Ma l'autocritica di cosa

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Uno dei tag di questo decrepito sito, lo trovate molto in basso, recita "la sinistra perde anche per questo motivo": sì, questa idea che la sinistra perda sempre e debba fare sempre autocritica era un luogo comune abbastanza nauseante già vent'anni fa. In seguito abbiamo perso altre volte – si potrebbe dire che abbiamo perso sempre – ma non mi pare sia successo per difetto di autocritiche. Potrebbe anche darsi che ci manchi l'opposto: un po' di autostima. Non tantissima per carità, diciamo quel minimo necessario a non leggere il Foglio come successe a tanti a partire dal povero Veltroni; a non soccombere all'idea del leader carismatico che prima o poi vincerà delle immaginarie elezioni in stile americano – tutta una fantasia di riscatto grazie alla quale ci siamo letteralmente scritti una legge elettorale su misura di Giorgia Meloni e adesso dovremmo anche ascoltare gente che ci spiega che la sinistra ha perso perché non è stata abbastanza di destra. Metto le mani avanti: io il Pd non è che l'abbia votato, e non è che ci sarei rimasto male se avesse perso seriamente (l'ho pure scritto), aprendo magari la porta a una fase costituente eccetera. Ma non è andata esattamente così, guardando i numeri; non sopporto chi parla male del Pd per automatismo, o per una reazione ideologica che non riconosce in sé stesso e denuncia negli altri: e non mi dispiacerebbe che adesso qualcuno dalla base del Pd alzasse un minimo la voce e dicesse: ma autocritica di che? Un partito senza più un leader, con una dirigenza visibilmente raccogliticcia e dimissionaria; senza una direzione e con una strategia perdente; che senza venire da un particolare successo elettorale ha comunque partecipato agli ultimi governi, prendendosi la responsabilità di decisioni responsabili ma pesantissime per la qualità della vita degli italiani; un partito che veniva percepito come quello del rigore e dei sacrifici, abbandonato lungo la strada anche dai quotidiani della sua area, che avevano deciso di sponsorizzare l'ennesimo progetto centrista, l'ennesimo portaborse di Montezemolo; un partito condannato alla sconfitta è andato alle elezioni e si è preso quasi il 20%, quasi un quinto degli italiani lo hanno votato, e adesso dovremmo fare l'autocritica? Per carità, un po' di esame di coscienza non fa mai male, e non c'è dubbio che a contarli mancano quasi un milione di voti. Il M5S ne ha persi parecchi di più ma non sembra che nessuno chieda a Conte una particolare autocritica, anzi ci si complimenta per lui per il notevole risultato e la cosa ha un senso: la fase dei partiti di massa è finita da un pezzo, il periodo in cui si misurava l'insuccesso di un partito da una lieve flessione e un +2% era un terremoto politico è certamente finita. Nessuno poteva aspettarsi da Conte un risultato molto migliore: ma nemmeno da Letta, via. Il motivo per cui dal giorno dopo siamo bombardati da articoli su perché la sinistra perde ha ben poco a vedere con l'oggettiva prestazione elettorale (che io trovo persino sorprendente: voglio dire, Enrico Letta con le mani legate ha fatto il 19%!: chissà se gliene sleghi una, o se magari trovi per il partito di centrosinistra una faccia che non sia quella del nipote di Gianni Letta). Ha più a che vedere con l'inerzia: eravamo tutti convinti che il Pd avrebbe perso e probabilmente molti editoriali erano già nel cassetto assai prima del 25 settembre.

In particolare ho sentito dire che ce n'è uno che spiega che la sinistra deve abbandonare il "politically correct", proprio così, siamo nel 2022 e questo sarebbe il problema, altro che guerra in Ucraina e crisi climatica e pandemia: il politically correct. Avverto che non l'ho letto: non si tratta di snobismo, è dietro il firewall di un quotidiano a cui non intendo dare più un soldo. Siccome non l'ho letto, non lo discuto, perché a dispetto del titolo scemo potrebbe trattarsi di un intervento molto intelligente: non sarebbe la prima volta che il titolista fodera di merda un contenuto di qualità per renderlo annusabile ai suoi lettori ideali, sono cose che succedono, chi è senza peccato scagli il primo titolo intelligente. Preferisco fermarmi al titolo, perché davvero, il problema è tutto lì: chi scrive titoli del genere, non sta partecipando a una sessione di autocritica della sinistra. Chi usa "politically correct" continua a mettere in circolazione una definizione di destra, che serve alla destra per costruire un determinato quadro ("frame") intorno agli argomenti della sinistra. Magari lo fa in buona fede, ma... nel 2022? Sul titolo di un quotidiano nazionale? Naaa. Questo non significa che non si possa discutere di tante cose, a sinistra, e avere un atteggiamento critico nei confronti di un certo tipo di approccio, chiamiamolo woke: vogliamo aprire un dibattito sul linguaggio inclusivo? facciamolo pure, io nel mio credo di averlo aperto più volte. Ma lo chiami, appunto, linguaggio inclusivo. Se lo chiami "politically correct", sei il tizio di destra che vuole spiegarci come essere di sinistra: accetta la cosa, votati il tuo Calenda e levati di torno. La sinistra ha tanti problemi e tu non sei la soluzione. Non sei neanche la sinistra. Forse sei il problema. 

Comments (3)

La Ballerina della Spada wrote ...
*potrebbe essere
Scusate, mi era rimasto un "essere" nella tastiera.
10/9/2022, 2:42:00 PM

La Ballerina della Spada wrote ...
"Un partito senza più un leader, con una dirigenza visibilmente raccogliticcia e dimissionaria; senza una direzione e con una strategia perdente"

Ecco, non è che un obiettivo serio potrebbe tornare ad avere una dirigenza sensata?

"che senza venire da un particolare successo elettorale ha comunque partecipato agli ultimi governi, prendendosi la responsabilità di decisioni responsabili"

Forse è stato proprio questo che ha permesso al PD di rimanere intorno ad 1/5 dei consensi: alcuni elettori hanno apprezzato il senso di responsabilità che il PD ha sempre dimostrato nei confronti del Paese, riparando a danni (perlopiù di natura finanziaria) generati da altri.
Sulle questioni di sinistra il PD lascia abbastanza a desiderare, ma perlomeno sa gestire le finanze pubbliche in maniera rigorosa.
10/9/2022, 2:41:00 PM

Nadia da Lucca wrote ...
Analisi interessante. Nonostante lo stato catatonico della propria dirigenza e nonostante negli ultimi anni il PD si sia auto boicottato in sede parlamentare le proprie migliori proposte, nonostante l'assoluta timidezza (oserei quasi dire paura) nell'approcciarsi a tematiche quali la cittadinanza per chi studia qui, il dissesto ambientale, i diritti civili, la questione energetica, la gestione dei rifiuti, eccetera, nonostante tutto ciò vi è un 20 % dei votanti che ha comunque deciso che il PD rappresentasse la migliore scelta da fare nel segreto della cabina elettorale.

