the Lone Walter

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- In difesa del fratello brontolone.

Io non vorrei diventare quello che parla male di Veltroni ad ogni costo; tuttavia credo che la sua decisione di mandare il PD da solo allo sbaraglio sia sbagliata. Onestamente spero che si tratti di un bluff, e che le prossime ore portino a un accordo di qualche tipo con la sinistra-arcobaleno. Purtroppo non riesco a condividere gli entusiasmi di molti per la svolta solitaria del PD; il coraggio dei suoi dirigenti lo apprezzerei di più se la posta in gioco non fossero altri cinque anni della vita mia e della mia famiglia. Detto questo, quando Veltroni tirerà fuori dal cappello l'arma segreta e roderà a Berlusconi i 10-15 punti che gli servono, io sarò il primo a rallegrarmi di essermi sbagliato. Sono anche disposto ad atti di umiliazione rituale (tagliarmi la barba, baciare il Cragno, guardare Amici di Maria De Filippi). E tuttavia, anche in caso di vittoria finale, continuerò a non capire per quali motivi il PD e la Sinistra non avrebbero potuto andare alle elezioni insieme. Non sto parlando di un'ammucchiata tra 10 partiti con priorità diverse: sto parlando di un'alleanza programmatica tra due forze che hanno già collaborato. Non se lo merita, la Sinistra? Non ha davvero fatto nulla di buono in questi due anni?

Il libro che va per la maggiore tra i delegati Pd, il Vangelo, parla di due figli che un padre manda a lavorare una vigna (Mt 21,28). Il primo dice: “Vado”, e non ci va; il secondo nicchia, si lagna, ma alla fine ci va. Domanda: chi dei due ha veramente compiuto la volontà del padre? Ok, era facile. Un'altra domanda, allora: chi dei due assomiglia di più alla sinistra verde-rifondarola?

Che la sinistra abbia brontolato parecchio, in questi due anni, è un fatto. Invece di ringraziare ogni giorno Dio o il caso per aver concesso la maggioranza a Prodi, i compagni non hanno mai smesso di lamentarsi. Si lagnavano per le pensioni (e alla fine il governo le ha calate), si lagnavano perché restavamo in Afganistan (e ci siamo rimasti). Si lagnavano per la base NATO di Vicenza (il governo ha confermato l'allargamento della base), per il TAV (nessun passo indietro). Per il crollo dei salari dei dipendenti (che crollo era e crollo è rimasto, mentre i manager facevano affari). Per le morti sul lavoro (siamo saldamente i primi in Europa). Per la legge sul conflitto d'interessi (una sciocchezza che non interessa nessuno...) E per tanti altri motivi, troppi motivi, con un solo dettaglio comune: erano motivi seri. Un'enorme guarnigione militare straniera in una città italiana è un problema serio: si può discutere se conti più la realpolitik o la qualità della vita degli abitanti, e sarà una discussione seria. Una guerra in Afganistan non è una sciocchezza. La TAV non è una sciocchezza, la sicurezza sul luogo del lavoro non lo è. Erano argomenti forti, dei quali era giusto discutere, e se il governo fosse caduto durante dibattiti del genere, sarebbe caduto in piedi. Invece è caduto per una melina elettorale, o per le grane giudiziarie della signora Mastella. È franato al centro, questo governo, ricordiamolo sempre. Non è stato il figlio brontolone a buttarlo giù. È stato il figlio modello, quello che dice sempre di sì, pieno di buon senso, latitante nel momento del bisogno.

