Meglio un Renzi sconfitto oggi (che un Salvini domani)

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(Anche Trump sembrava un candidato improbabile).
Molti sostenitori di questa riforma costituzionale sono più profondamente sostenitori di Renzi. Magari l'hanno letta, e la condividono in buona fede; ma la condividerebbero anche se fosse completamente diversa, purché l'avesse scritta Renzi. A volte ti chiedono di giudicarla "nel merito", senza preoccuparti di tutte le cose contingenti che le girano intorno - l'italicum, la carriera politica di Renzi, ecc. A volte sembrano più spaventati: ma insomma, ti dicono, non capisci che ne va della carriera di Renzi? E del destino dell'Italia tutta, naturalmente, che senza Renzi come farà? Ora, bisogna essere onesti: se mi guardo attorno, una figura che nel breve termine possa subentrare a Renzi e interpretare lo stesso ruolo in modo più progressista non la vedo. Alternative di sinistra a Renzi per parecchio ancora non ci saranno, mentre da destra arrivano nubi minacciose - magari non Salvini, ma prima o poi qualcosa erutterà. Mi è già capitato di votare Renzi in passato, perché in quel momento era il meno peggio, e potrà accadermi in futuro: specie se continua a essere l'unico intenzionato a gestire la crisi dei profughi in modo umano. Ma la sua riforma costituzionale non mi piace, e soprattutto credo che Renzi potrà sopravvivere a una sua eventuale sconfitta referendaria. Ho detto credo. Non ne sono sicuro.

Invece molti sostenitori di Renzi sembrano sicuri che un successo del Sì proietterà il loro beniamino verso un trionfo elettorale - dopodiché, senza l'impiccio degli imbarazzanti alleati di centrodestra, dei riottosi rimasugli del vecchio Pd e di un senato eletto ancora dai cittadini, finalmente potrà gestire l'Italia come vuole e non potrà che gestirla bene. Ora, questo futuro luminoso è appena a un passo da noi, ma solo se votiamo Sì al referendum: altrimenti tenebre, caos, Bersani e Matteo Salvini. Come tutte le prospettive apocalittiche, anche questa sembra più la proiezione di un desiderio che un'analisi realistica della situazione. Nessuno sa cosa succederà il quattro dicembre: se Renzi perde, potrebbe abbandonare il governo? È possibile (ma non esistono ancora alternative serie a lui, soprattutto nel suo partito).

Se invece vince, continuerà a vincere anche alle prossime elezioni politiche, al più tardi nella primavera 2018? Chi lo pensa sembra sottovalutare il logoramento inevitabile di chi si trova al governo, in anni di crisi. La vittoria dei brexiters, quella di Trump, sembrano puntare in quella direzione. La figura di Renzi appare già abbastanza logorata, eppure chi lo sostiene sembra voler credere che basta fargli vincere un referendum ogni tanto per ringiovanirlo. Soprattutto non mostrano di capire quello che a me sembra un dato di fatto: più vince, meno Renzi è sopportabile. Magari tra un mese vince di nuovo, ma a quel punto a chi non gli vuole bene sembrerà ancora più arrogante. E non può vincere sempre.

Mi rendo conto di essere, tra i sostenitori del No, un caso molto particolare: per molti si tratta solo di mandare a casa Renzi. Per me il contrario: forse è l'ultima occasione che ho per dare un segnale a Renzi senza mandarlo a casa. Molti sostenitori del Sì sanno benissimo che questa riforma contiene diverse magagne, ma se la fanno piacere perché, dopotutto, se si tratta di salvare Renzi si può anche vandalizzare qualche articolo di Costituzione. Ma rischiamo di ritrovarci nella situazione peggiore: costituzione vandalizzata e, due anni dopo, un Salvini o peggio al governo. Con maggioranza blindata per cinque anni. E un senato irrilevante. Questo per me è un altro grosso motivo per votare No.

(Gli altri motivi:
1. Non si riscrive la carta costituzionale col martello pneumatico.
2. Non si usa una brutta legge elettorale come moneta di scambio.
3. Non mi piacciono le riforme semipresidenziali.
4. Meglio un Renzi sconfitto oggi che un Renzi sconfitto domani).
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