(Neanche se tu fossi) l'ultimo uomo nell'universo
06-08-2015, 11:59futurismi, La grande gara di spuntiPermalink
Come ci si sente quando ti svegli e ti dicono che la tua razza è estinta?
Quattrocento anni sono passati da quando la Terra è stata distrutta con tutte le sue colonie (nulla di sconvolgente - soltanto un’operazione di polizia internazionale. Gli umani si ostinavano a mangiare cereali, finché una razza di pannocchie intelligenti di Aldebaran non ha sporto denuncia formale alla Corte Intergalattica. Anche se qualche revisionista sostiene che è stata tutta una scusa dei Cereali per impadronirsi del silicio del sistema solare… comunque è roba di 400 anni fa, sarebbe ridicolo anche solo chiedere scusa, tipo Wojtyla su Galileo).
(Questo pezzo partecipa alla Grande Gara degli Spunti! Se vuoi provare a capirci qualcosa, leggi qui).
Il nostro eroe, anzi eroina, in cui consiste forse tutta l’umanità sopravvissuta nell’universo, lavora su un equivoco cargo interstellare e ha per unico sodale e compagno una lucertola di Sirio espulsa dal suo pianeta per devianze sessuali. In realtà l’ultima donna della Galassia è ricercata da una polizia scientifica che vorrebbe clonarla, per ridare una chance all’Umanità, la quale è stata molto rivalutata nei secoli successivi (com’è successo agli Incas). Per cui la Nostra certe notti sogna di vivere in un pianeta dove uomini donne e bambini, politici artisti e maniaci hanno tutti la sua faccia, e pensano i suoi stessi pensieri e hanno i suoi stessi ricordi: un inferno in curva esponenziale. Insomma è una tipa all’antica, vorrebbe rifare l’Umanità alla vecchia maniera: così è in cerca di un qualche Adamo ibernato su un pianeta dimenticato - ne parlano le leggende, e qualche antica bolla di trasporto di cui la lucertola è giunta in possesso. Devo, seppure a malincuore, diventare un popolo, pensa la novella Eva: altrimenti il giorno che morirò i versi di Shakespeare e le canzoni dei Beach Boys non avranno più senso per nessuno.
Durante questa ricerca visita alcuni pianeti abitati – altrettante anti-utopie, proiezioni di quella che potrebbe diventare la Nuova Umanità che deve fondare. Ci sono gli xjil, imperialisti e con una pessima cucina, che massacrano i popoli e poi li idealizzano, i miti collettivisti del pianeta zaptvb, che mettono tutto in comune e si annoiano a morte, gli gkjg un po’ nazisti che insistono sulla purezza della razza, i gdwfd ai quali al contrario è fatto divieto di riprodursi tra individui della stessa specie, e che quindi sono un’allegra congerie di mostriciattoli dalle infinite possibilità di perversione sessuale (e con un sacco di idee nuove, poiché, come spiegano al Nostro, l’intelligenza è il risultato dello sforzo immaginativo e lo sforzo immaginativo è una forma di perversione).
Eva-Gulliver si fa il suo bravo giro dell’universo finché non riesce a finalmente a interpretare la Mappa che lo porta nel pianeta in cui 200 anni prima un Adamo è stato ibernato. Tutto sembra andare per il meglio, la principessa sveglia il principe azzurro… che però si rivela ben presto un perfetto stronzo e da lei non ne vuole mezza! Neanche per inseminazione artificiale, crescere i figli tuoi, pouah! Sei chiatta. L’umanità finirebbe con questo tragico dramma dell’incomunicabilità.
Poco male perché nel corso delle sue peregrinazioni, Eva ha capito che la lucertola di Sirio le vuole bene veramente e darebbe anche una zampa per lei (non è un modo di dire, a un certo punto le dà davvero una zampa, sperando che ricresca ma non è detto). Ha già cominciato a leggere Shakespeare, Pet Sounds invece non lo sopporta ma non si può pretendere. Felici e contenti scivolano nel melting-pot galattico (senza più ambizioni di fondare popoli, ma consapevoli che ogni casa, pianeta o astronave ospitale è già un popolo bastante, che le tradizioni vanno inventate più che rispettate, e altre massime da fine romanzo).
E lo stronzo? Si fa beccare dai clonatori, e in breve abbiamo un Pianeta degli Stronzi che è tipo lo Zoo di 105 su scala planetaria. Si estinguono in breve con una provvidenziale guerra atomica.
È ovviamente uno spunto che si trascina dai tempi in cui si girava l'Europa con la sensazione di essere una civiltà a se stante. L'eroina ha tic tipici dell'Erasmus, si sveglia con un desiderio di caffè ma l'ultima moka è andata distrutta tre secoli prima, ecc.. Se pensate abbia un suo senso potete votare per L'ultimo uomo nell'universo, che oggi se la gioca contro La fine del mondo (dei procioni). Potete cliccare sul tasto Mi Piace di Facebook, o linkare questo post su Twitter, o scrivere nei commenti che questo pezzo vi è piaciuto. Grazie per la collaborazione, e arrivederci al prossimo spunto.
