Voci dal Sud è la mia rubrica sul sito Melting Pot. Questi gli ultimi editoriali che ho pubblicato

Carovana Abriendo Fronteras 2025. Verso Calais, per la dignità e i diritti dei migranti

Dall'11 al 20 luglio, con la partecipazione anche di Carovane Migranti

 Questa estate Abriendo Fronteras punta a nord e fa rotta verso Calais, perché le frontiere insanguinati non sono solo quelle che attraversano i Balcani o il Mediterraneo. La Brexit ha scritto un altro confine e alzato un altro muro: quello tra il Regno Unito e l’Europa. La cittadina francese che si affaccia sulla Manica, dirimpetto a Dover dalle bianche scogliere, è l’ultimo ostacolo per coloro che cercano di migrare in Inghilterra. Un ostacolo di violenza e di soprusi dove la repressione della polizia è quotidiana, frutto di una pesante politica di criminalizzazione dei migranti. Una repressione chiesta dal Governo inglese e sostenuta dalla autorità francesi. Una repressione che ha causato da questo inizio secolo, la morte violenta di più di 400 migranti. Persone annegate nel mare che cercavano di attraversare, persone schiacciate dai treni che percorrono il tunnel sotto la Manica.

Numeri destinati ad aumentare e che hanno registrato una impennata negli ultimi anni, grazie anche alla Brexit. Nel 2024, almeno 89 migranti sono morti per il regime di confine franco britannico.

L’approvazione del Patto dell’Unione Europea sulla migrazione e l’asilo, come temevano le associazioni per i diritti umani, non ha fatto altro che rafforzare un sistema di frontiere che uccide, legalizza le violenze e fomenta discorsi di odio, razzismo e xenofobia. Viviamo in una Europa sempre più militarizzata, che sta spostando la sua economia nell’industria degli armamenti ed investe le sue risorse nella guerra. Frontex, l’agenzia europea che coordina la gestione delle frontiere esterne dell’Unione, si è trasformata in una forza militare con budget quasi illimitati, slegata da qualsiasi controllo democratico e con licenza di violare i diritti fondamentali.

Per denunciare questa deriva autoritaria e per cercare di aprire spazi di democrazia, la Carovana di Abriendo Fronteras composta da circa 150 persone, partirà da Irun venerdì 11 luglio, per percorrere le rotte migratorie dirette a nord.

Quindi salirà a Girona per varcare la frontiera con la Francia e proseguire per Tolosa e Parigi, sino al mare, sino a Calais, dove si concluderà domenica 20 luglio. In ogni città, i ogni paese, le attiviste e gli attivisti della carovana, incontreranno realtà autorganizzate di esilitati/e e le associazioni che lottano per i loro diritti accompagnandone il cammino.

Anche quest’anno si metteranno in marcia una ventina tra attiviste e attivisti italiani di Carovane Migranti per denunciare l’ingiustizia, oltre che l’inutilità, di politiche repressive in una questione come quella che concerne le migrazioni. Con loro, ci sarà una famiglia afghana che vive in Germania e che si è trovata a piangere i loro parenti morti, mentre tentavano di raggiungerli, nel naufragio di Cutro. Essendosi visti negare il loro diritto al ricongiungimento, dovettero scegliere di imbarcarsi sul caicco poi lasciato affondare dai mancati soccorsi. 

«Migrare è un diritto di tutte e tutti e le politiche migratorie non possono essere scisse dal pieno riconoscimento dei diritti umani – spiega Gianfranco Crua, portavoce dell’associazione -. L’obiettivo della nostra carovana verso Calais è quello di informare su una realtà che molti fingono di non vedere e di chiedere alle autorità europee di aprire vie legali e sicure per le persone migranti, di chiudere con i centri di detenzione e le deportazioni forzate, e di fare in modo che nessuno viva in una irregolarità imposta».

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