Potremmo domandarci come mai nonostante tutto ciò il partito abbia retto.
Forse quelli che da me sono considerati punti di debolezza, altri li interpretano come punti di forza?
O forse vi è uno zoccolo duro di elettori irriducibilmente legati al PD e pronti a dargli fiducia poiché ritiene non credibili tutte le altre alternative?

Ma soprattutto, nell'ipotesi che il PD metta da parte la propria timidezza, cessi di auto sabotarsi e intraprenda una strada più legata a temi propri della moderna concezione socialdemocratica europea, guadagnerebbe o perderebbe consensi?
10/7/2022, 3:00:00 PM

Non sei neanche fascista: non sei niente

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È dall'inizio della campagna elettorale che l'approccio di molti interlocutori aa Meloni è chiederle se per caso è ancora fascista. Si capisce che qualcuno meno scaltro a questo punto sarebbe sbottato: sì perdio certo che son fassista, vincere e vinceremo, eja eja alalà, basta che mi facciate anche qualche altra domanda. Aa Meloni, invece, resiste: del resto è una vita che non fa altro, con strategie varie che dimostrano se non altro una certa creatività, ad esempio l'ultimo eufemismo è stato una cosa del tipo quando Fini disse che il fascismo era il Male Assoluto io non mi dissociai, e inoltre io aggiungerei che a piazza San Sepolcro lei non c'era (sul serio: non risulta dall'appello), se solo due indizi facessero una prova... insomma è dall'inizio della campagna elettorale che i giornalisti riescono a farle prendere le distanze dal fascismo senza alienarsi la base fascista, il che ci pone il solito problema: è brava lei o sono fresconi i giornalisti? O forse si sono messi d'accordo, a questo punto il dubbio è lecito.


È dall'inizio della campagna elettorale che mi sorprendo a pensare (sbagliando): se fosse fascista, aa Meloni, almeno sarebbe qualcosa. Mentre invece cos'è? Una che è fascista se tu sei fascista, draghiana se ti preoccupi dell'economia, putiniana se odi la Nato, ma invece riflettendo bene la Nato ti piace e allora ecco che aa Meloni ci riflette pure lei per un istante ed è atlantista, anzi lo è sempre stata. Ora questo in effetti è un carattere del fascismo italiano, che prima di essere un'ideologia era una banda di gente che cercava di arrivare al potere puntellandosi su qualsiasi ideologia fosse disponibile in quel momento: partivano socialisti (più soreliani che marxisti), si ritrovarono nazionalisti perché il quel momento il settore era un po' sguarnito ma promettente, avevano la loro dottrina sociale ma dovevano anche tenersi buoni gli industriali che li foraggiavano, eccetera eccetera. Insomma una certa perversa coerenza la tizia ce l'ha, ma chissà se ne è al corrente – voglio dire, parliamo di una che qualche anno fa era convinta che il 24 maggio fosse l'anniversario del Piave: ad associarla al fascismo storico si rischia di conferirle una profondità culturale che non merita. E un'etichetta antisistema paradossale: parliamo di una tizia che appunto, era già capocorrente AN quando Fini lo traghettava nel Polo delle Libertà e Salvini toglieva le rotelle alla bicicletta (e potrebbe averle tolte troppo presto), una che è stata già ministro, in particolare ministro daa gioventù e nessuno si ricorda cos'abbia fatto in quel dicastero – non l'ha fatto squattare ai tizi di Casapound e sorcerie consimili, è già qualcosa. Il meccanismo di fascinazione collettiva per cui a un certo punto ci convinciamo tutti che il tal personaggio tv è la Cosa Nuova della politica, anche se lo conosciamo da trent'anni e da trent'anni le paghiamo qualche stipendio qua, qualche gettone là, è davvero singolare – o forse si sono messi d'accordo i giornalisti, davvero. 

È dall'inizio della campagna elettorale che ci ripetiamo che aa Meloni vincerà: pare lo dicano tutti i sondaggi, che sbagliano sempre ma non possono sbagliare così tanto. Quello che sorprende di più è che non sembra dilagare al Sud, dove il M5S tiene, ma al Nord, dove molti ex elettori berlusconiani e leghisti dovrebbero spostarsi sulla faccia nuova (salvo che nuova non è affatto, ma si vede che è la più nuova che gli è rimasta: che la nostra voglia di facce nuove sorpassa di molto la nostra capacità di produrne). Ora, è pur vero che il centrodestra italiano dal 1994 ha sempre funzionato in questo modo, sviluppando etichette diverse che si adattassero al territorio a dispetto della coerenza interna: per cui i leghisti federalisti andavano tranquillamente in coalizione con i finiani centralisti anche se nessuno li vedeva mai nella stessa stanza. È persino possibile che una volta mandati questi fratelliditalia al potere, gli elettori del Nord non notino nessuna differenza con le gang berlusconiane e leghiste che ci avevano mandato fino alla scorsa legislatura, tanto sovrapponibili sono la maggior parte dei temi: prima gli italiani, morte al politicamentecorretto, abortire è un po' morire e così via. Certo, c'è il federalismo ma è sempre stata una carota che gli stessi leghisti mostravano all'asino che cavalcavano: un orizzonte sempre promesso, sempre differito, anche perché poi quando ci arrivi scopri che si tratta di spostare due o tre edifici ministeriali a Monza, e insomma forse è molto meglio sognarlo che realizzarlo. E non escludo che i fratelliditalia si scoprano anche loro federalisti, se gli fa comodo. Eppure: sul serio manderete in parlamento gente che non conoscete, di cui non avete mai sentito parlare, di un partito che fino a ieri da Bologna in su era il classico banchetto di quattro gatti, tra i Testimoni di Geova e i FirmaControlaDroga: sul serio avete deciso che questo è il partito che meglio può rappresentare le vostre istanze in parlamento? Certo, è chiaro che a questo punto Salvini vi ha deluso (per gli stessi motivi per cui vi avrà deluso aa Meloni tra sei mesi: perché non ha la bacchetta magica per riportare l'Italia al 1982): ma sul serio basta questo per travasare il voto settentrionale da un partito che è comunque radicato nel territorio, che può vantare migliaia di amministratori (tra i quali qualche personaggio valido e competente deve pur esserci, per statistica) all'involucro vuoto che sta sotto a una tizia famosa perché in un comizio ha detto sono una madre sono cristiana? Sul serio basta così poco