Quattrocento anni sono passati da quando la Terra è stata distrutta con tutte le sue colonie (nulla di sconvolgente - soltanto un’operazione di polizia internazionale. Gli umani si ostinavano a mangiare cereali, finché una razza di pannocchie intelligenti di Aldebaran non ha sporto denuncia formale alla Corte Intergalattica. Anche se qualche revisionista sostiene che è stata tutta una scusa dei Cereali per impadronirsi del silicio del sistema solare… comunque è roba di 400 anni fa, sarebbe ridicolo anche solo chiedere scusa, tipo Wojtyla su Galileo).
(Questo pezzo partecipa alla Grande Gara degli Spunti! Se vuoi provare a capirci qualcosa, leggi qui).
Il nostro eroe, anzi eroina, in cui consiste forse tutta l’umanità sopravvissuta nell’universo, lavora su un equivoco cargo interstellare e ha per unico sodale e compagno una lucertola di Sirio espulsa dal suo pianeta per devianze sessuali. In realtà l’ultima donna della Galassia è ricercata da una polizia scientifica che vorrebbe clonarla, per ridare una chance all’Umanità, la quale è stata molto rivalutata nei secoli successivi (com’è successo agli Incas). Per cui la Nostra certe notti sogna di vivere in un pianeta dove uomini donne e bambini, politici artisti e maniaci hanno tutti la sua faccia, e pensano i suoi stessi pensieri e hanno i suoi stessi ricordi: un inferno in curva esponenziale. Insomma è una tipa all’antica, vorrebbe rifare l’Umanità alla vecchia maniera: così è in cerca di un qualche Adamo ibernato su un pianeta dimenticato - ne parlano le leggende, e qualche antica bolla di trasporto di cui la lucertola è giunta in possesso. Devo, seppure a malincuore, diventare un popolo, pensa la novella Eva: altrimenti il giorno che morirò i versi di Shakespeare e le canzoni dei Beach Boys non avranno più senso per nessuno.
Durante questa ricerca visita alcuni pianeti abitati – altrettante anti-utopie, proiezioni di quella che potrebbe diventare la Nuova Umanità che deve fondare. Ci sono gli xjil, imperialisti e con una pessima cucina, che massacrano i popoli e poi li idealizzano, i miti collettivisti del pianeta zaptvb, che mettono tutto in comune e si annoiano a morte, gli gkjg un po’ nazisti che insistono sulla purezza della razza, i gdwfd ai quali al contrario è fatto divieto di riprodursi tra individui della stessa specie, e che quindi sono un’allegra congerie di mostriciattoli dalle infinite possibilità di perversione sessuale (e con un sacco di idee nuove, poiché, come spiegano al Nostro, l’intelligenza è il risultato dello sforzo immaginativo e lo sforzo immaginativo è una forma di perversione).
Eva-Gulliver si fa il suo bravo giro dell’universo finché non riesce a finalmente a interpretare la Mappa che lo porta nel pianeta in cui 200 anni prima un Adamo è stato ibernato. Tutto sembra andare per il meglio, la principessa sveglia il principe azzurro… che però si rivela ben presto un perfetto stronzo e da lei non ne vuole mezza! Neanche per inseminazione artificiale, crescere i figli tuoi, pouah! Sei chiatta. L’umanità finirebbe con questo tragico dramma dell’incomunicabilità.
Poco male perché nel corso delle sue peregrinazioni, Eva ha capito che la lucertola di Sirio le vuole bene veramente e darebbe anche una zampa per lei (non è un modo di dire, a un certo punto le dà davvero una zampa, sperando che ricresca ma non è detto). Ha già cominciato a leggere Shakespeare, Pet Sounds invece non lo sopporta ma non si può pretendere. Felici e contenti scivolano nel melting-pot galattico (senza più ambizioni di fondare popoli, ma consapevoli che ogni casa, pianeta o astronave ospitale è già un popolo bastante, che le tradizioni vanno inventate più che rispettate, e altre massime da fine romanzo).
E lo stronzo? Si fa beccare dai clonatori, e in breve abbiamo un Pianeta degli Stronzi che è tipo lo Zoo di 105 su scala planetaria. Si estinguono in breve con una provvidenziale guerra atomica.
È ovviamente uno spunto che si trascina dai tempi in cui si girava l'Europa con la sensazione di essere una civiltà a se stante. L'eroina ha tic tipici dell'Erasmus, si sveglia con un desiderio di caffè ma l'ultima moka è andata distrutta tre secoli prima, ecc.. Se pensate abbia un suo senso potete votare per L'ultimo uomo nell'universo, che oggi se la gioca contro La fine del mondo (dei procioni). Potete cliccare sul tasto Mi Piace di Facebook, o linkare questo post su Twitter, o scrivere nei commenti che questo pezzo vi è piaciuto. Grazie per la collaborazione, e arrivederci al prossimo spunto.
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