- non c'è limite al peggio
18-04-2006, 09:01campagna elettorale (permanente), cattiva politicaPermalinkMeditazione davanti al bicchiere mezzo vuoto
- Si stava meglio se si stava peggio
Una settimana fa andai a letto stupido. Pensavo: cos'ho fatto di male per nascere qui? E cosa c'è di peggio di perdere le elezioni per un soffio?
Mi sbagliavo, perché ero stupido. Qualcosa di peggio c'è, e ho iniziato ad accorgermene il mattino seguente: vincere le stesse elezioni per un soffio. Ora sto giocando a tennis in salita, e il servizio è mio.
Quello che una settimana fa appariva un incubo, oggi si presenta con le tinte rosee di un sogno. Ci pensate? Martedì scorso Berlusconi proclama la vittoria per 25.000 voti alla camera e –x al Senato. Dal centrosx si leva qualche timida accusa di brogli, ma si smorza subito. Di grande coalizione non parla nessuno, a parte Mastella, ma nessuno lo ascolta.
Dopo il panico iniziale, il centrosx si rende conto di navigare in un mare di opportunità. Berlusconi ha perso voti e popolarità rispetto a 5 anni fa, non potrà certo andare al Quirinale (ci andrà un qualsiasi democristo). Dovrà limitarsi a un aborto di governo con due seggi di scarto al Senato, tra i lazzi della stampa estera e interna. Gli alleati ormai lo odiano, ma non possono più fare senza di lui. Il referendum confermativo è un disastro, la Lega vuole smarcarsi. Lui è nervoso, già prima si sentiva limitato nei suoi poteri dai ministri e dal Parlamento, ora è pure peggio. Al primo Dpef, cola a picco. A questo punto si fa un Dini Due; se Dini nel frattempo è morto (in effetti è da un po' che non ne sento parlare) va bene un qualsiasi democristo: e a settembre si rivota. Esagero? Si vota tra un anno. Berlusconi non ha certo guadagnato popolarità, nel frattempo. Intanto però il centrosx ha avuto il tempo per trovarsi un candidato più giovane, sexy e settentrionale (per ora il più simile all'identikit è Fassino, ma si può fare di meglio).
Bello, no?
Non resta che sperare nella Cassazione.
- Compagni, avanti, il gran Partito
Noi siamo, dei… dei… dei…
In un Paese isterico, un Paese inesistente, dove va di gran moda l'Identità e tutti ne cercano una, tutti atei e devoti a scavare come matti in cerca di radici a cui attaccarsi (ché verrebbe voglia di risotterrarli e Amen); in un posto del genere dove pur di esistere la gente è disposta a ufficiare riti Celtici, ripeto: Celtici; dove milioni di Signori Nessuno si fanno un vanto di essere Liberali, o Cattolici, o Conservatori, o Comunisti, come se un aggettivo con la lettera maiuscola fosse sufficiente a risolvere il problema circa la loro identità; in un Paese del genere dove se non riesci a essere Nessuno, hai pur sempre la scappatoia: puoi essere un AntiNessuno: un Anticomunista, un antiliberale, un anticlericale… in un Paese del genere, dove di programmi non si parla da secoli perché diciamolo, come si fa a parlare di programmi in mezzo a gente che ha paura di Non Esistere? Ha più senso sbandierare drappi colorati; in un Paese così, i due principali partiti dello schieramento progressista decidono di mettersi assieme sotto l'insegna, l'insegna, l'insegna… del nulla.
Comunisti? Noooo.
Cattolici? Ma sì, un po', ma mica tanto, eh. Niente croci, qualcuno si potrebbe spaventare.
Liberali? Certo! Però poco… altrimenti poi qualcuno pensa che vogliamo liberare chissaché.
Progressisti? Ma per forza. Però con molta calma, eh.
L'Ulivo? L'Ulivo è una gran pianta, ma non esageriamo, poi la gente pensa che siamo ancora quelli del '96, e in effetti è così, ma è meglio suggerire che…
L'Unione. Perfetto. Unione di che? Non importa, adesso. Siamo Uniti, quindi Siamo.
Niente identità, che è troppo compromettente.
La Gente, si sa, la Gente, potrebbe sospettare che anche noi esistiamo, che abbiamo delle Idee, degli Ideali, dei Valori, roba troppo impegnativa, non conquisteremo mai gli Indecisi in questo modo, no?
"Già, e come allora?"
Li conquisteremo se riusciamo a non dire nulla di decisivo fino all'ultimo: per esempio, le tasse, chi non vorrebbe pagarle meno? Ma anche i servizi: chi non vorrebbe averli migliori? Sempre così, fino all'ultimo giorno: meno tasse, meglio servizi, meno tasse, meglio servizi, li intercetteremo così, gli indecisi: spostando continuamente la coperta corta di qua e di là.
