Eroi del Tiburtino

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adesso siamo a Roma Tiburtino...


Adesso che c'è la Frecciarossa, ne ho parlato, raggiungere Roma da Bologna è veramente comodo e facile. E' tornare che è un po' più complicato: di notte tutti questi treni non ci sono. Così a volte mi capita di prendere l'830 che parte dalla stazione Tiburtina verso l'una. Ci sono vari motivi che mi spingono a questo gesto sconsiderato.

Il primo è un senso di attaccamento alle radici, all'umanità compressa pulsante e un po' fetente dei vecchi treni del sud imbottiti di emigranti coi termos di caffè e la valigia di cartone, da qualche anno magari firmata (ma se la scannerizzi ben bene ti accorgi che è ugualmente di cartone). Quegli scompartimenti dove ognuno dimentica la razza, il sesso e il lignaggio, e si accuccia sui piedi del prossimo suo, sia bianco nero o giallo, tanto dopo qualche ora puzziamo tutti uguale. L'Italia per me è anche questo, forse soprattutto questo, insomma l'830 è un po' la fornace che ci ha cotti in un certo modo.

Il secondo è che sì, il Frecciarossa è tanto bello e veloce ma insomma, Roma-Bologna a 18 euro è una cosa che non ha prezzo: anzi no, a ben vedere un prezzo ce l'ha e sono appunto 18 ridicoli euro per girarsi mezza Italia. Il terzo è che mi fa sentire giovane, vado ancora sui treni di notte e non ho paura di niente.

Il quarto è che l'830 si prende a Roma Tiburtina, e io, ogni volta che capito di notte a Roma Tiburtina, mi sento un eroe.
Sul serio, non c'è volta che non mi lasci la sensazione di aver salvato la vita a qualcuno. Se non la vita, almeno la notte. Ma per come si mettono le notti a Roma Tiburtina, secondo me non c'è tutta questa differenza.
Salvare la vita alle persone è bello, specie quando ti costa così poco (18 euro). Uno sarebbe disposto a salvare la vita anche ad anziane signore e malati terminali, ma la cosa fantastica che ti offre Roma Tiburtina a mezzanotte è la possibilità di salvare vite a giovani studentesse inglesi e spagnole, insomma se siete single a Roma ve lo consiglio senz'altro, fiondatevi a Roma Tiburtina. Anche stanotte. Non dovete fare niente. Giusto masticare una lingua straniera e rimanere lì impassibili. Prima o poi saranno loro a venire da voi, con un biglietto in mano e una domanda: What? Where? How? E soprattutto, Why? Perché uno straniero non ci può capire nulla di nulla, a Roma Tiburtina?

La risposta è molto semplice: non c'è una scritta in inglese a pagarla. Ci sono i monitor, ma di sicuro sbagliano orari e binari, per il comprensibile motivo che la stazione è in ristrutturazione (da parecchi mesi) e quindi l'arrivo dei convogli non è così prevedibile. Per questo motivo bisogna fare molta attenzione agli annunci, che però sono rigorosamente nella lingua di Dante, Petrarca e Leonardo Da Vinci: e se speravi di poter girare l'Italia senza conoscerla, poor grullo, meriti di morire di morte violenta, o come minimo passare una notte all'addiaccio nella stazione di Roma Tiburtina.

A quel punto salvare la vita di giovani fanciulle è semplicissimo: e qualora nessuna ti avesse ancora chiesto di aiutarla, spiegarle dov'è il treno, ospitarla per la notte... tu attendi l'annuncio all'altoparlante, e appena dice "l'830 arriverà in ritardo di dieci minuti sul binario 4 anziché il 19", tu vai al 19. Ci trovi senz'altro un gruppetto di scozzesi o argentini od olandesi che stanno aspettando un treno sul binario sbagliato. Li avverti nell'inglese più storpiato che vuoi. Loro all'inizio non ti crederanno, tu insisterai, e alla fine, tombola! Avrai salvato la vita a una mezza dozzina di persone. Sarà il momento più eroico della tua vita, davvero, roba da rivoltarti il karma negativo come un calzino: in seguito potrai anche ammazzarne un paio e comunque il bilancio finale sarà in saldo attivo.

E questo è il motivo per cui non mi dispiace andare a prendere un treno notturno a Roma Tiburtina. Che diventerà, mi dicono, una delle stazioni più belle e importanti di Roma, e ne son contento: per allora avranno anche messo gli annunci in inglese. Però gli stranieri perdono il treno adesso. Tutte le notti, secondo me, ce n'è almeno uno che arriva e si dispera. Stamattina mi è andata male, era un ragazzo austriaco. Gentilissimo, ma in generale preferisco fare l'eroe con le signorine.

Qui ci starebbe anche una considerazione su quanto siamo provinciali voi italiani: vi è mai capitato di andare in una stazione, che so, olandese, e trovare tutto scritto esclusivamente in nederlandese? Sì? V'è capitato? Beh, ma tanto lì i treni arrivano puntuali di sicuro... no? Avete preso un treno olandese in ritardo? E vabbè, capita. I luoghi comuni sono fatti per essere smentiti, compreso il luogo comune dell'italiano provinciale. Per sfatarlo basta passare un paio d'ore notturne a Roma Tiburtina. Ci sono turisti disperati che chiedono informazioni in tutte le lingue del mondo, e ci sono gli italiani che rispondono. In quasi tutte le lingue del mondo. Del resto siamo a Roma, voglio dire, qui ci venivano i turisti quando a Londra ancora pascolavano gli ovini. Siamo ospitali e abbiamo un fattore umano pazzesco, per cui il viaggiatore straniero sa sempre che può trovare un indigeno che lo aiuta, gli spiega cosa c'è scritto sul suo biglietto, lo accompagna al binario e lo presenta al capotreno. E questo magari in Olanda non succede (anche perché non ce n'è bisogno: uno va in stazione e prende il treno, fine). Forse è il motivo per cui ci guardiamo bene da mettere indicazioni in inglese, a Roma Tiburtina e altrove: perché poi non ci sarebbe più la possibilità di dispiegare tutto questo fattore umano, questo eroismo, questa umanità. E io me ne tornerei a casa in una cuccetta qualunque, senza rivolgere una parola a nessuno.
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