La polemica contro i compagni brontoloni, prigionieri dei loro ideali, incapaci di venire a patti con la realtà, è un vecchio cavallo di battaglia di questo sito. Una volta (non ricordo dove) l'ho anche scritto: io sono un orfano del 1998, non mi sono più ripreso dallo spettacolo di Bertinotti che affonda il Prodi Uno a causa delle... 35 ore. L'altra pietra di scandalo fu la campagna elettorale del 2001, ai tempi in cui faceva molto fine scrivere al Manifesto forbite letterine in cui si dettagliavano i motivi della propria astensione. Continuo a pensare che l'astensionista di sinistra sia stato uno dei principali responsabili dello sfacelo di questi anni. Il fatto è che credo lo abbia capito anche lui. Mi sembra di poter dire che abbiamo fatto la pace. Lui brontola ancora molto, ma quando c'è da andare nella vigna a salvare la maggioranza, lo fa. Lo ha sempre fatto. Se volessimo per una volta giudicare le persone per le loro azioni, e non per le lagne, ci accorgeremmo che negli ultimi due anni la classe dirigente della sinistra ha dato prova di una compattezza e di un'abnegazione che altrove non si sono viste. E stiamo parlando di partiti che sono radicati tra i pensionati e i dipendenti, che spesso hanno dovuto turarsi il naso e mantenere la fiducia a un governo che continuava a rosicchiare risorse alle loro categorie di riferimento: il minimo che ci si poteva aspettare era che si lagnassero un po': che altro avrebbero dovuto fare? Sorridere ai loro elettori, mentre tradivano il loro mandato elettorale?

Negli ultimi mesi avevano anche cominciato a federarsi: certo, il processo è stato molto più lento di quello del PD, ma era in corso. Veltroni sostiene che è impossibile governare con 14 partiti: ha ragione, ma ormai nessuno gli chiede questo. Un patto PD+Arcobaleno sarebbe già una notevole semplificazione: dopotutto neanche il bipartitismo americano è stato costruito in un giorno.

Invece al PD hanno deciso che corrono da soli (o al limite con Di Pietro, persona non proprio di sinistra ma perbene, che tende tuttavia a imbarcare con sé i peggiori trasformisti. Ce lo siamo scordati De Gregorio?). Salvo ripensamenti, la Sinistra è fuori. Si è mantenuta disciplinata e compatta per due anni, votando quasi sempre contro i suoi immediati interessi: e non è servito a nulla. Non è servito a niente perdere la faccia con la base elettorale pacifista, votando il rifinanziamento alla missione in Afganistan. Non è servito acconsentire all'innalzamento dell'età pensionabile. In sostanza, l'ex fratello brontolone ha scoperto che in politica i sacrifici e la maturità non pagano. (A sinistra; dall'altra parte c'è Berlusconi che, quando vince, porta un bel cesto di doni per tutti, senza scordarsi di nessuno: qualche sgravio fiscale per i monelli leghisti, un bel condono per gli autonomisti siciliani, e a Gianfranco cosa gli do, mah... un'altra fiction sull'Agro Pontino?) Si gettano qui le basi per la prossima generazione di estremisti duri e puri, che chiederanno l'impossibile ben sapendo di non avere nessuna possibilità di ottenere nulla. Tantovale fare gli eroi, no? Almeno si fa colpo sulle ragazze.

Può darsi che Veltroni ritenga di poter vincere meglio senza il peso di questi lagnosi alleati, che tuttavia rappresentano un pezzo di Paese non piccolo: quello che più ha pagato e pagherà la congiuntura economica. Oppure – e in molti lo hanno suggerito – il PD va da solo non per vincere contro Berlusconi, ma per succhiare voti agli ex alleati, col classico ricatto “o voti per me o ti tieni Berlusconi”. È un ricatto a cui probabilmente cederò anch'io. Col risultato di trovarmi, alla fine, non solo Berlusconi al governo, ma Veltroni leader incontrastato di un'opposizione molto sbilanciata al centro. E questo sarebbe il disastro finale, non tanto per me, ma per la classe sociale di cui faccio parte, e che il PD può rappresentare solo fino a un certo punto.

Può darsi che comunque alla fine lo voti, questo Veltroni cavaliere solitario. Non ne sono ancora sicuro. Sono invece certo di una cosa: nei prossimi due mesi mi lagnerò parecchio. Perdonatemi. Sembra proprio che alla fine io sia più di sinistra di quanto non pensassi.
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