Siamo insomma già diventati presidenzialisti dentro, come gli americani? O persino peggio degli statunitensi che almeno tra un presidente e l'altro votano anche un Congresso che possa fare da contrappeso: mentre per noi alla fine ormai il parlamento non è che la cassa di risonanza del Leader che scegliamo tra una rosa di leader che non hanno ancora fatto in tempo a deluderci: Berlusconi via, Renzi via, Salvini via, Conte via, tocca aa Meloni: è così che funziona? Perché questo, vedete, è davvero il fascismo: che partiva socialista, diventò nazionalista, ma quando si trasformò in una forma di governo prevedeva esattamente questo: l'identificazione della volontà popolare nella figura di un leader, da acclamare di tanto in tanto attraverso plebisciti: il parlamento a quel punto diventava pleonastico e infatti a un certo punto venne chiuso. Il leader poi aveva un bel da fare ad accontentare la monarchia che lo aveva appoggiato, gli industriali che (non mi stancherò mai di ripeterlo) lo foraggiavano, e nel frattempo mimare una sensibilità sociale, con un'abilità che ai tempi ingannò molte persone e continua a illuderne un secolo dopo: il suo trono era sempre traballante e la necessità di puntellarlo portò a scelte scellerate. Allo stesso modo aa Meloni, una volta vinte queste elezioni, si troverà molte gatte da pelare, ma almeno potrebbe contare su un parlamento di perfetti sconosciuti che pigino tutti i tasti che vuole lei. Come siamo arrivati a questo? Il fondatore del fascismo almeno dovette penare un po', fondare dei giornali, bussare alle porte di industriali che li finanziassero, litigare coi socialisti, andare in guerra e ci poteva lasciare le penne, organizzarsi una marcia su Roma: tutto gli si può essere rimproverato (veramente tutto) ma non l'intraprendenza. E quando si trattò di scriversi una legge elettorale su misura, la dovette far scrivere ai suoi – non agli avversari. Guardando aa Meloni, ecco, non pare che abbia sudato tutte queste camicie: certo, sopravvivere da donna in mezzo a bande di ratti di fogna per più di vent'anni, lasciarsi esibire come foglia di fico di un fascismo dal volto umano dove il volto era proprio il suo, non dev'essere stata una passeggiata e glielo riconosciamo. Ma se bastasse questa fatica a trasformare un'arrivista in una statista, ecco, a questo punto ce ne saremo accorti. 

Comments (1)

Nadia da Lucca wrote ...
Io penso che ci siano due cose da dire in merito al contrasto a Giorgia Meloni: la prima riguarda la fascistitudine, la seconda i contenuti e a voi non gravi che io un poco a ragionar m'inveschi.

Il fascismo è qualcosa di un secolo fa, più o meno. Fratelli d'Italia non è un partito fascista, bensì un partito di estrema destra del secolo XXI: sono razzisti, omofobi, misogini, nazionalisti e propongono soluzioni che altro non farebbero che aggravare i problemi esistenti. Insistere però che sono fascisti come nel 1922 sarebbe come se Matteotti avesse accusato Mussolini di essere un reazionario metternechiano come nel 1822.

E poi i contenuti. Nella galassia di centro sinistra vi sono molte idee in termini di immigrazione, cittadinanza, sviluppo sostenibile, diritti civili, ecc. Io avrei gradito sentire "Votateci, che noi permetteremo a chi ha studiato qui di divenire cittadino, svuotando così sul nascere un climax di clandestinità e delinquenza, migliorando così la sicurezza di tutti" piuttosto che "Votateci poiché gli altri sono fascisti"

Io voto volentieri qualcuno che mi illustri le proprie idee, un programma serio, non qualcuno che afferma che gli altri fanno schifo.
9/24/2022, 6:27:00 PM

Il suicidio programmato del Pd

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Questo blog, per quanto ormai catatonico, finché è acceso resta un pungolo – c'è sempre la remota possibilità che qualche discendente lo ritrovi e si domandi: ma insomma, lui dov'era mentre la catastrofe si compiva? Dopo aver dettagliato per mesi e per anni ogni singola sciocchezza di Berlusconi e ogni ingenuità dei suoi avversari, cosa stava facendo quando i nodi vennero al pettine e una legge elettorale scritta dalla sinistra regalò due terzi dei seggi a una destra immorale e immonda? Ascoltava Battiato, compulsava i padri bollandisti, si era rincitrullito? Non aveva niente da dire, come Kraus nel '33? Sì, beh, in parte è così. Il disastro che sta arrivando è così prevedibile, così effettivamente previsto, che non me ne dovete volere se negli ultimi secondi prima della collisione preferisco distogliere lo sguardo: non ho un fetish per questo tipo di spettacolo. La rabbia che provo per tutti gli errori che sono stati fatti, in particolare da chi in teoria mi rappresentava: errori che ho segnalato, al tempo, con tutta la voce che avevo (poca), su tutte le testate in cui mi facevano scrivere (ma non mi leggevano)... questa rabbia non posso non provarla anche nei confronti di me stesso: se davvero avevo tutte queste ragioni, avrei dovuto gridarle più forte, trovare parole più convincenti, unirmi al coro di chi ne aveva di simili. E dovevo farlo qualche anno fa, adesso è tardi. 


Tutto quello che sta succedendo, per quanto così nuovo, non è che l'esito di mosse sbagliate che sono state fatte anni fa, al punto che a volte mi domando se la sinistra non abbia perso la partita più o meno nel 2008, se tutta la disfatta non sia alla fine l'eredità che ci lascia Walter Veltroni: una bomba a tempo concepita per decimare il progressismo italiano e magari porre fine alla repubblica parlamentare. Veltroni ovviamente ignorava la reale conseguenza delle sue azioni, quando chiudeva con la sinistra e battezzava quella "vocazione maggioritaria", che come avremmo capito più tardi consisteva nel cercare disperatamente la legge elettorale più adatta a far vincere le destre: quindici anni dopo, Enrico Letta lo avrà capito di essere una specie di esecutore testamentario, il tizio incaricato di staccare la spina? Il fatto che lo siano andati a prendere a Parigi, quando lui ormai faceva tutt'altro, è un indizio molto forte.

