davanti il tuo contenuto vale il doppio), a cui seguiranno contenuti sempre più brevi perché anche voi vi state stancando di scrollare. E casomai qualcuno chiedesse: sì, questo blog i lettori se li va a cercare, è la parte divertente del gioco (e i soldi? sempre troppo pochi per parlarne).


- Zeitgeist: c'è dell'aggressività
Oltre a essere state il climax dell'anno (un po' troppo in anticipo), le elezioni ne hanno anche determinato la tonalità dominante, un livido giallino. Non c'è più un obiettivo comune contro cui dare addosso tutti assieme, qualcosa che rassicuri nel momento stesso in cui lo si attacca: non c'è più il bel Berlusconi di una volta, insomma. Qualcuno sta provando a sostituirlo con Napolitano - perlomeno ho la sensazione che molte critiche a Napolitano, più che da un'analisi attenta dell'esercizio delle sue prerogative durante il primo e il secondo mandato, nascano dalla necessità psicologica di trovare un tizio contro cui dare addosso tutti assieme, da sinistra, da destra, da Grillo che non vuole star troppo né da una parte né dall'altra, eccetera.

Io poi non è che mi intenda molto di nulla, però sto in questa grande gabbia globale da un sacco di tempo e fidatevi: era da anni che non sentivo tanta aggressività nei commenti o nei trollaggi. Dal 2003, più o meno, la seconda guerra del Golfo, quando quasi dal nulla spuntò una rete di blog neoconservativi molto bellicosi. Uno dei loro distintivi era il motto "antropologicamente inferiore", che risento oggi rimasticato da qualche grillino inconsapevole - magari è la stessa gente, o almeno gli ultracorpi hanno preso le medesime sembianze. Se poi mi chiedete che fine abbiano fatto tutti i tizi che a quel tempo difendevano la guerra al terrore, la guerra conto le armi di distruzione di massa, la guerra per l'esportazione della democrazia, insomma la guerra, non lo so: sono scomparsi dal radar alla spicciolata, uno alla volta. Un po' mi mancavano. Adesso ci sono i grillini. Sembrano meno equipaggiati dei loro antecedenti; raramente un loro link esce dagli angusti confini linguistici del bel Paese dove il sì suona e nessuno sa scriverlo con l'accento. Si incontrano probabilmente su facebook, ma chi sono io per giudicarli. Anch'io sono sempre più spesso su facebook. È una cosa che ho notato.

- Facebook è tutto ormai
Se devo fare un'analisi dei miei comportamenti, direi che il 2013 è l'anno in cui mi è passata la scimmia di twitter. Continuo a usarlo per lincare contenuti interessanti, oltre ovviamente a qualsiasi cosa provenga da qui (è autopromozione, è l'unica cosa che funzioni, mi dispiace). Ma dove li trovo i contenuti interessanti? Su facebook, appunto. È un ambiente che non mi è mai piaciuto, e che non ho mai avuto la pazienza per voler capire (ma mi domando se qualcuno ci capisca sul serio, Zuckerberg incluso). Ci sono entrato anni fa nel tentativo di capire che tipo di traffico mi stesse mandando, informazione che Zuckerberg ha deciso di tenersi stretta. Ho accettato qualsiasi richiesta di amicizia e il risultato è una bacheca piena di sconosciuti che socializzano cose che quasi mai dovrebbero interessarmi - e invece sta davvero diventando la mia finestra sul mondo. Questa è una delle tante novità inquietanti del 2013 - l'altra è che sto per coprire col nastro adesivo la webcam. Ho letto che Attivissimo l'ha già fatto da un pezzo e tutto sommato mi sembra la cosa giusta da fare. Se me l'avessero raccontato un anno fa mi sarei messo a ridere. Un argomento su cui non ho scritto una riga è il caso Snowden. Non avevo in effetti niente di originale da dire. Ma l'inquietudine sottile che abbiamo sentito da quel momento in poi è forse la cosa più importante che tratterremo dal 2013. Buon anno. Difficilmente potrà essere peggiore.
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Exit Palla

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Oggi sarà la giornata degli exit poll. Alle tre del pomeriggio chiuderanno i seggi e partiranno le dirette televisive.
Queste dirette televisive, per alcune ore, non avranno nessun dato significativo, e quindi, come è prassi, vi cucineranno il solito brodo di chiacchiere ed exit poll che voi non avete mai chiesto, e che invece (almeno in Rai) vi faranno pagare. Bene, in questo momento vale la pena di ricordare che gli exit poll italiani hanno una particolarità storica che li rende straordinari, un caso unico nella scienza statistica. Non ci prendono mai.
E per mai intendo proprio mai, eh? Ogni elezione una cantonata. Al punto che, quasi quasi, quest'anno sarei portato a fidarmi. Così, per una semplice interpretazione volgare della legge dei grandi numeri: possibile che col variare degli anni e degli istituti statistici, gli exit poll si siano sempre sbagliati? Ma ripetendo le elezioni da qui all'eternità, prima o poi si troverà un exit poll azzeccato: perché non quest'anno? Dopotutto è bisestile.

L'alternativa economica sarebbe farseli in casa, questi exit poll, tirando la monetina: consapevoli che un normalissimo pezzo da 1€, se lanciato nell'aria, ha una possibilità di azzeccare una previsione pari al 50%, quindi assai superiore agli errori commessi dagli istituti che si sono fatti pagare per gli exit poll del 2006.

Chiudo copiando quello che scrissi in calce a un pezzo di Mantellini, due anni fa (non si butta via niente): l'exit poll, oltre a essere pericoloso per chi lo fa e per chi lo consuma, è assolutamente inutile. Ventiquattr'ore dopo non se ne ricorda più nessuno - a meno che non sia totalmente sbagliato. L'exit poll è il SUV della statistica: consuma un sacco di energia e credibilità e dà solo problemi di parcheggio.
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