Egregia Presidente

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Avevo letto in giro che era stata l'unica a fare un discorso serio, Emma Bonino al Senato prima di votare per l'arresto di Lusi, e così ho trovato sei minuti e me lo sono guardato. In effetti è un bel discorso. Allora sono andato a guardare quello in cui mesi fa spiegava perché gli onorevoli radicali non avrebbero votato per l'arresto di Cosentino, ed era bello anche quello, millemiglia lontano dalle scenate di Pannella che strillava di voler essere la escort di Berlusconi e tutto il resto. Emma Bonino ci sa fare, a discorsi, tratta i suoi interlocutori da adulti e questo gli adulti in generale lo apprezzano.

Mentre guardavo il primo video mi faceva un certo effetto il sottopancia che diceva "Emma Bonino - Partito Democratico"; passano gli anni ma ancora suona strano vivere da separati in casa. Mi sono distratto a pensare se qualcuno del PD la ricandiderebbe ancora o no. Tutti gli altri peones radicali no, non credo proprio, ma lei qualche ammiratore deve avercelo ancora, malgrado vanti credo il record assoluto di legislature. Poi c'è quella cosa della candidatura al Quirinale, che ogni tanto rispunta fuori ed è anche l'unica idea di successo che i radicali abbiano avuto da trent'anni a questa parte: il solo sfoggiarla sullo stemmino elettorale alle europee del '99 fruttò loro l'8,5%, risultato mai più raggiunto: nella tornata precedente avevano ottenuto l'1,8; nella successiva il 2,2. Non avessero avuto l'idea di candidare, anzi di fingere di candidare la Bonino, alla faccia della costituzione che non prevede consultazioni popolari sul Quirinale, i radicali probabilmente non esisterebbero più nemmeno nella forma imbarazzante in cui esistono adesso.

Probabilmente è anche grazie al nome, al volto della Bonino, che si sono ritrovati annessi al PD veltroniano, con tanto di posti sicuri in lista (nove poltrone in parlamento! per un movimento di poche migliaia di iscritti) e rimborsi elettorali e tutto quanto. Così tanto valeva la pena pagare per poter leggere, un giorno, su una tv che trasmette la diretta del Senato "Emma Bonino - Partito Democratico". E pazienza per tutte le volte che gli altri peones hanno cercato di boicottare l'opposizione, pazienza per quelle volte che Berlusconi poteva cadere, e sarebbero bastati pochi voti, e i radicali si sono guardati bene dal contribuire, mentre il loro guru non eletto dava da intendere ai giornalisti di essere pronto a trattative con Berlusconi stesso. Pazienza per tutto, perché c'era Emma Bonino, veramente un altro livello, che intanto spiegava che non votare per l'arresto di Cosentino aveva un senso alto, costituzionale, così come l'altro giorno votare a favore dell'arresto di Lusi aveva un medesimo senso alto, costituzionale, e se lo dice lei ci crediamo, per carità, l'unica candidata credibile al Colle si merita rispetto.

L'unica cosa che mi ha lasciato un po' perplesso del discorso della Bonino è proprio il riferimento all'anziano guru, Marco Pannella, che "utilizza la nonviolenza perché non ha più altro per farvi ragionare".