Il Pd poi è il partito della ragionevolezza, anche a discapito dei fatti, ed è in effetti ragionevole che ritengano necessario perdere queste elezioni: in fondo fin qui ha funzionato così, il Pd perde e dopo un po' torna al governo lo stesso, quindi perché darsi la pena? E se stavolta il giochetto non riuscisse, perché aa Meloni e compagnia potrebbero dilagare in virtù di una legge elettorale demenziale che Letta non aveva la possibilità politica (ma forse nemmeno la volontà) di cambiare... beh, per i maggiorenti Pd questa non sarebbe tutto sommato una tragedia, bensì una conferma che il sistema maggioritario funziona e ci regala quell'alternanza all'americana che Veltroni tanto sognava. Alla fine la ragionevolezza del Pd, che tanti vantaggi gli ha portato in questi anni, rischia di essere il suo difetto finale, in quanto basato su idee astratte di democrazia e alternanza che i dirigenti democratici tendono a scambiare con la realtà: l'idea tanto veltroniana delle elezioni come disfida leale ad armi pari, oggi vinco io e tra cinque anni vinci tu, li porta a correre verso la disfatta con un entusiasmo accelerazionista: prima perdiamo meglio è, si dicono sottovoce, prima perdiamo prima vinciamo. Che la sconfitta possa essere così pesante da annichilirli, da togliere i pochi spazi che gli sono rimasti, non lo sospettano nemmeno. A ogni tornata perdono pezzi e fanno finta di niente, convinti che prima o poi vinceranno loro e recupereranno tutto, come se le regole del gioco lo prevedessero; e intanto perdono spazio sulla Rai, i quotidiani nazionali piuttosto di tifare per loro si inventano fenomeni discutibili come Calenda e compagnia. Non hanno nemmeno i soldi per i manifesti, e non li hanno anche grazie a Enrico Letta che profittò del breve periodo in cui governava per tagliare i finanziamenti ai partiti e sostituirli col demenziale due per mille: stava segando il ramo su cui si sedeva, al tempo lo scrissi, ma forse non lo scrissi abbastanza bene, non lo scrissi abbastanza forte, insomma non è servito a niente. 

Ho scritto anche tante volte a proposito del voto utile, e intendiamoci: non rinnego una parola. Un voto in sé non è che possa cambiare più di tanto le cose, ma non ha altra utilità. Il voto di protesta non protesta un bel niente, così come l'astensione che non ha mai, ribadisco mai, creato le premesse per sollevazioni popolari. Il voto identitario è una sciocchezza, anche solo per il fatto che il voto è segreto: l'identità puoi esprimerla in tanti luoghi reali e digitali, ma quando voti stai semplicemente mettendo un +1 e a nessuno interessa se il tuo 1 è più lungo o più corto: vale comunque 1, cerca di metterlo dove è più utile. Ma che sia più utile continuare a darlo a questo Pd, un partito che ogni volta che ha avuto la possibilità di scrivere le regole le ha scritte favorevoli per l'avversario; ecco, questo è discutibile. Chi da quindici anni non fa che provare a impiccarsi dovrebbe almeno smettere di chiederci la corda in prestito. Può darsi che alla fine io lo voti comunque, semplicemente per la credibilità dei candidati che hanno espresso nella mia circoscrizione: così come in altre circoscrizioni non lo voterei mai, proprio perché non riterrei utile mandare certi candidati alle camere. E forse anch'io di nascosto da me stesso spero che la sconfitta, se proprio sconfitta dev'essere, sia così travolgente da chiarire anche ai sordociechi che il Pd va rifatto da capo, o sostituito con qualcos'altro magari un po' meno ragionevole e un po' più, come dire, furbo. Sempre ammesso che resti qualche spazio, che una destra supermaggioritaria non decida di riscrivere un po' di costituzione, che Corriere e Repubblica non decidano che il progressismo è qualche altro ex portaborse di industriali, eccetera. Comunque vada, ci vediamo di là.

Comments (7)

Anonymous wrote ...
stavolta mi sei piaciuto davvero (un pezzo ricco di spunti) tu e perfino i commentatori.
ho apprezzato anche che né tu né i commentatori abbiate usato termini come mainstream, guerrafondaio, ecc.
9/21/2022, 12:45:00 PM

La Ballerina della Spada wrote ...
@Claudio
Son quattro dì che ci viene propinata una pioggia di emozioni in merito alla recente alluvione marchigiana (notare bene: emozioni, non informazioni!) : il tema del dissesto idrogeologico è centrale quando si tratta di esporre l'altrui dolore, ma scompare magicamente quando si tratta di evitare che nuovi dolori sorgano domani.
Il primo pensiero che dovrebbe coglierci quando sentiamo di paesi travolti dall'acqua dovrebbe essere "Noi siamo i prossimi" e dunque, consequentemente "Chi ha qualche idea per evitare che il mio cadavere venga ripescato a 10 miglia dalla costa?"

@Nadia da Lucca
Di Maio ha studiato, leggendo il suo programma non ci sono dubbi: di ogni dato si cita la fonte e di ogni idea si citano esempi e controesempi.
La domanda che mi pongo è la stessa per il PD: visto che anche Di Maio sono cinque anni che ridendo e scherzando si trova al governo, come fa ad essere più credibile del PD, quando propone un siffatto programma?
Nel suo programma si parla di matrimoni omosessuali: credeva di poterli realizzare governando con la Lega?

Il problema mio è molto semplice: leggendo i programmi, il PD ed Impegno Civico sembrerebbero il top, con buona possibilità di allearsi con Sinistra, +Europa o Terzo Polo, coi quali condividono l'80% del programma e coi quali, ragionando in maniera tedesca, la coalizione sarebbe realizzabile in una settimana.
Ma ci possiamo fidare di questi programmi meravigliosi e futuristici?
9/19/2022, 8:44:00 PM

Nadia da Lucca wrote ...
@Ballerina
Ho deciso anche io di andare a leggermi il programma di Impegno Civico, e sono stata colpita quel passaggio dove si individua la causa della violenza sulle donne sia nello squilibrio di potere fra i due generi che in rappresentazioni culturali mediate dai mezzi di informazione. In pratica le classiche argomentazioni femministe che il PD ancora fatica a recepire, non riuscendo ad andare oltre le "quote rosa".
Quando poi ho letto che Di Maio propone una legge sul conflitto di interessi... beh... che dire: ha studiato!
9/19/2022, 7:17:00 PM

Anonymous wrote ...
Boooo... io ero molto preoccupato qualche anno fà, pensavo che Salvini dopo il papete avrebbe stravinto le elezioni e ce lo saremo tenuti per un ventennio o quasi... poi però c'è stata la pandemia, poi la guerra in Ucraina, poi la siccità, poi il prezzo del gas ed ora arriverà l'inverno con le bollette più salate della storia. Eppoi solo Dio sà cosa.
L'Italia è talmente in bilico tra debito e spread, che se dovesse cadere farà un botto talmente grosso che ne verranno intaccati persino i privilegi dei parlamentari e dei loro sponsor... in un contesto del genere, i margini di manovra sono limitati, chiunque vinca.

