Bisogna essere idioti (sull'internet)

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"Toscana. O sei solo contento di vedermi?" 
Tra le varie ipotesi su come internet ci stia modificando - il che non è necessariamente un male, non è che prima fossimo proprio così belli o funzionali - mi domando se non sia già stata formulata quella dello Sbaglio consapevole e programmato. Magari qualcuno l'ha già messa in circolo con un nome migliore. Ma insomma mi riferisco a tutte quelle notizie, o dichiarazioni, o iniziative terribilmente sbagliate, comunicate magari in modo ancora più sbagliato, che proprio per questo attirano quella parte della nostra attenzione che si può misurare in clic, come la attira un incidente stradale o un bambino che scivola su una buccia di banana. Per fare un esempio di ieri: la Santanché dice una cosa razzista e vagamente complottara? In questo non c'è nulla di sbagliato, la Santanché ha un bacino di utenza razzista e vagamente complottaro. Qualche centinaia di migliaia di clic se li prende di sicuro.

Ma se la Santanché, dicendo una cosa razzista e vagamente complottara, scrive "autobus" al posto di "aeroplano", i clic diventano milioni. C'è insomma intorno al bacino della Santanché un oceano di gente potenzialmente interessata alle cazzate che scrive la Santanché, ma che le noterà soltanto se la Santanché scrivendole commette un lapsus qualunque. Quindi il lapsus a un certo punto può fare la differenza. Se un fascista che scivola su una buccia di banana fa più clic del fascista che parla al balcone, non risulta così strano che i fascisti si mettano a cascare apposta sulle bucce di banana. Purtroppo non funziona così solo coi fascisti - la tentazione dello Sbaglio consapevole ci riguarda tutti, in un mondo in cui le bucce di banana fanno mille volte più accessi di un contenuto bello o interessante.

Un altro esempio freschissimo è il logo Expo della regione Toscana. I loghi, come è noto, fanno notizia soltanto quando sono brutti. Quelli belli diventano parte del paesaggio; dopo un po' smettiamo di notarli, al punto che a volte le compagnie per attirare l'attenzione cedono alla tentazione di peggiorarli con qualche restyling. Stavolta però all'opera c'è un brutto talmente efficace, talmente due-punto-zero, da generare in me che lo guardo il sospetto di avere davanti uno Sbaglio consapevole: possibile che il grafico che ha messo assieme il rebus sia l'unica persona al mondo che non vede l'erezione di Pinocchio? Questa non è una buccia di banana, questa è un'immagine che sembra creata apposta per diventare virale sui social network. La gente riderà della trombetta pinocchiesca, la condividerà con gli amici, e il prodotto si guadagnerà tutta la visibilità che un bel logo non avrebbe mai ottenuto. Ecco.

La lotta per la sopravvivenza virale è appena iniziata. Cosa sarà di noi, di qui a qualche anno? Passerà la moda dei titoli trucidi o evasivi? Io già da qualche anno ho aumentato gli errori di battitura per indurre al clic almeno i grammarnazi. La gente in realtà legge di tutto, ma solo dopo aver cliccato; e clicca solo se intravede qualcosa di pazzesco o ridicolo. Bisogna essere pazzeschi o ridicoli. E il guaio è che non lo puoi programmare, perché la gente se ne accorge se lo fai apposta: dev'essere una cosa spontanea. Devi essere te stesso e te stesso dev'essere un imbecille. Io magari partivo avvantaggiato ma è stato una vita fa. È dura, sempre più dura; e io temo davvero di non essere imbecille abbastanza.
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