In questa pagina riporto tutti gli editoriali pubblicati sul sito Melting Pot Tutte le frontiere hanno in comune due caratteristiche. La prima è quella di essere state disegnate della storia e non della geografia. E, di conseguenza, di non esistere se non in virtù di qualche nostra teorica, spesso fantasiosa e sempre discutibile - se non altro perché scritta dai vincitori - ricostruzione interpretativa. La seconda caratteristica di tutte le frontiere è quella di essere della barriere non soltanto giuridiche ma soprattutto mentali. Quelle linee rosse sui mappamondi che circondano aree di diverso colore ci regalano l’impressione che “di là” possa nascondersi qualcosa di diverso. Qualcosa che, se per alcuni è fonte di curiosità, per tanti altri è foriero di paure e di incertezze, tanto da arroccarsi dentro pretestuosi nazionalismi che non trovano nessuna giustificazione non soltanto nell’antropologia o nella linguistica ma tante volte neppure nella storia. Neppure il mare è una frontiera. Chi come me ha avuto la fortuna di nascere e di vivere a Venezia dà per assodato che a separare due rive non è mai l’acqua. L’acqua casomai, è l’elemento che le unisce. Eppure, per la politica, le frontiere esistono e continuano a condizionare tante vite. Sempre di meno sono le frontiere dei nazionalismi del secolo scorso. Sempre di più sono le frontiere economiche imposte dalla globalizzazione. Anzi, potremmo scrivere che la frontiera oggi, è una sola. Quella che ci impedisce di ascoltare le voci dal sud.