La Meloni, e persino le modifiche in peggio della costituzione, adesso sono l'ultimo dei problemi. Problemi che forse sono irrisolvibili. Mi spiace solo per l'incessante latrare di sciacalli che dovremo tutti ascoltare relativamente a lungo, senza tregua.
9/19/2022, 3:16:00 PM

Claudio wrote ...
Il tema del dissesto idrogeologico in teoria è centrale ma nei fatti non frega a nessuno e soprattutto non porta voti. Anzi, in buona parte del paese significherebbe mettere mano al catasto ed al problema dell'abusivismo edilizio, quindi è anche un tema altamente impopolare.
9/19/2022, 1:49:00 PM

La Ballerina della Spada wrote ...
Ho letto e confrontato i programmi delle varie liste.
A destra, vi sono molte cose che non condivido nonché molte cose irrealizzabili, quindi direi che proprio non vi è discussione.

Per quel che riguarda Sinistra, PD, Terzo Polo, Impegno Civico e +Europa, vi è circa l'80% in comune, quindi il fatto che non si siano alleati già la dice lunga quanto i nomi contino più dei programmi.
Un punto di divergenza è che la Sinistra estrema non vuole i termovalorizzatori, mentre il Terzo Polo e Di Maio li vogliono. Inoltre Sinistra e PD intendono realizzare la transizione ecologica attraverso le tasse delle fasce più ricche, nel tempo in cui +Europa e Terzo Polo si affiderebbero a sconti fiscali: in pratica i primi due sono socialisti ed i secondi due sono liberali. Di Maio sta nel mezzo.

Questo per quel che riguarda i programmi, però la domanda che mi pongo io è: che affidabilità può darmi un PD che sulla carta ha un programma molto interessante, ma che durante la scorsa legislatura ha fatto ben poco per promuovere tale programma?
E, aggiungerei, durante questa campagna elettorale sempra più interessato a balbettare qualcosa in risposta alle destre piuttosto che orgogliosamente presentare i punti del proprio programma?
Faccio un esempio: nel programma del PD vi è un piano per la messa in sicurezza del territorio in merito al dissesto idrogeologico. Perché il PD non salta su dicendo che nel tempo in cui la destra pensa ai barconi, il PD si preoccupa di evitare che tragedie come quella delle Marche si ripetano?
Che credibilità mi può dare un partito che non crede nel proprio stesso programma?
9/19/2022, 9:06:00 AM

Davide Buttazzoni wrote ...
Aveva ragione D'Alema.
9/19/2022, 8:24:00 AM

Ma se tutto invece andasse bene (che incubo)

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Si diceva che non abbiamo la minima idea di cosa succederà quest'autunno, e quindi mi è venuta in mente questa eventualità: metti che tutto vada bene.

Non sarebbe incredibile?

Eh.

Il covid, ad esempio: ha continuato a colpire, nel suo piccolo, per tutta l'estate (e le vittime, a contarle, non sono poi così poche), però la curva è in declino. Certo, ora comincia la scuola. Da me sono bastate le riunioni preliminari dei docenti per contare i primi tamponi positivi, ma magari è una coincidenza. Ma... mettiamo invece che tutto vada bene; mettiamo che il covid non colpisca più. Sarebbe bello, vero? Già.

E la guerra? Per quel che sembra di capire, l'esercito russo ha preso una bella batosta. Questo a dire il vero non significa che la guerra stia per finire, anzi potrebbe succedere esattamente il contrario; che i russi si irrigidiscano, intensificando i bombardamenti di ritorsione e che gli ucraini non siano interessati a scendere a compromessi. Ma... mettiamo invece che tutto vada bene; mettiamo che la guerra finisca all'improvviso con un cambio di regime a Mosca, con i successori di Putin ansiosi di venderci il loro gas a prezzi di sconto. Sarebbe bello, vero? Già.

Ma non solo. Sentite che altro potrebbe succedere. Potremmo avere un autunno eccezionalmente mite, e quindi nemmeno tutta questa necessità di bruciare gas. Potremmo avere a questo punto una ripresa economica, galvanizzata dai provvedimenti già presi dai governi Conte e Draghi. Non sarebbe fantastico? 

Sì, in teoria sarebbe fantastico, sì, senonché...

...tutto questo succederebbe proprio all'indomani di una vittoria elettorale di Giorgia Meloni, sulla carta l'oggetto più a destra della storia d'Italia dopo il 1945. Cioè se tutto andasse così bene, la più miracolata sarebbe lei (già fin qui favorita da fin troppe circostanze, e dall'insipienza di avversari e alleati concorrenti). 

Per cui succede questa cosa terribile: non solo non credo che tutto andrà bene (è mai successo che tutto sia andato bene? Sarebbe la prima volta), ma nemmeno riesco ad augurarmelo. Cioè tre anni di pandemia e poi arriva aa Meloni proprio quando finisce la pandemia? Una guerra che rischiava di diventare mondiale e poi arriva aa Meloni e all'improvviso si sgonfia? Sarebbe... immeritato, ecco. E soprattutto non credo che ci converrebbe, nel medio-lungo termine. 

Così, se proprio volete sapere come mi sento in questi giorni: odio la guerra, e ho persino paura che finisca. Ho orrore per la pandemia, che però se finisce proprio adesso mi fa incazzare. E mi detesto per i discorsi che mi ascolto fare. 

(Certo, se proprio volessi sperare che tutto vada bene, dovrei ipotizzare anche una sconfitta daa Meloni; ma razionalmente non ci riesco: mi sembra più facile una resa di Putin. Tanto vantaggiosa risulta la legge elettorale che i suoi avversari le hanno regalato).

(Che poi in effetti, anche se per assurdo vincessero i suoi avversari, dopo una simile prova di ottusità strategica, siamo onesti: se lo meriterebbero? Probabilmente comincerebbero a discutere una legge elettorale ancor più demenziale affinché almeno vinca le prossime elezioni: e sappiamo che ne sarebbero capaci).

Comments (2)

Anonymous wrote ...
La superiorità morale della sinistra...ah...che meraviglia...
12/17/2022, 11:57:00 AM

Nadia da Lucca wrote ...
Caspita!
Leopardi era ottimista, al confronto.
Se le cose vanno male, son dolori.
Se vanno bene, coloro che sono fra i corresponsabili dei prodromi della crisi si prendono il merito.
Non c'è scampo.

Però quel refuso costante "aa Meloni" inizia ad essere sospetto: che nasconda qualche rito occulto?
9/15/2022, 9:34:00 AM

Perché votiamo a settembre

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(Volevo scrivere qualcosa sulle elezioni, ma c'era nell'aria un temporale che non riusciva a risolversi. Ho passato ore a tenere d'occhio il cielo da tutte le finestre di casa per capire da che parte avrei dovuto chiudere nel momento della bomba d'acqua, come un marinaio che saltella da poppa a prua e non trova pace. Il cielo notturno s'illuminava a volte per un istante, come un globo di neon, sfarfallava, prima di spegnersi o esplodere. Non si spegneva mai e non esplodeva mai). 

