salvare le api, fottersi dei panda

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Achtung Knut

Voi popolo della pausa-pranzo v’immaginate che la Star assoluta del Tg2 delle Tredici sia, boh, Annamaria Franzoni? Il Principe William? Schifani? Macché. Chiedete a noi casalinghi cosa succede a premere il centro del telecomando all’una e venti: più forte del gossip, più forte della cronaca nera, più persistente dei portavoce di Montecitorio, c’è solo lui: Knut, l’orsetto bianco dello Zoo di Berlino.

(Lo so che voi gente còlta pensate subito al film di droga e poi agli U2: ma ci sono anche gli animali, allo Zoo di Berlino).

Altroché se ce n’è. A centinaia: ma adesso tutti vengono a guardare Knut. È bianco, morbido, tanto carino. Le nascite di orsi bianchi in cattività sono piuttosto rare. Knut in effetti è raro, ma non è unico: aveva un fratello gemello. Il punto è che la madre, dopo il parto, scelse di salvarne soltanto uno e scelse l’altro, che poi morì. E Knut? Sarebbe morto anche lui. È la natura, dicono. Natura? Che natura, è lo Zoo di Berlino. Dal momento che accetti di mettere in gabbia un animale, dal momento in cui scegli che un animale in gabbia è uno spettacolo, è inutile che ti poni il problema se l’animale si comporti in modo “naturale” o no. È lo stesso disagio del reality: metti in gabbia un tale e poi gli chiedi d’essere spontaneo. Perché le bestie dovrebbero essere spontanee? Naturali?

Insomma: che lo abbia fatto perché la Natura, matrigna, glielo ha ordinato, o perché l’Umanità, matrigna al quadrato, l’ha incattivita in una gabbia, fatto sta che l’Orsa Maggiore lo aveva ignorato, il povero Knut. Tanta malvagità materna è stata la sua fortuna, perché così il personale dello Zoo ha potuto adottarlo. E già dalle prime foto col piccolo Knut al biberon, si poteva intuire che era nata una stella. Bianca.
Ultimamente l’affare s’è ingrossato. Mentre il Principe William, per andare sul tg2, ha bisogno come minimo di ballare in pubblico con una sbarba, a Knut basta negarsi per occupare una striscia di tre minuti: il giorno che non si è fatto vedere, il tg2 ci ha fatto un servizio con tanto di riprese dei bambini che facevano la fila per non vederlo. È a causa del caldo, ha detto il giornalista. Perché anche il tg2 si preoccupa del riscaldamento globale.
Ma voi avete idea di che fonte di notizie sia un orsetto bianco? Pensate alla questione etica: è giusto salvare un orsetto che non si potrà re-inserire nella natura? Sì, no, mah. Minacce di morte a Knut dice il Bild: i soliti ecoterroristi? "Knut sarà morto a mezzogiorno". Macché, Knut è vivo e ingrassa. Anzi, rischia la bulimia. E così via, all’infinito.

Non saprei dire quand’è iniziata esattamente la conversione animalista del Tg2 delle Tredici. A un certo punto ricordo che Costume e Società si stava allargando ben oltre il primo stacco pubblicitario. Poi, lentalmente, gradualmente, gli animali si sono scavati una nicchia tra il nuovo imperdibile film della “sempre affascinante” Sharon Stone e la collezione Primavera-Estate (il grimaldello forse è stato Bruno, l’orso “naturale” che sconfinando in Germania e s’è fatto ammazzare. Non era affatto carino, lui: sgozzava il bestiame e causava incidenti stradali). Di questa svolta nessuno, che io sappia, si è lamentato: del resto non è che levando un po’ di gossip e mettendo due coccodrilli ed un ourang-outang tu ledi il servizio pubblico.

