Il profeta del default
06-03-2013, 06:57Beppe Grillo, economie, Euro, ho una teoriaPermalink
La vera ragione per cui un accordo parlamentare tra M5S e PD appare molto più difficile di quanto tanti elettori hanno da subito auspicato è tutta qui. Il default che per il PD è la catastrofe da evitare a tutti i costi (compreso quell'anno e mezzo di sostegno al governo Monti che il PD ha scontato con il flop elettorale) per Grillo è un mero incidente di percorso, se non una tappa prevista verso la realizzazione di quel programma che a occhio ci sembrava così utopico. In effetti, basta rinunciare a uno dei postulati così strenuamente difesi dal partito di Bersani (non c'è Italia fuori dall'Euro) e persino le trovate più utopiche a cinque stelle diventano realizzabili: e abbiamo finalmente le risposte alle domande che ci siamo fatti per tutta la campagna elettorale. Dove troverete i soldi per i redditi di cittadinanza? e per il wifi gratis? Non basta ridurre o cancellare rimborsi ai partiti e sovvenzioni ai quotidiani; quindi non resta che stampare altro denaro. Ma per farlo bisogna uscire dall'euro; per uscire dall'euro però occorre che la crisi si aggravi ulteriormente, e l'Italia vada in default. Dopodiché si può fare qualsiasi cosa, decrescere più o meno felicemente e rilanciare l'economia distribuendo ai disoccupati redditi di carta straccia: il Default del predicatore Grillo è l'Armageddon, l'ultima battaglia da combattere, affinché Babilonia-Eurolandia cada.
Il rifiuto di qualsiasi ipotesi di sostegno a un governo non è l'irrigidimento di un capo-popolo capriccioso, ma una strategia coerente e perseguita alla luce del sole (continua sull'Unita, H1t#169):al di là dei superficiali punti di contatto che i Bersani e i suoi si stanno ingegnando a trovare, PD e M5S non possono collaborare perché hanno progetti radicalmente diversi. Il PD, e i partiti di centrosinistra che lo hanno preceduto, hanno fatto di tutto per portarci nell’Euro e per non farci più uscire: Grillo non crede nell’euro, lo ha scritto almeno una volta. In seguito si è nascosto dietro il referendum, ma tra le ragioni dello straordinario successo elettorale del M5S c’è anche l’euroscetticismo: qualcosa che a parte qualche sparata occasionale di Berlusconi e i folkloristici mugugni di leghisti e postfascisti, in Italia non si era mai visto.
Se oggi l’euroscetticismo rischia di diventare maggioritario, la responsabilità non è tutta di Beppe Grillo. Bersani e il suo partito non sono riusciti a spiegare agli italiani per cosa stavano lottando, cosa c’era in ballo: l’appoggio all’esecutivo di emergenza guidato da Monti è stato visto come un tradimento e una rinuncia a “vincere subito”. Una sua parte di responsabilità ce l’ha anche l’Europa, e in particolare la Germania di Angela Merkel, la cui intransigenza sul fronte del rigore ha ottenuto il risultato di alienare le simpatie di uno dei popoli da sempre più entusiasti del progetto di unificazione europea. Più che di attribuire le varie percentuali di responsabilità, però, ora si tratta di capire chi pagherà per tutti: probabilmente il popolo italiano, che dal default e dall’eventuale crisi dell’euro ha moltissimo da perdere e ben poco da guadagnare. Di questo si rendono conto anche alcuni sostenitori di Grillo, tra cui l’economista Mauro Gallegati, che ha contribuito a scrivere il programma pentastellato e adesso avverte: il default sarebbe un disastro, l’uscita dall’euro “un’ipotesi disgraziata”, “la decrescita in sé è insostenibile, altro che felice”. Però Gallegati ha già ricevuto una mezza scomunica via beppegrillo.it: Leggo e ascolto con stupore presunti “esperti” discutere di economia, di finanza o di lavoro a nome del M5S. Queste persone sono ovviamente libere di farlo, ma solo a titolo personale. Solo il megafono ha il diritto di parlare per tutti, questo ormai si è capito. Vedremo cosa faranno i parlamentari, quando avranno finito di presentarsi: la speranza è che abbiano chiara l’entità del rischio che tutti gli italiani stanno correndo.
C’è anche un’altra speranza (in un momento come questo conviene alimentarne più d’una): proprio il successo dell’euroscettico Grillo potrebbe paradossalmente essere determinante nel condurre i vertici europei verso più miti consigli, a un allentamento del rigore: è quanto scommette per esempio il presidente di Goldman Sachs, e forse un calcolo simile è quello che porta alcuni imprenditori italiani ad appoggiare il Movimento (quelli che non sono semplicemente saliti sul carro del momento). Se andasse a finire così, toccherebbe poi riconoscere che Grillo ha salvato l’Italia e l’euro. E pazienza, abbiamo tutti i padri della patria che ci meritiamo. http://leonardo.blogspot.com.Comments (6)