I motivi per cui si votava in primavera confesso di non averli mai afferrati. Probabilmente c'era un non detto, ragioni molto pratiche e poco nobili, quadrature di conti, cose del genere. Che le istituzioni si stessero, progressivamente, sfaldando, lo abbiamo notato anche dal fatto che si cominciava a votare sempre prima: a marzo, a febbraio. Nulla di incostituzionale, eppure a chi stava al mondo da un po' risuonava come uno scricchiolio sempre meno ignorabile. E quest'anno si vota a settembre, con un'accelerazione che è tipica dei disastri. Perché votiamo a settembre? I motivi di giugno ce li siamo già più o meno dimenticati – Conte ha pestato i piedi, Draghi era stanco, Aa Meloni aveva i sondaggi buoni. Niente che non fosse già successo, postumi di qualche elezione amministrativa. Sì, ma di solito a questo punto si faceva un governo balneare e buona lì. Invece voteremo a settembre. Appena entrati a scuola, ci fermeremo per votare. Perché stavolta non potevamo fare diversamente? Crisi di governo ne abbiamo avute così tante – i meno giovani ricorderanno che anche ai tempi dello stabilissimo pentapartito, occorreva rimpastare in media ogni venti mesi. Cosa ha di veramente diverso, questa crisi, da tutte le crisi dal 1946 in poi? 

Beh, tutto. Viviamo in tempi esageratamente interessanti. C'è una guerra – ce ne sono state tante, ma questa è una guerra con la Russia e se sembra scongiurata la possibilità di combatterla con le testate nucleare, forse è previsto che diamo il nostro contributo spegnendo il riscaldamento. C'è un'epidemia – ce ne sono state tante, ma facevano meno notizia e probabilmente meno morti: oddio, questa continua a farne tantissimi ma una specie di comitato dell'inconscio collettivo ha deciso che ne siamo fuori (decisivo il sostegno di un po' tutti gli organi di stampa, che forse a questo punto erano stanchi di intervistare virologi, inoltre gli industriali che li pagano preferiscono avere un po' più morti e un po' meno lockdown). Che altro c'è? Beh, date un'occhiata alla finestra, magari il monsone sta passando anche da voi. I raccolti come stanno andando? Nella mia zona hanno raccolto un quarto del granoturco che si aspettavano di raccogliere, questo capisco che non sia interessante quanto i tweet di qualche tizio che si batte per il 5%, in fondo il granoturco si dà alle bestie. Carestia, Guerra, Epidemia danno sempre la sensazione di incontrarsi in un posto per caso, ma a ben vedere viaggiano assieme. Ecco perché voteremo a settembre. Ecco perché Conte non poteva andare avanti, perché Draghi era stanco, perché aa Meloni aveva fretta. Voteremo a settembre perché dopo non abbiamo la minima idea di cosa ci succederà.

Sul serio: non abbiamo la minima idea. Per dire: Putin potrebbe cedere all'improvviso. È sinceramente il mio scenario preferito. Quello che sta stritolando l'Europa è in fondo un braccio di ferro, e i bracci di ferro hanno di buono che finiscono all'improvviso (sì, ma a volte per arrivare a questi finali improvvisi ci vogliono 40 anni, vedi Guerra Fredda). Per ottenere un cambio di regime in Russia, la Nato ha messo in atto una serie di misure che hanno portato alla recessione gran parte d'Europa (compresa, si spera, la Russia). Ora il punto è: cederanno prima i russi, che forse all'austerità sono più abituati e hanno meno margini per esprimere il loro malcontento, o gli europei, in particolare noi europei occidentali, i bambini viziati del mondo, ancora coi postumi delle sbornie coloniali? Nessuno lo sa davvero, anche perché dipende dal clima, e il clima sta cambiando troppo velocemente. Metti che l'estate si protragga fino a ottobre, e le ottobrate a novembre: magari teniamo duro e molla Putin. Metti invece che da qui in poi sia una lunga stagione delle piogge con un settembre già freddino, e un governo che ci propone di tenere il riscaldamento al minimo: ce la facciamo? E chi lo sa. Non ne ho la minima idea, così come non mi sarei mai aspettato che gli italiani rispettassero un lockdown rigido come quello del 2020. Magari ci terremo caldi cantando, va' a sapere. Oppure andremo a cercare i governanti coi forconi. I prezzi dei generi alimentari aumenteranno? Ovvio che aumenteranno, ma di quanto? Dovremo chiudere le scuole, non per il contagio (quello a quanto pare dobbiamo prendercelo e ringraziare), ma per risparmiare il riscaldamento – ovvero per farlo pagare alle famiglie che dovranno scaldarsi i figli in casa? Magari obbediremo: per cacciare Putin questo e altro. O magari cominceremo a inneggiare a Putin, da quel che vedo in giro non mi sento di escluderlo. 

Non credo che nessuno possa escludere niente. Il virus si evolve, il clima cambia, la guerra sembra a uno stallo (uno stallo che potrebbe risolversi domani o durare come l'Afganistan). Voteremo a settembre perché da ottobre in poi nessuno ha la minima idea, e un'altra cosa interessante che succede quando nessuno ha la minima idea è che nel dubbio alza il prezzo, così che per esempio quello del gas è aumentato molto prima che ce ne fosse davvero penuria. Qualcuno ci sta ovviamente speculando sopra, ma dando una scorsa ai titoli dei giornali non è che la cosa interessi molto: l'idea di includere la lotta alla speculazione tra gli argomenti della campagna elettorale non è venuta a nessun personaggio di rilievo. Eppure sembra ai miei occhi di profano un argomento perfetto: la gente teme i rincari di bolletta, teme l'inverno gelido, e alla borsa di Amsterdam qualcuno sta speculando sulle loro paure. C'è un problema popolare, c'è un colpevole meschino... no, niente da fare, alla fine a proporre il price cap dev'essere lo stesso Draghi che del capitalismo non è nemmeno il volto umano, diciamo il volto non ancora completamente deformato dagli spiriti animali. Draghi alla fine resterà disponibile, se abbiamo capito la sceneggiata del meeting di Rimini. Il centrodestra vuole vincere la gara elettorale, è programmato per farlo (tanto quanto il Pd di Letta è programmato per perderla). Il fatto che l'Italia sia nella situazione più complessa e indecifrabile dal 1943 non è che gli sfugge, ma per gente come la Meloni o Salvini è un dettaglio: devono vincere, tutti glielo chiedono da anni, è il traguardo della carriera, della vita, poi magari a governare chiameranno qualcuno del mestiere. Lo stesso Berlusconi alla fine vorrebbe solo un riscatto, che tutti se lo ricordassero come il nonno della patria al Quirinale e non come il satiro di palazzo Grazioli. Mi viene in mente quel periodo in cui i ragazzini si erano convinti che il mondo sarebbe finito nel 2012 (gli adulti li avevano convinti, per vendergli libri e film). Ce ne fu uno che mentre cercavo di spiegare che era tutta una sciocchezza, mi chiese: ma io entro il 2012 faccio in tempo a prendere il patentino? L'importante era riuscire a mettersi tra le gambe in tempo un motorino, dopodiché il mondo poteva benissimo perire. Salvini, Aa Meloni, Berlusconi mi ricordano un poco quel ragazzo. 