Che altro dovrebbe possedere Pannella, oltre alla nonviolenza che peraltro usa da quarant'anni, con risultati mediocri? (a meno che l'obiettivo fosse banalizzare e ridicolizzare la nonviolenza e gli scioperi della fame). Chi, cosa esattamente gli impedirebbe di farsi sentire? A parte foraggiare il suo minuscolo partitino, che da solo non potrebbe mai varcare nessuno sbarramento; a parte mantenere con generosi finanziamenti quella Radio Radicale da cui Pannella può lanciare qualsiasi messaggio desideri, se solo riuscisse ancora a formularne di senso compiuto; a parte tutto questo, che altro deve fare il parlamento per dare più risonanza alle parole di Marco Pannella, politico che nessuno ha eletto, leader di un'emittente radio nazionale finanziata coi miei soldi? Quanto altro devo sborsare io, contribuente, per aiutare Pannella a farmi la predica: non un politico che voto io o qualcun altro in Italia, ma Marco Pannella: quello che ha inventato prima di Berlusconi il partito personale con il cognome nello stemma; quello che nel 1988 chiuse il Partito Radicale e lo trasformò in Lista Pannella, un'associazione privata che, in virtù del fatto che riesce a presentare abbastanza firme da presentarsi alle elezioni, può disporre di finanziamenti pubblici (vedi Malvino)? Certo, mi fa rabbia pensare che Lusi buttasse via i miei soldi per sbafare aragoste, ma perché dovrei essere contento se Pannella li usa per gracchiare nonsense alla radio, o per far organizzare referendum che finiscono quasi sempre nel nulla?

Nessun soggetto politico dell’area radicale è finanziariamente autonomo, se non la Lista Pannella: 653.000 euro di rimborso elettorale per i 9 parlamentari eletti nelle liste del Pd, altri 4.400.000 come fondo per l’editoria destinato a Radio Radicale, più altri 8.330.000 per la convenzione per le sedute parlamentari. Senza questo denaro la «galassia radicale» sarebbe ingoiata da un buco nero, ed è denaro che va alla Lista Pannella, che non è un partito, ma un’associazione, della quale fanno parte «quelli che, sottoscrivendo l’atto costitutivo, acquistano la qualifica di fondatori e quelli che vi aderiscono annualmente, denominati “soci ordinari” previa loro ammissione da parte dell’assemblea dei soci». In pratica, un consiglio di amministrazione nel quale si può entrare solo per cooptazione (Malvino).

Emma Bonino, si dice in giro, sarebbe un ottimo Presidente della Repubblica donna. Per me sarebbe un ottimo Presidente della Repubblica e basta: ha le competenze, un alto senso delle istituzioni maturato in anni di esperienze in Italia e fuori, conosce l'arte del compromesso, difende con cura la propria privacy, è una persona elegante. Tutte caratteristiche che un Presidente dovrebbe avere, mentre i caratteri sessuali primari sono irrilevanti. Le manca forse un po' di empatia, ma forse è meglio così, il pertinismo ha fatto danni. Posso capire che qualcuno faccia il suo nome - fermo restando che in Italia non sono previste candidature popolari al Colle (e non dovrebbero nemmeno esistere partiti personali, col nome sulla lista).

Vorrei però che fosse chiaro che 'candidare' Emma Bonino è tutto fuorché un gesto antipolitico o anticasta. Nel sistema partitico che lei e Pannella denunciano, i radicali hanno sguazzato come un pesce, uno di quei pesciolini parassiti che vivono incrostati ai cetacei di passaggio. Fu la Bonino, quando Veltroni voleva comprare il nome e infilarlo nel nuovo soggetto politico di nome PD, a tirare sul prezzo, chiedendo 15 scranni e 5 milioni di euro. Non so poi per che cifra si siano messi d'accordo e non so nemmeno dove siano finiti quei soldi, visto che Radio Radicale si finanzia con altri soldi (sempre pubblici). Che poi Bonino Pannella e compagnia campino cavalcando, tra gli altri argomenti, proprio quello dell'abolizione dei finanziamenti ai partiti, è una di quelle contraddizioni tipicamente radicali: come proporre da decenni il bipartitismo all'americana, e nel frattempo rimanere nel mezzo con un partitino minuscolo intestato al leader, più volte pronto a cambiare barricata in cambio di sedie e di soldi. Sono proprio le contraddizioni che mostrano la bravura di un politico: non tutti riescono a dissimularle, Emma Bonino ci riesce. Perché è brava. Ma è una brava politica, che sia chiaro.
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