Il sogno di Almirante

Permalink
L'Italia non si è ritrovata repubblica parlamentare per caso. A monte di questa scelta, l’orrore per ciò a cui ci aveva portato la mistica dell'uomo forte. La sospensione dei diritti civili; la stagnazione economica; le sciagurate avventure coloniali; le leggi razziali; la folle idea di entrare in una guerra mondiale salendo sul carro armato del vincitore. A lungo nessuno osò più parlarne, fuorché Almirante e i suoi nostalgici. Più tardi Craxi pensò che gli italiani si fossero lasciati alle spalle i fantasmi e fossero pronti ad apprezzare un po’ di decisionismo leaderistico. Sbagliò tempo (di poco).

La fiaccola presidenzialista passa a Berlusconi, che - constatata la difficoltà di far passare una riforma tanto radicale - è il primo a proporre presidenzialismi camuffati. La riforma Calderoli (2005) obbliga le coalizioni a scrivere sulla scheda il candidato premier. Un’evidente forzatura della costituzione: spetta al presidente della Repubblica nominare il capo del governo, dopo aver consultato il parlamento che rappresenta gli italiani senza vincolo di mandato. Abbiamo poi scoperto che era una legge incostituzionale.

E l'Italicum? I cittadini voteranno Renzi, e la mattina Renzi salirà a ricevere l'incarico da Mattarella. Un atto dovuto che renderà pleonastico lo stesso Mattarella, e la cerimonia seguente con cui deputati scelti su liste stilate da Renzi voteranno la fiducia al governo Renzi - nel caso in cui vinca le elezioni: il che, viste le alternative, è persino augurabile.
Comments (7)