Poveri inediti idioti

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Voglio scrivere anch'io due minchiatine sui Soliti Idioti, ovviamente senza aver visto il film (quest'anno va così. Anche se devo dire che l'unico blogger che lo ha visto ne ha parlato abbastanza bene). Confesserò per prima cosa di essere uno di quegli insospettabili che ogni tanto in tv li guarda, ridacchiandoci anche su. Così l'attacco della De Gregorio mi ha ferito un po'. Mi sono ritrovato schiacciato ai minimi livelli culturali di una generazione che non è la mia, io passo di lì solo, ehm, per informarmi, sapete, col mio mestiere è vitale conoscere i tormentoni o va finire che non capisci più gli insulti che ti scrivono sulle porte del bagno. Va da sé che quello che ha scritto la De Gregorio sui Soliti Idioti e sul pubblico ebete dei Soliti Idioti si sarebbe potuto scrivere di quasi tutti i format comici passati nei nostri palinsesti dal Drive In in poi – e se scrivo Drive In è soltanto perché la mia memoria si blocca lì, ma può darsi che si facesse tv scema anche in precedenza, perlomeno lo attesterebbero alcune filastrocche di carosello tramandate oralmente, nonché alcuni reperti rinvenuti durante Da Da Da. Senz'altro i Soliti Idioti non è un capolavoro. Ma che sia intrinsecamente meno intelligente del tardo Mai dire Gol, o di Indietro Tutta (per citare due trasmissioni a caso che hanno fatto ridere generazioni di ragazzini) no, io non lo credo. Secondo me la vera novità dei Soliti Idioti non sta nemmeno nella cifra grottesca, che altre trasmissioni avevano anticipato e che comunque è inferiore a molti reality in prima serata in chiaro. Credo che si tratti principalmente di una questione di budget.

I Soliti Idioti è una trasmissione povera, questa secondo me è la novità, e non è una buona novità. Pur restando un prodotto dignitoso e professionale, con qualche slancio coraggioso (ogni tanto incidono una canzone nuova, abbozzano una coreografia), i Soliti Idioti sostanzialmente sono due attori non troppo professionisti che fanno degli sketch con personaggi ricorrenti. Ok, ci sono le parolacce, ma in sostanza i Soliti Idioti lo potremmo anche considerare un programma reazionario, quasi involutivo, un ritorno alle scenette che prelude forse a un ritorno a Carosello, dopodiché torneranno le pecorelle, il monoscopio, la tv smetterà di funzionare e dopo un po' anche la radio, e risaliremo sugli alberi. In realtà è tutto spiegabile con le crisi, che sono tre o quattro: la crisi economica (una volta ogni programma aveva cinque o sei comici, oggi se una rete ha un comico lo spreme per due ore di monologhi, ma non le regge nemmeno Guzzanti, figurati Crozza), la crisi dei consumi giovanili, la crisi del musicale, la crisi di MTV Italia. Quest'ultima è la più circoscritta ma anche la decisiva: forse i Soliti Idioti non avrebbe penetrato così bene la dura cervice dei giovani d'oggi, se a un certo punto MTV non avesse deciso di riempire il suo palinsesto (soprattutto in estate) di repliche infinite di un programma scopiazzato dai britannici (mancavano anche i soldi per comprarsi il format vero). E coi ragazzi, si sa, la reiterazione è fondamentale. Naturalmente i guru ci spiegheranno che il vero successo è quello virale, per cui ogni singolo sketch veniva condiviso e apprezzato e commentato su youtube; io però ho passato quasi tutta l'estate scorsa a casa e a un certo punto mi sembrava che MTV fosse diventata I Soliti Idioti Tv.

A proposito, non so se ne avete sentito parlare, ma di recente tutte le MTV del mondo hanno cambiato il logo, togliendo la scritta “Music Television” che in effetti ormai era un retaggio del passato. Questa cosa per alcuni della mia età è dura da mandar giù, anche se in fin dei conti non è nulla di grave: canali che sparano musica 24 ore su 24 ce ne sono ancora da qualche parte sul digitale terrestre. Non vanno molto bene, altrimenti anche MTV si sarebbe tenuto la sua M originale. Gli assassini siamo stati noi, non è vero? Scaricando e scaricando abbiamo messo in ginocchio le povere major, che hanno smesso di investire capitali nella promozione dei loro artisti, e MTV si è data ai reality scemi. Ce lo siamo meritato tutto, Jersey Shore (però le repliche alle due del pomeriggio, Cristo, no, dov'è il Moige quando serve).

La povertà dei Soliti Idioti si riflette su un altro aspetto che mi sembra sia sfuggito a molti, ed è la dilatazione dei tempi comici. Qual è la differenza principale tra gli sketch dei Soliti Idioti e quelli, poniamo, dei comici della Gialappa cinque o dieci anni fa? Sono più grotteschi? Forse. Sono meno ispirati? Il budget è quel che è. Ma soprattutto gli sketch dei Soliti Idioti sono più lenti. È un fenomeno di cui parlano in pochi, e che secondo me è fondamentale, forse è l'unica cosa che ho capito dei giovani d'oggi e ve la lascio qui gratis: ai giovani d'oggi le cose bisogna spiegargliele con lentezza, e ripetergliele molte volte.

Questo non significa che i giovani d'oggi siano irrecuperabili come dice la De Gregorio. A me piace pensare che sia uno di quei contraccolpi storici: dopo una Mtv generation ipercinetica che messaggiava guardando video e negli intervalli degli spot votava per un mondo migliore, forse una generazione che se la prende calma e apprezza la lentezza potrebbe salvarci. In ogni caso mi aspetto un ritorno dei ritmi lenti nei film dei prossimi anni, anche solo perché più veloci di Transformers non si può andare. Non so quanto il film dei Poveri Idioti confermi questa mia ipotesi e onestamente non ho neanche voglia di andare a controllare. Non so neanche bene perché sono contento che il film stia andando forte. Non credo c'entri lo snobismo all'incontrario.

Credo che sia una specie di solidarietà per una generazione – quella degli adolescenti di oggi – che non è ancora riuscita a recintare qualcosa e a chiamarlo suo. I nativi digitali, in teoria – in pratica internet è piena di bavosi trenta-quarantenni che ti spiegano la netiquette e ti adescano sui social network. La musica è già tutta on line, ma per capirla, per metterti la maglietta giusta, devi almeno conoscere le evoluzioni stilistiche degli ultimi trent'anni. Persino i comici in tv, il grado zero virgola uno dell'intrattenimento, quelli da cui si pretende poco o nulla, appena un tormentone da portarsi a scuola per sentirsi meno soli nell'intervallo del lunedì – persino loro ormai sono incomprensibili, fanno solo satira politica che è una cosa che per capirla devi prima conoscere la politica ed è più o meno come con la musica, ti tocca ripartire dall'avvento del grunge e di Silvio Berlusconi, vent'anni fa. Alla fine arrivano Biggio e Mandelli, e non sono un granché, però finalmente fanno qualcosa che ai vecchi fa schifo. Finalmente! Non imitano quei politici noiosi e sconosciuti, non fanno riferimenti a cose lontane, forse copiano un programma inglese ma questa è una curiosità da blogger di nicchia, e hanno un ritmo lento, se non capisci una gag loro te la ripetono più lenta finché non ci arrivi. Ecco, i Soliti Idioti sono il povero programma che ci mancava. Non è un granché, ma non è che ai ragazzini serva tutto questo granché per divertirsi. E probabilmente a ridere con poco ci si dovranno abituare.
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