I falsi e i veri Lemming

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Shiva e i topolini

- Stavolta sono Madre Natura, anch'io ho la password – mi è stata data in caso di catastrofi, direi che ci siamo. Io però sono Madre solo per modo di dire, e non è che sia tenuta a rendervi conto di quello che succede in questi giorni. Scrivo soltanto per rassicurare chi in questi giorni si è preoccupato per me. Una cosa abbastanza buffa. Voi. Preoccupati per me. No, state tranquilli, io ho visto passare comete e meteoriti, e ho fulgide memorie di quando l'atmosfera era nera delle polveri di milioni di vulcani. In un modo o nell'altro ce l'ho sempre fatta e ce la farò anche stavolta. No, non vi dovete preoccupare per me.

Del resto so che non potete farne a meno; che siete programmati per farlo. Questa idea che avete di me, come una madre dai capelli bianchi, tradizionalista e un po' rintronata, una da non disturbare mentre lavora ad uncinetto con gli elementi, è una proiezione di qualcosa che vi portate dentro, si tratterà magari della vostra vera madre, si sa che la vostra specie ha sempre avuto un rapporto complesso con gli anziani. Io in realtà sono una tipa sbarazzina che si diletta di fulmini e uragani, e la prospettiva di una contaminazione radioattiva su larga scala, con mutazioni genetiche annesse, mi elettrizza. In generale mi piace tutto quello che rompe gli schemi, distrugge, spazza via, in India mi chiamano anche Shiva, il Distruttore. Voi occidentali fate sempre più fatica a capirlo, questo mio aspetto. Ogni volta che capita un disastro cercate in qualche modo di assumervene la responsabilità, persino la devastazione di Haiti qualcuno è riuscito a metterla in conto a Marx, e ora su facebook fantasticate di raggi della morte che scatenerebbero l'armageddon. Siete nevrotici, a un certo punto vi siete inventati un gioco in cui voi sareste il mio figlio ribelle: voi il Progresso e io il Passato, la tradizione, la conservazione... da quel momento in poi, ogni passo in avanti lo mettete con la sensazione di calpestarmi. Se solo vi rendeste conto che le vostre progressiste pedate non mi hanno mai fatto realmente male, che questo terribile conflitto tra me e voi non esiste, così come non esiste tutta questa distanza tra voi e me... Nulla di ciò che è reale è razionale, e men che meno voi. Non siete Idee che imprimono la Materia, non siete lo Spirito che dà ordine al Caos, non siete nemmeno parassiti che intossicano il grande albero della vita: voi non siete che l'homo sapiens sapiens, un rametto che un giorno si biforcherà, oppure si spezzerà: roba mia fino al midollo, io vi ho fatto e a me ritornerete, non che ve ne siate mai andati molto lontano. Non preoccupatevi per me, davvero.

Se solo vi poteste guardare dall'alto, o dal basso, o da una qualsiasi distanza... Se foste quegli animaletti razionali che pensate di essere, non piazzereste decine di centrali nucleari sull'orlo di una faglia sismica. Vi basterebbe la modesta razionalità delle formiche, quando ottimizzano la struttura di un formicaio in base alla sua funzionalità, invece di gareggiare a chi fa più figli e produce più kilovattora. Se foste razionali avreste avuto tutto il tempo, negli ultimi 50 anni, per creare un'authority sovranazionale che ora distribuirebbe in parti eque l'energia prodotta dai pannelli solari del Sahara, dalle pale eoliche sui promontori degli Oceani, e perché no, da centrali nucleari moderne, sicure, costruite nei luoghi meno esposti alle onde telluriche. Tutto questo un animale razionale lo avrebbe pianificato da tempo, per far fronte alla crescente domanda d'energia. Ma in realtà un animale veramente razionale non avrebbe nemmeno il problema di una crescente domanda d'energia, in quanto si guarderebbe bene dal sovrappopolare il suo habitat naturale: e non per un supposto amore materno nei miei confronti (che non vi ricambio certo), ma perché chi è veramente razionale tende a volersi preservare in vita. Voi no, voi correte verso il disastro in ordine sparso. Guerra nucleare, riscaldamento globale, pandemia, semplice carestia? A chi tocca scegliere, a me o a voi? Ma non fa tutta questa differenza.

Per milioni di anni avete occupato la vostra nicchia, senza disturbare più di tanto. Con la rivoluzione industriale avete cominciato a crescere e moltiplicarvi, buffo, avete inventato le macchine e le avete usate per realizzare un versetto della Bibbia. Eravate tre miliardi nel 1960, quattro quindici anni dopo, adesso siete sei, la crescita è costante. Devo sentirmi impressionata? Non sono impressionata, non siete il primo animaletto che a un certo punto esplode oltre i confini della sua nicchia: quando non riuscirò più a nutrirvi, vi stabilizzerete. Voi stessi lo sapete, nel vostro istinto: nelle cellule di ognuno di voi, forse in un filamento, in una proteina, scalcia il germe dell'autodistruzione. È solo il lato oscuro della vostra volontà di affermarvi, la molla che spinge i vostri ingegneri a cercare il petrolio sotto gli abissi dell'oceano, quando vi basterebbe semplicemente riprodurvi meno e bruciarne meno. È lui che vi spinge a progettare centrali nucleari sulle faglie, e a non dismetterle quando sono vecchie. È l'irrefrenabile impulso ad autodistruggervi, che vi porta a stoccare armamenti ad alto potenziale e armi batteriologiche. Voi vi credete razionali, ma è una sottospecie dell'istinto la presunta ragione che vi governa, e che vi suggerisce quasi sempre la soluzione più economica per me, più micidiale per voi stessi.

Non preoccupatevi di me, sul serio. Io esisterò sulla terra, sempre diversa, finché il sole manterrà una certa distanza e una certa forza gravitazionale. Poi mi spegnerò, e non sopravviverà nessuno per rimpiangermi. Preoccupatevi piuttosto per voi stessi, per le vostre piccole esistenze guidate dall'istinto, che corrono verso catastrofi prevedibili, previste, preventivate. Io, come s'è visto, mi salvo sempre. Ma non ho mai avuto pietà di nessuno, milioni di fossili nei vostri musei ve lo possono confermare.

Avrete sentito parlare dei lemming, quei roditori nordici così lesti a riprodursi che gli eschimesi pensavano che piovessero dal cielo. Non è vero. Non è nemmeno vero che periodicamente corressero verso le scogliere al suicidio di massa: era a una storia a fumetti, che poi diventò un documentario Disney, e da lì in poi non ve la siete più tolta dalla testa. Come ogni leggenda, dice molto soprattutto su chi la racconta. Siete voi i veri lemming, figli del cielo nati per correre: troppo indaffarati e impazienti anche solo per alzare gli occhi e fissare il crepaccio in cui state per lanciarvi. In bocca al lupo, topolini.
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