so you think 2007 is going to be...

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Tanti auguri a me
E sì, anche quest’anno il blog ha compiuto gli anni.
Sono sei. Sono troppi. Nessun altro blog, in Italia, può vantare sei anni di archivio autentico. Del resto, perché ci si dovrebbe vantare di una cosa del genere? I più vecchi di me si nascondono: cambiano dominio e si mimetizzano tra i più giovani. Io invece qui invecchio pian piano, senza vergogna.

Per una storia breve del primo quinquennio, vi rimando al pezzo dell’anno scorso. Rimane da capire com’è andato il 2006. Poteva andare meglio, per tante ragioni.

Dalla politica alle ciabattine (e ritorno?)
Esattamente un anno fa avevo promesso di fare una cosa più politica, più seria. “Quando tutto quello che diciamo è indicizzato, forse dovremmo dire meno cazzate e più verità”, scrivevo. In effetti la politica è stato il tema caldo per i primi quattro mesi del 2006. Poi ci sono state le elezioni. E un po' di stanchezza, dopo le elezioni, era prevedibile. Passare da blog di lotta a blog di governo, ecc. ecc.

Ma quello che è successo alle ultime elezioni mi ha veramente stroncato. Senza troppo accorgermene, avevo davvero investito qualche energia nella speranza che da aprile in poi si voltasse pagina. Da lì in poi pensavo che si sarebbero aperti nuovi spazi – anche per criticare Prodi, una volta eliminata l’alternativa B.
Il pari e patta elettorale, da questo punto di vista, mi ha ucciso. Fuori o dentro Palazzo Chigi, Berlusconi continua a dominare il dibattito politico. Con lui in testa ai sondaggi, di parlar male di Prodi proprio non mi sento, passo, fate voi.

Così da maggio in poi qui c’è stata una svolta intimista (anche grazie a Grazia). In luglio, negli Usa, ho avuto la sensazione di poter scrivere qualunque cosa senza troppo preoccuparmi, tanto c’è un pubblico per ogni cosa. In autunno sono tornato a temi più ambiziosi, ma mi chiedo sempre più spesso che senso ha. Forse non ne ha.

Che ci fate (ancora) qui?
Io qui potrei scagliare la pietra per primo, e cominciare a lamentarmi del calo qualitativo e quantitativo, accusando la redazione di rifriggere sempre gli stessi argomenti (guerra-Berlusconi-latino-religione-Berlusconi-religione-latino-guerra). Potrei farlo, e potreste farlo anche voi. Ma attenzione. Prima di ogni valutazione bisogna arrendersi a un fatto: il blog non è mai andato bene come in questi ultimi mesi. Cinque-seicento accessi medi al giorno non li avevo mai avuti. Come mai continua ad arrivare tutta questa gente? Onestamente, non lo so.

A dire il vero, conosco solo dei motivi per cui la gente dovrebbe smettere di leggermi. Un blog generalista e tuttologo come questo non ha molte possibilità di sopravvivere, in un panorama complesso e specializzato come il nostro.
Io, per dire, se fossi un lettore mi sarei stancato da un pezzo. Negli ultimi anni il tempo che dedico ai blog è un po’ calato. Raramente mi capita di cercarne di nuovi. Gli unici che m’interessano solo quelli che conosco già e che trattano argomenti specifici in un modo familiare. In pratica: se voglio sapere qualcosa su un film, vado su un blog di cinema (sempre quello, al massimo un paio). Se voglio sapere che musica tira, vado da Enzo o da Inkiostro, (e tanto peggio se pigliano cantonate). Se voglio sentir parlare di tv… di web... o di letteratura… litigare con un giornalista nevrotico… riempite i puntini. Credo che l’approccio degli adulti ai blog sia più o meno questo: evitare le sorprese, consultare i più fidati.

Ma proprio da questo punto di vista, non riesco a capire bene chi viene qui. Leonardo è un blog senza tema (anche se le idee fisse non mancano): nessuno sa esattamente cosa troverà, quando clicca qui. Si parla di cinema o musica ma senza molto impegno; di politica, ma in modo sempre più tangenziale: si mettono insieme pensieri intelligenti, ma senza il tempo e la capacità di sistemarli. Gira che ti gira, è rimasto un blog “alla 2003”: un diario in pubblico. Evidentemente alla gente piace così.

Anche questo però ha un senso molto relativo. Chi è poi tutta questa “gente”? Che ci fai, oggi, con 600 accessi al giorno? Basta vedere quel che succede ogni volta che qualcuno s’inventa una nuova top 100 dei blog italiani: dopo qualche mese di saliscendi, Leonardo saluta e scompare. Perché il traffico vero ormai passa altrove. E non si capisce davvero perché continuo a dare importanza agli accessi o al ranking, visto che non sto vendendo niente. Ah no, scusate. Sto vendendo il libro. Già. Pensavo che il blog potesse lanciare un po’ il libro. In realtà per ora sta succedendo il contrario: il libro attira gente che prima non passava

Progetti per il futuro?
E quindi insomma, cosa fare nel 2007? Mah. L’anno scorso mi stavo prendendo ancora un po’ troppo sul serio. Ora, come vedete, anche se inizio a parlare di politica finisco con Bud Spencer. Sarà il riflusso, sarà l’età, la coscienza dei propri limiti.
In una formula: basta pipponi. Scrivere pezzi più leggeri. Magari un po’ più brevi (come dicevo quattr’anni fa). Magari scriverne un po’ di più. E forse pian piano riuscirò a specializzarmi anch’io, in qualcosa che ancora non so cos’è.

Fuori dalla Storia
Quanto alla Storia del Blog Italiano, quella non passa da qui da un pezzo. Il futuro sono i video – come ha capito persino Di Pietro: il blog del futuro è pieno di immagini in movimento che mostrano facce immobili che ti fissano e ti parlano. A me i mezzibusti annoiano, per cui mi fermo qui. A chi continuerà a passare, in deroga alle mode e alle teorie di scienze della comunicazione, un grazie dal più profondo del cuore – e compratemi il libro. Sono sei euro e venti. Che ci fai oggi con sei euro e venti?

Il post dell’anno
Come ogni anno, qui sotto potete farmi un regalo scrivendo qual è stato il post che vi è piaciuto di più nel 2006. Potete anche scrivere quello che v’è piaciuto di meno. Se siete indecisi, scrivete il primo che vi viene in mente: è quello giusto.
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