Inoltre gli animali piacciono, sono sempre piaciuti. Puoi mostrarli mentre si ammazzano, e nessuno griderà allo snuff. Puoi farli vedere mentre ci danno dentro, e nessuno griderà al porno. Non c’è nulla di più estremo di un documentario, e puoi mostrarlo anche ai bambini. Il tg2 in effetti si è specializzato negli animali pacioccosi, come i panda. Quest’anno torno presto a casa, e mentre apparecchio mi ascolto il tg2 e mi faccio una cultura sui panda. Voi avete mai pensato seriamente a cos’è un panda?
Un panda è un orsetto che si nutre esclusivamente di un tipo di germoglio di un esclusivo tipo di bacca, che naturalmente sta scomparendo. Un’altra caratteristica dei panda è che sono un po’ refrattari all’accoppiamento: non solo in cattività, dove cercano di invogliarli proiettando filmini di altri panda che si accoppiano (con risultati scarsi), ma anche au nature; perché, evidentemente, ai panda il sesso non piace.

A questo punto a me viene da fare due più due. A voi non viene? I simpatici orsetti (1) non mangiano e (2) non si riproducono. E rischiano l'estinzione? Io direi che la stanno cercando con tutte le forze; che sono disposti a qualsiasi sacrificio pur di ottenerla; e chissà, può anche darsi che abbiano ragione loro. La sopravvivenza dei panda non è un problema dei panda, ma degli uomini. Se riuscissimo a capire quello che ci dicono coi loro occhioni, probabilmente li sentiremmo grugnare: “Piantala di salvarmi: non hai letto Charles Darwin? Sono un perdente, perché non mi uccidi? Perché vuoi fare sopravvivere la mia specie in un mondo che evidentemente non m’interessa?
“Perché sei tanto, tanto cariiiiino”.
Questo è un problema tuo, non mio. Io non mi sento carino, è la selezione naturale che ha premiato quelli che avevano un manto un po’ bianco e un po’ nero, così. La stessa selezione naturale però mi sta facendo fuori, e vuoi sapere una cosa? A me sta bene. Per favore. Ci sono tante bestie importanti da salvare. I passeri. Le api. Se muoiono le api, muore tutto. Cambia il logo di quel cazzo di wwf, togli la mia faccia e metti le api”.
“Le api non sono carine. Tu sei tanto cariiiiiino! Fatti abbracciare!”
T’ammazzo. Se t’avvicini t’ammazzo. Giuro. Stupido uomo”.

Ci estingueremo anche noi, non per mancanza di risorse, ma probabilmente per un problema di priorità. Abbiamo le risorse per salvare l’orsetto dello zoo di Berlino, ma non per salvare le api e gli esseri umani. Ma se invece in qualche modo sopravvivessimo altri cento, mille anni, in che natura vivremmo?

Io la natura non so cosa sia. Quand’ero bambino un giorno sentii dire da mio padre “noi di campagna”, e rimasi interdetto. Fino a otto anni non mi ero conto di vivere in campagna. Vedevo canali dritti come fusi, e boschi di pioppi ordinati come denti di spazzola. Tutto era umanizzato, ma risaliva a un tempo in cui l’umanità era un po’ rigida, efficientista, cartesiana.

Tempi finiti. Se l’uomo sarà vivo tra mille anni, probabilmente vivrà in un mondo di animali super-pacioccosi, con occhioni graaandi e pellicce foooolte. Che c’è successo? Siccome siamo intelligenti, a modo nostro, abbiamo abolito la selezione naturale e l’abbiamo sostituita con la selezione dell’animale più pacioccoso. Il futuro è di Knut, tutto bello bianco, un amoooore. E dei panda. E dei koala. E delle lontre che si tengono per mano.

Gli ultimi uomini vivranno in accampamenti fortificati dispersi in prati verde smeraldo, con fiori sgargianti tutto l’anno che non danno mai pollini sgradevoli, e passeranno il tempo a difendersi con spade e lance aguzze dagli assalti di enormi peluche che chiedono coccole, coccole, coccole in continuazione. I figli di Knut. E voi Figli dell’uomo, attenti. Andateci piano, con l'affetto.

(i pezzi su Uccelli e api sono stati segnalati da Cragno; le lontre da Wittgenstein)
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