Divincolare il vulture
29-07-2009, 00:12dialoghi, sogniPermalink.gif)
Drin drin, drin drin
“Ma chi è... pronto”.
“Pronto, parlo col professor Esso?”
“Sì, ma sono le quattro del mattino”.
“Professore mi dispiace, qui è la banca”.
“La banca?”
“Vede, come sa domani è il grande giorno, andiamo tutti dal notaio per le firme, ebbene –
“Giusto, il notaio, vi ha chiamato?”
“No, non ci ha chiamato”.
“Me l'aveva promesso”.
“Promessa di notaio. Ma il punto è che stavo ristudiando bene le carte della sua richiesta di mutuo, e...”
“Avevamo risolto tutto, no?”
“Ecco, appunto, pare che...”
“No”.
“...lei si sia dimenticato di vulturare l'accollo”.
“Eh?”
“L'accollo, si ricorda? Ecco, andava vulturato”.
“Ma certo che mi ricordo. L'accollo. E l'ho anche vulturato. Due giorni fa sono andato dal notaio e...”
“Ma in questo caso qui avrei il testo di vincolo, e non ce l'ho”.
“Ce l'ha il notaio. Vi doveva chiamare”.
“Non mi ha chiamato, e comunque la vultura non risulta assicurata”.
“Ma sì, l'ho assicurata... la settimana scorsa”.
“No, la settimana scorsa lei l'ha vincolata, è una cosa diversa”.
“L'ho vincolata?”
“Poi però doveva assicurarla”.
“Assicurare cosa?”
“L'accollo”.
“Non il vincolo?”
“No, scusi, la vultura”.
“Sull'accollo”.
“No, sul vincolo”.
“Insomma, lei davvero non crederà...”
“Ma diamoci del tu”.
“Ecco, dunque, non credere che io non mi renda conto che mi stai semplicemente scodellando dei sintagmi a caso”.
“Non possiamo correre il rischio di andare dal notaio con una voltura in accollo non vincolata”.
“...approfittando della mia stanchezza e della mia incompetenza per scucirmi altri soldi”.
“Al limite l'accolliamo alla catasta del volture”.
“...che tanto ormai mi hai succhiato così tanto che sono del tutto insensibile al dolore, quindi perché non mi dici semplicemente quanto vuoi stavolta? Quanto vuoi per lasciarmi un po' in pace?”
“Mah, dipende... gli interessi passivi, il taeg, lo spread...”
“Dimmi solo quanto”.
“Dipende, ti ho detto. Quanto ti resta?”
“Niente. Vi siete presi anche i ragni”
“Tua moglie ha delle gioie?”
“Le aveva, poi mi ha incontrato”.
“Buona questa, perché non fai lo scrittore?”
“Ahem”.
“Prendi i pezzi del blog, ci fai un libro...”
“Già fatto, l'editore ha chiuso”.
“Sarà stata una coincidenza”.
“Senz'altro”.
“Possiedi qualcos'altro di valore? Libri rari?”
“Il mio, rarissimo”.
“Senti, visto che siamo a questo, posso farti una domanda intima... hai mai avuto rapporti?”
“Non mi lamento, grazie”.
“No, intendo passivi”.
“Ah, ecco dove volevamo arrivare”.
“Perché magari, chissà, in questo momento sei seduto su una risorsa da valorizzare”.
“Vogliamo valorizzarla?”
“La cosa è tecnicamente fattibile, se tu mi dai l'ok, nella prossima delibera... ma ti posso garantire sin d'ora che... certo, ti chiederanno di assicurare...”
“Furto e incendio?”
“Anche fulmini e... vandalismo”.
“Brr...”
“Ma è una formalità. Poi ci accolliamo l'assicurazione”.
“Chi se l'accolla?”
“La banca. Altrimenti se preferisci un'accatastamento, la vulturiamo”.
“Oddio, ricomincia da capo”.
“Ma voglio essere sicuro che hai capito”.
“Ora conterò fino a tre e mi sveglierò. Uno, due –
“Ehi, che c'è?”
“Tre! Sono sveglio!”
“Hai fatto un altro incubo?”
“Dovevo comprare la casa e all'ultimo momento mi ero dimenticato di vulturare... di accatastare... che ne so...che angoscia”.
“Stai tranquillo. Non devi comprare nessuna casa”.
“Perché l'ho già comprata anni fa, giusto?”
“Giusto. Dormi adesso, che domattina devi svegliarti presto per il turno alla cava”.
“Spaccare pietre fino a mezzodì. Non vedo l'ora. Ma non so se riuscirò a prender sonno adesso”.
“Conta le pecore che saltano il recinto”.
“Non ha mai funzionato”.
“Conta i bancari che saltano nella fossa dei leoni”.
“Ci sono anche i notai?”
“I notai sono tutti infilzati in uno spiedino rovente”.
“Buono lo spiedino”.
“Su un tappeto di assicuratori disossati”.
“Ma sono ancora vivi, vero? Li hanno disossati ma sono ancora vivi, e soffrono”.
“Sì, soffrono tanto”.
“Anche i notai, girono nello spiedino per l'eternità, ma non è che si abituano, eh? Soffrono ogni momento come fosse il primo”.
“Soffrono tutti tantissimo, adesso dormi”.
“E i bancari dov'è che li avevamo messi?”
“Nella fossa dei leoni”.
“Poi quando sanguinano un po' li ripeschiamo... loro credono di essersi salvati, e invece li tuffiamo...”
“Nella vasca degli squali. Dormi”.
“Zzz”.
Che domani è un altro giorno.
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