Comments (17)

Pierre Bezucov wrote ...
Niente da rinnegare...confronta lo stile dei commenti e vedrai la differenza. Avevo deciso dall'inizio di commentare come Pierre Bezucov ma mi sono imbrogliato con le modalità di registrazione e ho optato per l'anonimato. Non potevo prevedere di avere un "clone" :-)
8/31/2022, 10:52:00 PM

La Ballerina della Spada wrote ...
Sì, vabbè, io invece sono mia nonna che spigola sull'aia. Facile questo giochino di scrivere le cose e poi rinnegarle, tanto è tutto un grande anonimume ed i discorsi si perdono in fili sconnessi.
8/31/2022, 9:15:00 PM

Pierre Bezucov wrote ...
Io sono l'Anonimo del primo e del secondo commento (12:25-13:39) NON del terzo (17:49)-anche se il commentatore "riprende" le espressioni da me usate.
Per il resto, anch'io rinnovo l'invito al padrone di casa.
8/31/2022, 8:50:00 PM

Nadia da Lucca wrote ...
La cosa divertente è che l'Anonimo ha chiesto un parere a Leonardo; abbiamo risposto io, Enrico, Bezucov, Ballerina... ci mancano solo Orlo e Atlantropa, forse adesso interviene anche Codogno parlandoci di Matematica Beatlesiana, ma Leonardo no 😀
8/31/2022, 8:33:00 PM

La Ballerina della Spada wrote ...
Caro Anonimo, forse per te i gay sono qualcosa di strano da tirare a tuo piacimento, ma si dà il caso che siano delle persone vere ed un dato incontrovertibile è che in Russia vengano perseguitati, arrestati e spesso uccisi, mentre in Ucraina no.
Se è omofobia ricordarsi di questa cosa, allora hai veramente una visione capovolta del mondo, tu e Bezucov che condivide il tuo pensiero.

Ci sarebbe anche da spendere due parole circa l'affermazione che Putin faccia bene a perseguitare gli oppositori, ma è talmente plateale che non credo vi sia molto da aggiungere, ai posteri (e ai lettori) l'ardua sentenza.

Occupiamoci invece di Bezucov: vorrei ricordare che i separatisti del Donbass sono armati da Mosca e che il Donbass altro non era che uno deti tanti conflitti congelati che Putin (sempre lui! ma che strana coincidenza! penseranno che sono monomaniacale) ha seminato in quasi tutti gli stati ex sovietici, tipo la Moldavia (Transnistria) o la Georgia (Abkhazia), ma probabilmente la tesi adesso sarà che è tutta colpa dei moldavi e dei georgiani, l'aspetto già.
8/31/2022, 8:25:00 PM

Piere Bezucov wrote ...
rappresaglia( tutto il Donbass
8/31/2022, 7:34:00 PM

Pierre Bezucov wrote ...
L'ultimo Anonimo che ha "preso le mie parti" e con le cui argomentazioni(anche se non col cui "stile")concordo sostanzialmente non sono io.
Per Enrico;
1) Non do "tutte le colpe" ai nazionalisti ucraini; gli do la SOLA colpa di avere trasformato una situazione analoga a quella che poi si verrà a creare in Bolivia dopo la cacciata di Morales nella "riedizione" delle guerre balcaniche degli anni 90. Hanno superato una "linea rossa" (quella della "punizione collettiva" e della "purificazione antropologica" ) dopo di cui c'è Bucha e poi Bucha e poi ancora Bucha.....Loro sapevano il gioco che stavano cominciando (i Balcani sono storia recentissima), evidentemente pensavano di poterselo permetterlo e di non doverne pagare il prezzo(avevano "amici" potenti). Cosi non è stato....che Dio abbia pietà di loro.
2) Putin ha sempre "legittimato" l'"operazione speciale" come risposta a ciò che i nazionalisti ucraini hanno fatto e stanno facendo nel Donbass (lui lo definisce "genocidio"; non so se sia corretto ma il carattere di punizione collettiva-di RAPPRESAGLIA "balcanica" -dell'Operazione Antiterrorismo ucraina era evidentissimo).La CONTROrappresaglia segue la stessa logica della rappresaglia; tutto il Donbass "paga" per iseparatisti; tutta l'Ucraina "paga" per i nazionalisti)
8/31/2022, 7:31:00 PM

Anonymous wrote ...
Sì, la situazione è complessa e quella di Enrico e di Nadia è una semplificazione estrema. Come ho già scritto ma non mi volete ascoltare, partiamo da premesse diverse e incompatibili.
1) L'Ucraina non è mai esistita, su questo ha ragione Putin: non è MAI esistita. E' un fantoccio dell'Occidente pensato solo per indebolire la Russia, infatti come ho già scritto sopra l'Ucraina ha "usato" degli accordi di pace solo per armarsi, armarsi e poi ancora armarsi: nessuna sorpresa che prima o poi la Russia perda la pazienza e decida di mettere fine allo stato fantoccio.
2) "Trasferisciti in Russia": l'argomento usato da tutti i russofobi per mettere a tacere (almeno così credono) le voci fuori dal coro. Talmente penoso che non rispondo nemmeno.
3) Come ho già ribadito sopra, sono convintissimo che Putin sia meglio del buco nero che seguirebbe ad una sua caduta. Oggi Putin tiene insieme la Russia; è vero, alle volte deve fare la voce grossa con gli oppositori, però bisogna anche dire che certa gente se lo merita anche.
4) Pretestuoso l'argomento sui gay: gli occidentali quando non sanno cosa dire vanno sempre a piangere i diritti dei poveri gay schiacciati e oppressi... a voi dei gay non ve ne frega nulla, anzi, siete voi i primi ad essere omofobi, visto che li usate per diffondere la vostra propaganda.
Adesso divertitevi pure a insultarmi, se la cosa vi fa stare meglio.
8/31/2022, 5:49:00 PM

enrico wrote ...
Premesso che rispondere a un anonimo.. mah. Comunque scrivi cose senza senso. Cioè, se sei una persona di appena appena media sensibilità democratica. Lasciamo stare la guerra nel Donbass, di cui tu attribuisci tutta la colpa ai nazionalisti ucraini, sbagliando. L’invasione del 24 febbraio non c’entra niente con la guerra nel Donbass. Niente. E non c’entra niente neanche con l’allargamento della NATO a est, né con le richieste di Kiev di aderirvi (mai seriamente sul tavolo, come Mosca sapeva benissimo). Non lo dico io, l’ha detto Putin prima di invadere: non ha parlato di Donbass, di NATO, di Azov, questa è tutta roba che ha tirato fuori dopo, quando ha visto che lo facevamo noi. Lui ha detto sostanzialmente una cosa sola: l’Ucraina non doveva esistere fin dall’inizio, e non esisterà più. Basta. Infatti non ha puntato subito sul Donbass, piuttosto ha cercato di invadere Kiev e uccidere Zelenskij. Non c’è riuscita e le conseguenze sono state Bucha e Irpin. Semplice, no?

