C'è vita sulla luna! E lo sappiamo dal 1835.

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25 agosto 1835 - Sul quotidiano "Sun" di New York appare la prima puntata di un lungo resoconto delle ultime scoperte lunari effettuate dal celebre astronomo e chimico John Herschel, con un nuovo potentissimo telescopio di sua invenzione. Herschel (coniatore, tra l'altro, del termine "fotografia") ha trovato sul satellite tracce di vita - anzi, ben più che tracce: fiori, alberi, bestie più o meno mostruose, tra i quali l'interessantissimo animale sociale battezzato vespertilio homo, l'uomo pipistrello (riportiamo dalla più antica traduzione del reportage, pubblicata a Napoli già nel 1836):

Noi li scorgemmo sul lido d’un laghetto o gran fiume, che scorreva verso la valle del gran lago, ed aveva sulle sue sponde orientali un ameno boschetto. Alcuni di quegli esseri avevano attraversato dall’una sponda all’altra, e vi stavano distesi come aquile. Ci venne dato allora d’osservar, che le loro ali avevano una distesa enorme, e parevano per la struttura simili a quelle del pipistrello. Erano desse formate d’una membrana semitrasparente, che si dispiegava in divisioni curve col mezzo di raggi diritti legati al dorso con tegumenti dorsali. Ma ci maravigliò sovratutto il vedere, come quella membrana si stendesse dalle spalle sino alle gambe legata al corpo, e diminuisse gradatamente di larghezza. Quelle ali sembravano pienamente sottoposte al volere di quegli esseri, poichè li vedemmo tuffarsi nell’acqua, e quindi stenderle subito per tutta la loro dimensione, e scuoterle dopo essere usciti dall’onda alla guisa delle anitre, e racchiuderle tantosto in forma compatta. Le osservazioni fatte sulle abitudini di quelle creature, che erano dei due sessi, ci condussero a sì notevoli risultamenti, che amerò a vederli fatti di pubblica ragione coll’opera del dottore Herschel, dove so di positivo, che vi stanno descritti con verità conscienziosa, qualunque sia per essere l’incredulità con cui saranno lette.
Alcuni istanti dopo le tre famiglie stesero le ali loro, quasi ad un tempo, e si perdettero fra gli oscuri confini del canovaccio, prima che ci rilevassimo dalla nostra sorpresa. Quegli esseri furono da noi appellati scientificamente uomini pipistrelli (vespertilio homo). Ei sono certamente esseri innocenti e felici.
Nomammo la valle, in cui vivono, il coliseo di rubini, a motivo de’ magnifici monti da cui è attorniata. La notte essendosi fatta tardissima rimandammo l’esame di Petarius (n. 20) ad altra occasione.
Giova il confessare, che quest’ultima parte del maraviglioso racconto, che abbiamo ora letto, risvegliò appieno l’incredulità nostra; uomini, i quali abbiano аd un tempo e braccia ed ali ci pajono impossibili conciossiache siansi veduti colà dei castori, delle gazzelle, delle cicogne, e dei montoni. Al pipistrello le ali servono di piedi, all’uccello di braccia, ma un apparato locomotore, che parta dalle vertebre, è tal particolarità difficilissima a comprendersi. 

Ci vorrà qualche tempo perché i lettori si rendano conto che è tutta una bufala, organizzata probabilmente da un reporter del giornale, Richard Adams Locke, al solo scopo di aumentare le vendite. Scopo più che raggiunto: la tiratura fu quintuplicata, il numero del 26 agosto sfiorò le ventimila copie vendute, un record. Quando il reportage completo fu raccolto a parte, vendette altre sessantamila copie. Il povero Herschel dovette affannarsi a spiegare per anni che non c'entrava, che il suo autorevole nome era stato utilizzato senza il suo permesso, e soprattutto che sulla Luna non c'erano, a quanto gli risultava, uomini pipistrello: e se anche ci fossero stati, i suoi telescopi non gli consentivano di osservarli.

C'erano stati altri resoconti immaginari prima di quello del Sun: nel giugno precedente ci si era cimentato anche Edgar Allan Poe, narrando il resoconto del viaggio in mongolfiera sulla luna di Hans Pfaall. Ma Poe aveva mantenuto un registro letterario che consentiva ai lettori di riconoscere in Hans un personaggio finzionale. Locke riesce viceversa a ingannarli con alcuni trucchi da giornalista consumato: comincia con una lunga digressione sugli strumenti ottici adoperati da Herschel che rischia di ammazzare il lettore di noia, ma crea una sensazione di autorevolezza e plausibilità. Il primo articolo è un esempio precocissimo di hard science fiction, quella rigorosamente basata su speculazioni di carattere tecnico-scientifico. Il 25 agosto 1835 non è la data di nascita né della fantascienza né del giornalismo pseudoscientifico e cialtrone; forse possiamo considerarla l'ultima occasione in cui sono stati visti assieme.
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