La scuola competitiva, nel caso anche un po' islamica

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Supponi invece d’essere un docente che a giugno comincia a comporre le prime dell’anno prossimo. Ogni tanto la dirigente passa a dare un’occhiata; all’inizio tutto sembra andar bene. Però passa spesso, come se volesse dirti qualcosa. Un mattino che i corridoi sono sgombri, ti spiega il problema. Troppi cognomi strani. Dove “strano” sapete entrambi che vuol dire. Troppi extra. Alcuni hanno la cittadinanza, altri no, non importa. Che figura ci facciamo? C’è un sacco di gente (alcuni pagano fior di bonus) che quando vedrà il proprio pargolo in una lista tra due cognomi strani, lo ritirerà. La scuola privata un isolato più in là, di cognomi strani ne tiene giusto un paio per classe, a mò di fiore all’occhiello. Noi ne abbiamo troppi.

Tu potresti anche obiettare che alcuni dei “troppi” sono italiani a tutti gli effetti, e arrivano con ottimi voti. Sì ma il genitore che guarda il tabellone mica lo sa, è irrazionale, siamo stati tutti genitori e lo sappiamo, hai paura di tutto, figurati di un cognome che comincia per X o Y. E quindi? Mica possiamo cacciarli.

Certo che non possiamo, spiega la preside. Li concentriamo in alcune sezioni, e in altre ne teniamo uno o due: così restiamo competitivi con le private. Ecco la lista dei genitori che hanno già versato il bonus. Lei sa dove metterli.

Che dice? Razzista io? M’offende. Se un giorno venisse un facoltoso contribuente islamico - e un giorno verrà - io una classe-madrasa gliela apro senza problemi. I soldi non han razza, né religione.
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