Un molisano, nel nuovo Senato, varrà cinque marchigiani (ma perché?)

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Premessa inutile: vi capita mai di accendere la tv, trovare Affari Tuoi e domandarvi dove riescono a trovare ancora concorrenti valdostani? Una volta ho cercato di fare il calcolo - non ci sono riuscito - in ogni caso Affari Tuoi va in onda da più di dieci anni e calcolando in media un concorrente valdostano ogni venti puntate (tre settimane), ormai tutti i paesi della piccola regione dovrebbero avere la loro quota di veterani dei pacchi. L'idea che ogni sera il concorrente valdostano abbia le stesse chance di giocare di quello della Lombardia, dove abitano quasi 10 milioni di persone, non è bizzarra ai limiti dell'iniquità? Non lo so. Ma so che chiunque abbia scritto la riforma costituzionale, una domanda del genere non se l'è mai posta. Eh, beh, certo, aveva di meglio da fare. Ma giudichiamo dai risultati.

Il modello del nuovo Senato.
Nel nuovo Senato post-riforma, che dovrà rappresentare "le istituzioni territoriali ed esercita[re] funzioni di raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica", le istituzioni territoriali saranno rappresentate in modo approssimativo e bislacco. Della bizzarra idea di mandare un sindaco per regione abbiamo già diffusamente parlato: per come la giri non ha senso, è un capriccio di un ex sindaco e del suo staff che nessuno è riuscito a far ragionare. In una prima fase c'era anche l'idea molto americana di assegnare a ogni regione lo stesso numero di senatori, alla Lombardia come al Molise: poi si sono accorti che i lombardi sono 30 volte più dei molisani e che a quel punto certe loro tentazioni secessionistiche sarebbero più che motivate (persino io andrei a iscrivermi alla Lega la sera stessa), e finalmente fu reintrodotto nella bozza il sacrosanto principio della proporzionalità, in questo comma (art. 2 della riforma, 57 del nuovo testo costituzionale:)

La ripartizione dei seggi tra le Regioni si effettua, previa applicazione delle disposizioni del precedente comma, in proporzione alla loro popolazione, quale risulta dall’ultimo censimento generale, sulla base dei quozienti interi e dei più alti resti.

Questo è molto buffo, perché non è vero. Cioè se leggi qui sembra che ogni regione avrà un numero di senatori proporzionato agli abitanti. In ogni parte d'Italia, a tot abitanti dovrebbe corrispondere un senatore. Giustissimo principio, che però viene completamente falsato dall'"applicazione delle disposizioni del precedente comma" che precisa:

Nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiore a due; ciascuna delle Province autonome di Trento e di Bolzano ne ha due.

Che è come scrivere, in un comma: "il prossimo senato sarà tondo", e nel comma precendente: "il prossimo senato deve avere almeno tre angoli". Cioè se hai 100 senatori da assegnare - anzi 95 perché gli altri li nomina il Presidente della Repubblica, e due li devi dare a tutti, comprese alle regioni che non arrivano all'1% della popolazione, come Val d'Aosta e Molise, e le province di Trento e Bolzano... che senso ha parlare di "proporzione"? Sarà una proporzione completamente falsata. Eccola qui (rubo i dati da http://politics.ildavid.com/23)

RegioneabitantiPercentuale sulla popolazionesenatoriAbitanti per ogni senatore
Valle d’Aosta1268060,11%263403
Molise3136600,53%2156830
Prov. Bolzano5046430,85%2252322
Prov. Trento5248320,88%2262416
Basilicata5780360,97%2289018
Umbria8842681,49%2442134
Sardegna16393622,76%3546454
Friuli-VG12189852,05%2609493
Piemonte43639167,34%7623417
Campania57668109,70%9640757
Calabria19590503,30%3653017
Abruzzo13073092,20%2653655
Puglia40525666,82%6675428
Lazio55028869,26%8687861
Lombardia970415116,33%14693154
Veneto48572108,17%7693887
Sicilia50029048,42%7714701
Emilia-Rom43421357,31%6723689
Toscana36722026,18%5734440
Marche15413192,59%2770660
Liguria15706942,64%2785347

Il prossimo senato sarà talmente proporzionato che un senatore valdostano rappresenterà 63mila concittadini - gli abitanti di una piccola cittadina; un senatore ligure ne rappresenterà quasi 800mila. Avranno entrambi un voto al Senato. Se vi sembra equo, proporzionale, sensato, votate pure Sì a questa riforma, che posso dirvi.

Vedi tu a volte un confine che può fare: se nasci a San Severo di Puglia hai diritto a un senatore ogni 670mila abitanti; se nasci 30 km più a nord, in Molise, puoi godere di un senatore ogni 150mila abitanti. Perché? Non c'è un perché, o almeno non c'è un perché che sia decente spiegare. Volevano il senato leggero e ci hanno messo cento sedie; però gli altoatesini - meno dell'1% della popolazione - volevano almeno due posti, e chi era Renzi per privare gli altoatesini delle loro due seggioline? La minoranza linguistica, sai. Ma a quel punto però bisogna darle anche ai trentini, a cui sin dai tempi di De Gasperi spetta tutto ciò che spetta agli altoatesini - è il trauma di essere stati austriaci fino al 1918, che non passa e a questo punto non passerà mai - ed ecco che quattro posti già sono riempiti. Ma a quel punto vuoi non darne un numero eguale anche ai valdostani, ai lucani? E i friulani-giuliani che sono, i figli delle serve? Con tanti saluti al principio di proporzionalità.

Michele Ainis ritiene che l'articolo 39 possa rendere gli Statuti speciali delle regioni autonome "più garantiti della Costituzione medesima" (creando di fatto cinque Stati nello Stato, con un'autonomia a prova di revisione parlamentare). Mettiamo che si sbagli. Possiamo comunque accettare che i privilegi di trentini, altoatesini, valdostani, ecc., non saranno ritoccati mai più: anzi, la riforma va in senso contrario, assicurando a quei due milioni scarsi di cittadini che il loro status di italiani di serie A è riconosciuto da una quota blindata di seggi nel Senato; e i liguri, con tutti i loro problemi di dissesto idrogeologico che renderanno nei prossimi anni necessari interventi emergenziali col benestare dell'Unione Europea, se ne possono pure sprofondare nell'omonimo mare, o votare il demagogo locale che comunque difficilmente potrà rifare il Senato da capo.

Nel caso ci provasse, però, io sarò con lui. Le autonomie che avevano un senso e una necessità nel 1945, andavano ridiscusse già trent'anni fa; se passa questa riforma le consegneremo ai posteri che un paio di domande se le faranno, e si daranno anche un paio di risposte. Mi sembra un altro valido motivo per votare No al referendum. 

7. Nel nuovo Senato alcune Regioni saranno super-rappresentate, ai danni di altre).
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