Ah, no, scusa. Dimenticavo. La situazione è “complessa”.

8/31/2022, 5:17:00 PM

Nadia da Lucca wrote ...
Mi sembra un ottimo ragionamento: siccome in Ucraina ci sono dei nazionalisti tipo il battaglione Azov, la guerra se la sono meritata, tutti gli ucraini.
Estenderei volentieri il ragionamento: il governo delle Marche è in mano a Fratelli d'Italia e sta facendo vedere i sorci verdi alle poveracci che vogliono abortire: quando radiamo al suolo Ancona per rappresaglia? La colpa la portano tutti i marchigiani, o no?

Mi piace anche il tuo ragionamento del primo post: Putin è uno schifoso che avvelena gli oppositori, manda gli omosessuali nei lager e governa un sistema fondato sulla corruzione e lo sfruttamento... però teniamolocelo, chissà che se cadesse potrebbe andare peggio.
Se volevi vincere il premio Lavrov dell'anno, credo tu sua sulla buona strada.
Passo e chiudo, invitandoti a trasferirti in Russia, gioendo del fatto che fortunatamente Putin è ben saldo, sennò Madonna mia cosa potrebbe accadere!
8/31/2022, 1:59:00 PM

Anonymous wrote ...
Partiamo da premesse diverse e incompatibili.
Quella che per te è una guerra imperialista attuata da un despota che tiene il suo popolo in ostaggio, per me è una spietata operazione di CONTRORAPPRESAGLIA (sottolineo; CONTROrappresaglia) che reagisce, con "violenza dieci volte maggiore" (non è una nostra esclusiva!!) alla punizione collettiva con cui i nazionalisti ucraini avevano, per l'appunto, "punito" i separatisti del Donbass ("operazione punitiva" che aveva come "addentellato culturale" un tentativo di "derussificazione coatta" dell'Ucraina).
La responsabilità-politica e morale-dei nazionalisti ucraini consiste;
1) nell'avere trasformato una situazione "boliviana" di guerra civile incipiente in una situazione "balcanica". In buona sostanza; hanno riportato la guerra in stile balcanico in Europa a distanza di venticinque anni contando sui loro amici e sulle loro protezioni. Nemmeno quello che ORA stanno patendo mi impedisce, da "europeo", di maledirli dal profondo dell'anima.
2) nell'avere, sempre contando sugli amici "usato" un accordo di pace come stratagemma per riarmarsi fino ai denti, senza avere il coraggio di denunciarlo ufficialmente(ciò dà a qualunque loro richiamo al "diritto internazionale" lo stesso valore di uno sputo) contando di poter convivere "sine die" con una guerra civile" a bassa intensità" .Una manciata di morti nel Donbass come "prezzo sostenibile" da pagare mentre loro "al caldo" abbattevano statue e rivendicavano l'ucrainicità intrinseca della zuppa di cavolo (il nazionalismo ucraino è un "nazionalismo borghese"-nel senso di Alessandro !!).La ferocia implacabile dei russi è anche una "lezione di realtà"(Volevate la"guerra perenne"perchè credevate che non vi toccasse? Bene; la guerra è QUESTA COSA QUA).
8/31/2022, 1:39:00 PM

Nadia da Lucca wrote ...
Premesso che occorre essere veramente delle persone bizzarre per credere che la guerra sia colpa degli ucraini (un po' come quelli che dicono "non sono io che l'ho stuprata, è lei che con 35 gradi all'ombra non si copre le braccia"), ma a parte questo.
Sostenere che sia un bene che una dittatura rimanga poiché se cadesse chissà cosa potrebbe accadere è il discorso più reazionario che abbia sentito in vita mia.
Sfiora il ridicolo.
Anzi, lo è.
8/31/2022, 12:58:00 PM

Nadia da Lucca wrote ...
Il bambino piccolo sa che basta fare click sull'interruttore e la luce si accenderà; non si pone il problema di cosa vi sia dietro o che il fatto che la luce funzioni sia un po' un miracolo: un impianto fatto male, delle bollette non pagate, un guasto alla centrale... no, lui sa solo che per tutta la vita ha fatto click e la luce si è accesa, dunque deve essere qualcosa di naturale.
Lo stesso si può dire per la nostra situazione di pace e di relativo benessere: essa è frutto di complicati fattori storici ed il fatto che si sia protratta per svariati decenni è un piccolo miracolo come la luce e l'interruttore. Una crisi climatica, una crisi del gas, una pandemia sottovalutata ed ecco che molti rimarranno a cliccare sull'interruttore, sorpresi e indispettiti del fatto che la luce non si accenda.
8/31/2022, 12:29:00 PM

Anonymous wrote ...
Scusa Leonardo ma, al netto delle nostre diverse opinioni sulla guerra -per me le responsabilità politiche e morali dei nazionalisti ucraini superano di molto quelle "di Putin"- tu VERAMENTE puoi pensare che la liquefazione dell'apparato statale russo sia uno scenario auspicabile? Che la trasformazione della Russia in un buco nero da cui possono uscire "cose che voi umani" sia un "happy end"? Perché QUESTO- a prescindere dall'"opzione nucleare"- significa la sconfitta di Putin.
8/31/2022, 12:25:00 PM

Anonymous wrote ...
Pierre Bezucov
8/31/2022, 12:17:00 PM

Anonymous wrote ...
Articolo romanesco
8/31/2022, 8:39:00 AM

Polenta e Computer wrote ...
Scusa Leonardo se mi fisso su un dettaglio (il senso dell'articolo l'ho capito eh). Ogni volta che hai citato la Meloni, hai scritto "aa Meloni". Un refuso ripetuto o qualcosa di intenzionale che rimanda ad un concetto che non ho afferrato?
8/31/2022, 8:21:00 AM