Ehi! Qualcuno è cretino sull'internet!

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Io posso morire per tante cause, ma per Nonciclopedia, mmm, ecco, facciamo che muoio di morte lenta, lentissima. Detto questo:


Vabbe', Fiorello, e una volta che l'hai visto in faccia? Lo fai menare? Perché è un infame? Vuoi eliminare l'infamità dalla terra una faccia alla volta? Ma lo capisci che internet non è che un bar come gli altri, dove si dicono cretinate come in tutti gli altri? Se sei entrato in un bar lo sai, no?

Ma aspetta. Tu sei Fiorello. Forse non sei entrato in tutti questi bar, dopotutto. Cioè, se entri in un bar tutti si voltano e ti dicono: "Fiorello!" e l'esperienza va a farsi indeterminare. Ma la sensazione di entrare in un bar e ascoltare sconosciuti che dicono fesserie, forse davvero non te la potevi permettere... finché non hai scoperto anche tu Twitter. E adesso forse ho capito perché ti piace così tanto cinguettare (continua sull'unita.it, H1t#97, e si commenta laggiù).

Internet è quel posto, ormai dovremmo averlo capito, né bello né bruttissimo, dove si possono incontrare notizie e persone straordinarie, e dove appena muore un personaggio famoso, da qualche parte scatta la gara a chi ci scherza sopra per primo. È legittimo? È indecente? È discutibile. In effetti non facciamo che discuterne, da quando siamo qui. Dieci anni fa ce lo domandavamo sui forum. Poi siamo passati ai blog. Oggi siamo più spesso sui social network. Ma forse abbiamo cambiato più piattaforme che argomenti.

Magari la vera novità è il fatto che oggi ne discutano personaggi come Fiorello o Vasco Rossi. Ed è probabilmente una buona cosa, la dimostrazione che internet sta prendendo sempre più piede anche qui in Italia – non necessariamente tra i cosiddetti 'giovani'. Vasco e Fiorello sono della generazione che era giovane ormai trent'anni fa: hanno in comune una enorme popolarità, rinsaldata dopo aver sconfitto una tossicodipendenza. A decenni di distanza sembrano avere sviluppato una dipendenza molto, molto meno nociva, per il web: Vasco ha aperto un incontenibile canale su Youtube, Fiorello si è generosamente riversato su Twitter. Le motivazioni che portano due personaggi del genere su internet sono molto diverse da quelle di quasi tutti noi, che ci tagghiamo e linkiamo e apprezziamo a vicenda nel tentativo disperato di farci notare per primi a noi stessi; che spesso cerchiamo di usare internet per quello che non è, uno sgabello su cui salire per farci sentire da più persone possibile.

Fiorello e Vasco non hanno certo bisogno di nessun piedistallo: sono saliti spesso su quello più alto (la tv) e hanno capito prima di altri che è meglio non restarci troppo tempo. Quello che oggi trovano su internet è la possibilità di farsi vedere da meno persone: non gli anonimi milioni di telespettatori, o le solite trentamila teste di San Siro, ma qualche centinaia di commentatori su Youtube, di seguaci su Twitter. Anche Fiorello, anche Vasco, devono aver capito che in fin dei conti i social network non sono altro che dei bar. Ma per due personaggi pubblici del genere, l'esperienza del bar dev'essere davvero qualcosa di inedito e prezioso.

E questo spiega forse anche le difficoltà di Vasco con Nonciclopedia, o la reazione scomposta di Fiorello per qualche battuta su Simoncelli. È sorprendente che esistano siti in cui si approfitta di un lutto per giocare a chi inventa la barzelletta più sconveniente? Formulerò la domanda in maniera più sintetica: è sorprendente che esistano degli imbecilli su internet? La risposta mi pare scontata: ne esistono ovunque – basta dare un'occhiata ai bar – quindi no, non dovrebbe sorprendere che alcuni si esprimano sul web, dove lo spazio non manca. Però, appunto, per rendersene conto bisognerebbe frequentare i bar, e forse Twitter è il primo vero bar che Fiorello frequenta da anni.

Quanto a Vasco, la cosa veramente triste è che un vecchio leone come lui, che ha sconfitto ben altri demoni, non riesca a togliersi la scimmia di Nonciclopedia, un sito che non ha mai fatto ridere nessuno nemmeno per sbaglio, e che grazie a lui ha ottenuto una visibilità assolutamente, smisuratamente immeritata. Visto che di battutine su Vasco e la droga se ne raccontano da trent'anni, in tutti i bar e perfino in molti oratori: Vasco forse non se ne rendeva conto (possibile?), ora grazie a internet lo sa. È il prezzo da pagare per poter di nuovo entrare in un bar dove nessuno ti conosce: scoprire che in quel bar danno ancora del drughè a Vasco Rossi, e ridacchiano, proprio come nel 1986.

E le battute su Simoncelli? Sono senz'altro sconvenienti: offendono la famiglia e la comunità dei tifosi (nonché chiunque passi di lì e voglia offendersi per le battute su un morto). Proprio per questo motivo è meglio non prestarsi a diffonderle, come Vasco e Fiorello ingenuamente hanno fatto. Se, come dice il primo, “Internet è una jungla come la vita”, cercare di evitare almeno le bestie più stupide dipende da noi e soltanto da noi. Che magari al prossimo funerale lotteremo contro l'umanissimo, atavico, cretino istinto di ridacchiare. Quel pezzetto di jungla che è nei bar, è su internet, ed è anche dentro di noi. http://leonardo.blogspot.com
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