- il piano Hamelin

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L'aggregatore del diavolo

Ricapitolando: basta parlare male del centrosinistra. Non è il momento. Se ho tollerato dieci anni di D'Alema, posso ancora sopportare cinquanta giorni. Dopo potrò sfogarmi; ma ora no, ora non ha senso.
Che altro posso fare? Predicare ai convertiti? Tempo perso.

Forse che dovrei anch'io puntare il mio umile cannoncino sul centro moderato? Mi basterebbe conquistare anche un solo incerto, anche solo un voto, e potrei dire di aver fatto il mio dovere… ma è impossibile, andiamo. Quella chimera che chiamano centro moderato non esiste, è il parto di una congiura di statistici buontemponi. Credere in Berlusconi, oggi, è come credere nello Jahvé di Freud: per farlo occorre un investimento psichico ingente e quotidiano. Bisogna avere fede nelle sue parole, chiudere gli occhi davanti alle sue gaffes, allenarsi a ridere alle sue battute, fingere di sfrecciare in un autostrada a quattro corsie mentre si è in coda al Cantiere-Grandi-Opere. Chi riesce a fare tutto questo (e sono tanti) non è certo un indeciso: la sua fede è costruita sulla dura roccia, e non sarò certo io a scalfirla, con due battutine o un link. E allora?

La verità è che le elezioni non si vincono al centro, ma si perdono ai fianchi. Nel 2001 non abbiamo perso perché Berlusconi ha conquistato il centro, ma perché il fianco sinistro, disilluso e stanco, votò Bertinotti - o nemmeno andò a votare. Nel 2006 dovrebbe accadere la stessa cosa sul fianco destro. Tutti quelli che hanno creduto in Berlusconi inutilmente, "ci hai detto vi alzerò la pensione e non ce l'hai alzata"; "vi calerò le tasse e non ce le hai calate", ecc.; tutti costoro non rinnegheranno mai pubblicamente il loro uomo. Vorrebbe dire ammettere di essere stati presi in giro, e questo, nel Paese dei bar sport, non si fa. È possibile però che quella benedetta domenica 9 aprile non si sentano molto motivati ad andare alle urne. Specie se non piove (è quasi imbattibile, Berlusconi sul bagnato).

Quello che mi preoccupa sono i blog di centrodestra. Negli ultimi tempi ne sono nati tanti. Sono giovani e pieni di entusiasmo. Ecco qualcosa che mi spaventa: la gioventù e l'entusiasmo. Loro sì che rischiano di cambiare le cose. Potrebbero fare cartello tutti assieme, e infondere fiducia in quel fianco elettorale che l'ha un po' persa. Una prospettiva, dal mio punto di vista, terrorizzante.

Forse… non so, sto pensando a voce alta… quel che dovrei fare davvero è sabotarli. Senza tanto fairplay: qui si fa l'Italia o si va a puttane. Basta con questa personalità buonista e politicorrect! Dovrei passare alla clandestinità, infiltrarmi. Presentarmi come un pirla qualunque – è un ruolo che mi riesce bene.

Si sa come funziona: ti spertichi di lodi su di loro nei commenti, lasci un tuo link in bella vista… e loro per forza prima o poi ricambiano, è una questione di gentilezza, di cameratismo (forse che non funziona così anche da noi?)
Gradualmente, passerei a gettare sabbia dialettica nelle loro ben oliate macchine da guerra. Impercettibilmente, ma inesorabilmente, devierei le loro intelligenze in questioni oziose… argomenti scemi, tipo la seduta spiritica di Prodi, o la "cosiddetta-superiorità-morale-della-sinistra" (ma non era antropologica? Fa l'istess). E tutti questi tormentoni che fan perdere tempo e neuroni. Potrei anche iniziare a fare bollini e patacche e a distribuirle. Cosa c'è di meno credibile di un blog pieno di patacchini e gif animate? Loro sono giovani, magari ci cascano, si mettono a giocare agli adesivi e mollano il caso Unipol...

Ma forse dovrei osare di più: organizzare… un aggregatore, ecco. Mi costerebbe fatica, e forse denaro, ma pur di veder Berlusconi sconfitto… la cosa però andrebbe preparata seriamente. Per esempio: si organizza un convegno sui blog e la politica e bla bla bla, magari chiamo anche Gg, capace che viene. E così intanto raccolgo un centinaio di mail.
Nei giorni successivi inizio a cinghiarli con catene di forward: stiamo organizzando un prestigioso aggregatore di centrodestra, hanno già aderito il celebre Tizio e il rinomato Caio, daaaaaai, vieni anche tu! Siamo già in duecento! Trecento! Trecentoventisei!
Quelli sono giovani, sono entusiasti, ma in fin dei conti sono bloggatori. Io lo so come sono fatti i bloggatori. Quale parente venderebbero per un picco di accessi? Quale parte del corpo, per un rank più commisurato alle loro ambizioni? Ed ecco che io mi presento e faccio loro balenare in mente l'idea di duecento, trecento, 326 link in più al loro sito! In termini di ranking, è come passare da un monolocale in periferia a una villetta nel quartiere-bene. Figurati se si pongono subito il problema dei contenuti! Loro sono entusiasti, pensano positivo, e poi ha aderito anche il celebre Tizio, una garanzia.

A quel punto, capite, li tengo in pugno. Posso scremare i loro contenuti, gettare il bambino e tenermi l'acqua sporca, schiaffare le scemenze più invereconde in prima pagina mentre la qualità scivola sul fondo. È una faticaccia, ma posso sempre iniziare a delegare ai più pazzoidi del mucchio. È chiaro che col tempo si creerà una gerarchia: dovrò sorvegliare affinché i più dotati di raziocinio restino in fondo alla catena alimentare.
E se qualcuno protesta? Ma è proprio quello che mi serve! Una grande rissa, una bella caciara, chilometrici flame su polemiche di condominio. Finché nessuno si ricorderà più di Consorte e Sposetti: tutti a litigare per uno strapuntino in homepage. Metto fin d'ora in cantiere scissioni e purghe. Gli uomini sono fatti così – i blogger, perlomeno. Perché a destra dovrebbero essere meglio che a sinistra?

Sarà faticoso, lo so, ma alla fine della fiera avrò screditato completamente tutto il bloggismo di centrodestra. Come il pifferaio della favola, li guiderò dalla città delle libere opinioni alla fossa della fuffa. Questo dovrei fare. Sennonché.
Sennonché, è già stato fatto.

E anche molto bene.

Per cui, capite, non c'è altro che io possa fare – a parte inchinarmi di fronte a tanta diabolica crudeltà concepita e messa in atto. Sciapò.
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