Cronache dalla Via della Seta: finalmente Dushanbe

6
Dushanbe, Tajikistan - Dushanbe è una strada. La capitale del Tajikistan è tutta su quella lunga arteria alberata che la attraversa da nord a sud e che qui chiamano Rudaki Avenue. Qui sorge il palazzo del presidentissimo, una copia esatta della Casa Bianca, solo un po’ più grande. Qui ci sono i ministeri con tanto di giganteschi murales che ritraggono sempre lui, l’amato padre della patria, mentre sorride benevolo circondato da campi di papaveri o intento a raccogliere, laborioso, messi di grano maturo. Sempre sulla Rudaki, si trovano tutte le principali ambasciate estere, da quella cinese e quella americana, che hanno occupato e rimodernato vecchi catafalchi targati Cccp. Ancora nella Rudaki, si trovano tutti gli hotel di lusso – la strada è fuori portata per chi non può far luccicare le 5 stelle -, i locali alla moda, i negozi di prodotti che arrivano direttamente dall’occidente, dai computer della Apple alla moda italiana.
Continua

Cronache dalla Via della Seta: alle porte d’Oriente

5
Atyrau, Kasakistan - Quando Tolkien scrisse del reame di Rohan, la terra dei Signori dei Cavalli, doveva avere in mente qualcosa del genere. Il Kazakistan è un enorme, sconfinato spazio vuoto. Anche le grandi città, costruite attorno all’industria del petrolio, sono solo piccole isole circondate da oceani di steppa. Da est a ovest, da nord a sud, puoi girare gli occhi sin che vuoi che non riuscirai mai neppure ad intravedere la sagoma di una montagne perduta in fondo all’orizzonte. Difficile incrociare anche un solo albero o un cespuglio appena più alto di un uomo. Solo mari d’erba le cui mille gradazioni di verde si spengono man mano che si sale a nord, cedendo il campo a quelle tinte brulle ed uniformi caratteristiche della steppa kazaka. La terra attorno a te è un enorme avvallamento geologico immerso nella grande depressione caspica. Attorno alle rare pozze d’acqua, si dissetano allo stato brado branchi di nervosi cavalli e di placidi cammelli gobbuti. Sin dai tempi degli zar, i kazaki sono stati circondati dalla fama di grandi cavalieri. Viaggiando su queste strade, si capisce anche il perché. A chi nasce su queste steppe non può venire neppure in mente che ci si possa avventurare a piedi verso quell’orizzonte infinito piuttosto che in sella ad un cavallo lanciato al galoppo.
Continua

Cronache dalla Via della Seta: 5 giorni dopo

4
Mykolaiv, Ucraina – Siamo in viaggio da cinque giorni, oramai. La nostra mitica Ford Escort, a parte qualche brontolio della marmitta, tiene la strada e lo sterrato come dio comanda, l’equipaggio tiene botta alla grande e l’entusiasmo è sempre quello della partenza. Tutte le volte che abbiamo sbagliato strada l’abbiamo anche ritrovata grazie alle mappe e, soprattutto, grazie alla simpatia e alla gentilezza della gente che abbiamo incrociato nel nostro cammino. Non di rado, le difficoltà della lingua (che dall’Ucraina in poi sono diventate anche le difficoltà dell’alfabeto) sono state superate da un semplice gesto della mano. “Seguite la mia macchina” e l’autista, interpellato su quale fosse la strada per Odessa o per Turnu Severin, ci precedeva sino ad indirizzarci nella giusta via. E noi dietro, pensando che quello in cui ci è dato di vivere è un bel mondo a tutte le latitudini. Una opinione messa a dura prova solo dalla frontiere.
Continua

Silk Road Race: Strade, Cartine e Confini di Stato

3
Venezia - Tu guarda le cose che si imparano anche solo studiando una carta geografica. E di carte geografiche ne abbiamo studiate a chilometri quadrati, in questi ultimi giorni. Siamo a soli “meno dieci” dalla partenza. La Gengis Khar ha fatto la sua ultima revisione, pagato anche il bollo, sistemato l’assicurazione, il passaggio di proprietà e le altre burocrazie. Adesso è tutto a posto e la nostra Ford Escort può liberamente circolare per le strade. Che emozione metterla in moto e farla finalmente uscire dal garage dell’azienda di Lainate dove lavora Angelo!
La prima tappa è stata Ferrara, dove vive Grazia. “Venite da me – ci ha invitato l’unica donna del team – che ho organizzato una presentazione del nostro viaggio con gli amici dell’associazione PortAmico con la quale lavoro”. Un’opportunità da non perdere, sia perché l’associazione PortAmico conta numerosi migranti provenienti proprio dai Paesi che dovremo attraversare, sia perché era l’occasione giusta per sistemare gli ultimi dettagli del viaggio dopo le erculee fatiche per procurarci i visti necessari a varcare le frontiere. fatiche non ancora concluse, per la verità. L’impossibile visa tajiko, che in Europa lo rilascia solo l’ambasciata di Londra, ci siamo rassegnati a chiederlo a Tashkent. Sperando in bene…
Continua

Silk Road Race: La Ciurma

2
Venezia - Per trovare un cane che sapesse dove caspita è Dushanbe, ho dovuto sciropparmi la Giornata del Rifugiato. A parlare con gli indigeni di qui (dei veri selvaggi) era tutto un “Dush… Dush… dov’è che stai per andare?”
Dushanbe! La capitale del Tajikistan.
“La capitale di che?”
Del Tajikistan. Ta – ji – ki- stan! Non hai presente? Tra l’Uzbekistan e il Kirghizistan c’è per l’appunto il Tajikistan, ignorante (nel senso che ignori)!
“Tu sei fuori come un pergolo, altro che!”
Questa non è una novità.
“E ci vorresti andare in macchina che non hai neanche la patente e ti perdi già a Mestre, deficiente (nel senso di deficiente, proprio)?”
Continua

Silk Road Race: Liste, libri e fantasie. In attesa di partire

1
Venezia - Ho letto il Robison Crusoe che ero un ragazzino di neppure 12 anni che quando i suoi genitori lo portavano a Mestre, al di là di quel ponte senza il quale l’Europa sarebbe un’isola, si sentiva già all’estero. Adesso voi mi chiederete: ma che c’entra il Robinson Crusoe con il Silk Road Race? C’entra, c’entra. Intanto perché è un libro di viaggio. E non lasciatevi ingannare dal fatto che il protagonista rimane per tutto il tempo in un’isola deserta. Robinson Crusoe è un libro che ti apre le porte del mondo perché ti dice che da qualche parte, la fuori, c’è la tua isola deserta. Devi solo uscire a cercarla. E poi, cosa fondamentale per un viaggiatore, il nostro Robison compilava le liste. Già, le liste.
Continua