- 2025

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I colloqui di Via Cracovia, 1
25 aprile, porchetta

Caro Leonardo, indovina un po'.
Trovato Taddei. Nel luogo e nel momento appropriato, debbo dire.

Mi piace questa stagione, è la stagione delle feste nazionali ed è divertente, anche quando fuori piove. La pioggia del resto mi ha fornito un'ottima scusa per uscire senza Letizia. Nell'aria odore di pioggia e porchetta, sempre più intenso man mano che mi avvicinavo all'appuntamento.
L'odore non aiutava certo a calmarlo. Sedeva sulla panchina del capolinea di via Cracovia, nascosto nella barba di un mese e in una felpa con cappuccio di quelle che si sono cristallizzate definitivam con gli anni Novanta – ma a vederla bene sdrucita e lisa, sottratta certo al bucato steso di qualche massaia. Tempi duri per i supereroi.
"Ed eccoci qua".
"Ma che odore che c'è, oggi".
"Vero?"

Alla seconda occhiata, mi sono reso conto che Taddei aveva una sola priorità: lo stomaco. E io, naturalm, un panino solo.
(Non te l'immagini così, la vita degli agenti segreti).
"Tieni, è per te", ho mentito. "Ti piace la porchetta, spero".
La sua prima risposta è un grugnito di soddisfazione, mentre già mastica mezza michetta. Ma ci vogliono solo pochi secondi perché le proteine raggiungano i globuli rossi e questi il cuore, e dal cuore al cervello, e più precisam la rotella più oliata del cervello di Taddei: quella preposta al Sospetto. E non appena la rotellina del Sospetto inizia a fare clic, il supereroe in felpa e cappuccio interrompe immediatam la masticazione, trangugiando in fretta e furia e iniziando l'interrogatorio.
"Perché me l'hai chiesto?"
"Perché te l'ho chiesto?"
"È uno dei vostri trucchetti nazisti? Un test? Vuoi vedere se ero in grado di mangiare carne di maiale? È così?"
"Ma no, è che oggi è il venticinque…"
"So che giorno è oggi, e mi chiedo cos'abbiate da festeggiarlo, porci nazisti di m…"
"Aspetta. Forse ho capito. Tu credi che noi siamo nazisti".
"Io non credo. Io lo so. Avete mandato via tutti quanti".
"Tutti quanti? Tutti chi?"
"Non fare il furbo. Non siamo più all'ospedale adesso. Se vuoi parlare con me prometti di non fare il furbo".
"Prometto. Ma…"
"E in ogni caso non mi fido di te, signor Bianco. Mi sai spiegare perché siete tutti così bianchi nel vostro fottutissimo Teopop?"
"Ah, ecco, ho capito. Tu pensi che…"
"E non credere di avere a che fare con uno di quei multiculturalisti culattoni, sai? Non era proprio la mia parrocchia. Ma che fottuto accidenti è successo, buon Dio. Dovunque vado vedo solo facce pallide come la mia. Dove li avete mandati quei fottuti extracomunitari?"
"Extracomunitari!"
"E non ripetere le mie parole come un idiota".
"Scusa, ma non posso farne a meno. Era una parola che non sentivo da vent'anni. Non l'avevo cristallizzata".
"Sì, come no".
"Extracomunitari! Erano gli stranieri che non provenivano dalla… dalla… da una qualche comunità, vero?"
"La comunità europea. Dove li avete portati?"
"Ecco, vedi, non ci avevo pensato. Credevo di averle pensate tutte, e questa mi era sfuggita. Mi ero detto: cosa può sconvolgerlo di più? Il mare in Val Padana? Berlusconi pontefice? Le piramidi in Antartide? No! Mi era sfuggita una cosa talm banale! Non ci sono più extracomunitari in giro! E io me n'ero dimenticato".
"Ti hanno fatto un lavaggio del cervello?"
"No. Me ne sono proprio dimenticato".
"Spiegati meglio, fottimadre! Come puoi essertene dimenticato? Dove li avete portati?"
"Da nessuna parte".
"Da nessuna parte?"
"Noi non li abbiamo portati da nessuna parte. Se ne sono andati loro. Pian piano, alla spicciolata. Per qsto me ne sono dimenticato. Uno tende a ricordare gli eventi traumatici, l'11 settembre o la Grande Pioggia. Ma in qsto caso non c'è stato nessun evento traumatico".
"Li avete costretti ad andare via, m'immagino. Leggi razziali e cose così".
"Leggi razziali in effetti ne abbiamo fatte".
"Ecco, vedi?"
"Ma per convincerli a restare. Benefici fiscali, cittadinanza facile, cose così. Fu anche nominata una commissione per semplificare la lingua italiana".
"È per qllo che nessuno è più in grado di azzeccare un condizionale?"
"Il condizionale, in teoria, è stato abolito. Ma loro se ne sono andati ugualm".
"E perché?"
"Guarda, non lo so. Si tratta di un macro-evento economico, sai, di qlli indecifrabili per chi ci vive in mezzo, senza contare che di recente la macro-economia è stata declassata da scienza a dottrina religiosa. Credo che in sostanza la forza lavoro sia andata in cerca di lavoro".
"Ah sì?"
"In effetti se ne sono andati anche molti bianchi come me e te. E chi resta di solito non si chiede perché gli altri se ne siano andati. Piuttosto si chiede perché è rimasto lui".
"E tu perché sei rimasto?"
"Responsabilità. Ho due mogli e due figli".
"Hai due mogli?"
"Sì, scusa, poi ti spiego anche questa cosa. Finisci il panino, intanto".
"…"
"Ti piace?"
"È da un bel po' che non ne mangio, sai".
"Sì. Oggi mangiamo meno carne, in generale, ma il 25 aprile è una tradizione".
"È incredibile che festeggiate ancora il 25 aprile".
"E perché? È sempre San Marco Evangelista, no? Si mangia il porco per ricordare l'espediente con cui i veneziani portarono dall'Oriente le reliquie del Santo: coperte di braciole di maiale che gli infedeli avevano pudore a toccare".
"Ah, già".
(continua)
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