Questa idea di conquistare gli Indecisi mimetizzandosi tra loro, diventando Indecisi come loro, questa idea è persino affascinante, da tanto è demenziale.
- Si stava meglio se si stava peggio
Una settimana fa andai a letto stupido. Pensavo: cos'ho fatto di male per nascere qui? E cosa c'è di peggio di perdere le elezioni per un soffio?
Mi sbagliavo, perché ero stupido. Qualcosa di peggio c'è, e ho iniziato ad accorgermene il mattino seguente: vincere le stesse elezioni per un soffio. Ora sto giocando a tennis in salita, e il servizio è mio.
Quello che una settimana fa appariva un incubo, oggi si presenta con le tinte rosee di un sogno. Ci pensate? Martedì scorso Berlusconi proclama la vittoria per 25.000 voti alla camera e –x al Senato. Dal centrosx si leva qualche timida accusa di brogli, ma si smorza subito. Di grande coalizione non parla nessuno, a parte Mastella, ma nessuno lo ascolta.
Dopo il panico iniziale, il centrosx si rende conto di navigare in un mare di opportunità. Berlusconi ha perso voti e popolarità rispetto a 5 anni fa, non potrà certo andare al Quirinale (ci andrà un qualsiasi democristo). Dovrà limitarsi a un aborto di governo con due seggi di scarto al Senato, tra i lazzi della stampa estera e interna. Gli alleati ormai lo odiano, ma non possono più fare senza di lui. Il referendum confermativo è un disastro, la Lega vuole smarcarsi. Lui è nervoso, già prima si sentiva limitato nei suoi poteri dai ministri e dal Parlamento, ora è pure peggio. Al primo Dpef, cola a picco. A questo punto si fa un Dini Due; se Dini nel frattempo è morto (in effetti è da un po' che non ne sento parlare) va bene un qualsiasi democristo: e a settembre si rivota. Esagero? Si vota tra un anno. Berlusconi non ha certo guadagnato popolarità, nel frattempo. Intanto però il centrosx ha avuto il tempo per trovarsi un candidato più giovane, sexy e settentrionale (per ora il più simile all'identikit è Fassino, ma si può fare di meglio).
Bello, no?
Non resta che sperare nella Cassazione.
- Compagni, avanti, il gran Partito
Noi siamo, dei… dei… dei…
In un Paese isterico, un Paese inesistente, dove va di gran moda l'Identità e tutti ne cercano una, tutti atei e devoti a scavare come matti in cerca di radici a cui attaccarsi (ché verrebbe voglia di risotterrarli e Amen); in un posto del genere dove pur di esistere la gente è disposta a ufficiare riti Celtici, ripeto: Celtici; dove milioni di Signori Nessuno si fanno un vanto di essere Liberali, o Cattolici, o Conservatori, o Comunisti, come se un aggettivo con la lettera maiuscola fosse sufficiente a risolvere il problema circa la loro identità; in un Paese del genere dove se non riesci a essere Nessuno, hai pur sempre la scappatoia: puoi essere un AntiNessuno: un Anticomunista, un antiliberale, un anticlericale… in un Paese del genere, dove di programmi non si parla da secoli perché diciamolo, come si fa a parlare di programmi in mezzo a gente che ha paura di Non Esistere? Ha più senso sbandierare drappi colorati; in un Paese così, i due principali partiti dello schieramento progressista decidono di mettersi assieme sotto l'insegna, l'insegna, l'insegna… del nulla.
Comunisti? Noooo.
Cattolici? Ma sì, un po', ma mica tanto, eh. Niente croci, qualcuno si potrebbe spaventare.
Liberali? Certo! Però poco… altrimenti poi qualcuno pensa che vogliamo liberare chissaché.
Progressisti? Ma per forza. Però con molta calma, eh.
L'Ulivo? L'Ulivo è una gran pianta, ma non esageriamo, poi la gente pensa che siamo ancora quelli del '96, e in effetti è così, ma è meglio suggerire che…
L'Unione. Perfetto. Unione di che? Non importa, adesso. Siamo Uniti, quindi Siamo.
Niente identità, che è troppo compromettente.
La Gente, si sa, la Gente, potrebbe sospettare che anche noi esistiamo, che abbiamo delle Idee, degli Ideali, dei Valori, roba troppo impegnativa, non conquisteremo mai gli Indecisi in questo modo, no?
"Già, e come allora?"
Li conquisteremo se riusciamo a non dire nulla di decisivo fino all'ultimo: per esempio, le tasse, chi non vorrebbe pagarle meno? Ma anche i servizi: chi non vorrebbe averli migliori? Sempre così, fino all'ultimo giorno: meno tasse, meglio servizi, meno tasse, meglio servizi, li intercetteremo così, gli indecisi: spostando continuamente la coperta corta di qua e di là.
Questa idea di conquistare gli Indecisi mimetizzandosi tra loro, diventando Indecisi come loro, questa idea è persino affascinante, da tanto è demenziale.
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