La scuola dell'obbligo, con piglio manageriale

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A un giorno dallo sciopero, ringrazio gli esponenti del mondo dell’impresa che su internet han dedicato ore preziose a spiegare a noi docenti retrogradi, incompetenti, pigri, 68ini, intoccabili, come rifarebbero la Scuola secondo i criteri imprenditoriali, manageriali, liberisti, moderni, che li hanno resi uomini di successo che al pomeriggio spiegano il mondo agli sfigati.

Purtroppo mancherà per sempre la controprova, ovvero: quanto mi piacerebbe nominare d’émblée uno di voi dirigente di un istituto comprensivo. Un esperimento. Assistere alle riunioni in cui con piglio manageriale risolvereste i problemi di organico e di relazioni col pubblico. Vedervi mentre interagite col comune che non ripara la caldaia; il genitore-avvocato che intende denunciarvi perché un prof ha sequestrato un cellulare in base al regolamento, ma in deroga al codice penale; il prof in malattia che se lo demansioni è mobbing; i vigili che non recepiscono le vostre segnalazioni sul tizio che stalkeggia le ragazze al cancello; i servizi sociali che esigono che l’alunno A sia spostato per motivi seri ma non avete il posto, e tante altre cazzate che non vi sono mai venute in mente perché, in effetti, avete sempre fatto un altro mestiere. Un mestiere che nessuno vi spiega su facebook al pomeriggio. Sfortuna.

Finché dopo un paio di giorni concludereste che la scuola così non può funzionare, cioè, dove sono gli utili? Non ha senso. Quindi la chiudete e - con piglio manageriale - ne riaprite un’altra in Romania.
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