In questa pagina ho riportato gli ultimi articoli che ho scritto per il quotidiano ambientalista Terra, il settimanale Carta, Manifesto, per siti come Global Project, FrontiereNews o siti di associazioni come In Comune con Bettin e altro ancora.

Il caso dell’hotel Monaco. Un motivo di più per chiedere una sanatoria. E subito!

“Ci mancavano solo gli stranieri” titola Libero. E sotto la notizia dei 100 richiedenti asilo dell’hotel Monaco trovati positivi al Covid19, le conclusioni che tira la testata diretta da Vittorio Feltri sono quelle razziste e xenofobe che, senza fatica, ci possiamo immaginare. E noi che abbiamo sottoscritto la campagna “Sanatoria subito!”, saremmo dei “pazzi” solo perché riteniamo che la maniera migliore di fermare il contagio sia quella di evitare i grandi assembramenti, come sono per l’appunto i centri per migranti dopo che i decreti sicurezza hanno spazzato via quello che di buono era stato fatto con l’accoglienza diffusa per affidare tutto il business migratorio alle grandi cooperative. Quelle che ogni tanto si guadagnano le prime pagine dei giornali per essere finite sotto inchiesta per reati di stampo mafioso. Ma anche la mafia per Libero è tutta colpa dei migranti. 

Sotto il titolone, per la cronaca, troviamo un’altra balla: “Sbarcati 467 clandestini, con Salvini erano quasi azzerati”. Non è vero. Gli sbarchi non erano affatto azzerati quando il ducetto legaiolo era ministro degli Interni. Lo dicono i numeri e pure il sindaco (leghista) di Lampedusa. Ma i colleghi di Libero sanno bene che se ripeti tante volte una bugia, qualcuno finisce per crederla una verità. E questa storia dell’hotel Monaco pare perfetta per rovesciare la frittata, e far diventare bianco il nero e nero il bianco. Nel caso, la storiella pare perfetta per trasformare i migranti in untori, le vittime in carnefici, il dritto per lo storto. 
Ma cosa è successo all’hotel Monaco, una struttura alberghiera situata nella zona industriale di Verona, trasformato dal 2014 in un centro di accoglienza richiedenti protezione internazionale? E’ successo quello che noi dalle pagine di questo sito, abbiamo sempre denunciato: le concentrazioni di migranti sono ingiuste per chi ci finisce dentro, dannose per un vero processo di inclusione, inutilmente costose, socialmente pericolose perché alimentano la percezione di insicurezza dei cittadini, utili solo per chi fa campagne xenofobe e deve dimostrare che “non funziona niente” e “i clandestini sono tutti delinquenti”. Non potevamo sapere che sarebbe arrivato il Covid19, altrimenti avremmo aggiunto anche “a forte rischio di diffusione di un eventuale contagio”. 
Poi è cambiato il Governo, ma le politiche sui migranti sono rimaste le stesse. Ed è arrivata anche la pandemia. Ma questa non l’hanno portata i migranti ma gli uomini d’affari che andavano su e giù tra l’Italia e la Cina. Cosa che ha spiazzato parecchio la nostra destra. Come fare per continuare ad addossare la colpa ai “clandestini”? Il caso dell’hotel Monaco cade a fagiolo. Eccoli trasformati tutti in untori. La struttura di accoglienza è assediata da un cordone di forze dell’ordine che neanche se ci fosse nascosta dentro l’intera “cupola” della mafia. Se avete stomaco, andate a leggervi i commenti sotto gli articoli web dei giornali locali che hanno riportato la notizia. C’è chi chiede alla polizia di sparare a vista, chi il lanciafiamme liberatorio. 
Tutto normale. In momenti di smarrimento come questo, la vigliaccheria prende il sopravvento sulle anime più semplici. I migranti, i “neri”, i “clandestini” sono feticci perfetti per sfogare le nostre paure. Un meccanismo che i “giornalisti” di Libero conoscono bene. Ai colleghi che gestiscono le pagine web dei giornali locali invece, vorrei ricordare che la nostra deontologia proibisce di lasciare commenti razzisti sulle pagine e che vanno immediatamente bannati. Invito i lettori a segnalare ogni violazione ai probi viri dell’Ordine dei Giornalisti. 
“Siamo indignati per come è stata gestita la conduzione dell’hotel Monaco – spiega Daniele Todesco dell’Osservatorio Migranti Verona – La struttura era attenzionata sin dall’inizio dell’epidemia e non è immaginabile che non sia stato previsto un piano. Dentro ci sono 147 migranti. Alcuni lavorano in cooperative. Come è possibile che si sia arrivati a questo punto? Le concentrazioni sono sempre negative ma in tanto di pandemia, rischiano di mettere in pericolo tutti, migranti e non. Il vero problema è la densità abitativa della struttura, per altro ‘benedetta’ dalla Prefettura non solo al Monaco”. 
Già. Densità abitativa. E si ritorna alla questione della chiusura per decreto del precedente Governo Lega & 5 Stelle, dei piccoli centri di accoglienza per raggruppare i migranti in grosse strutture con taglio di operatori e di servizi, e conseguente trasformazione dei mediatori in sorveglianti.
L’Osservatorio ha inviato una formale richiesta di chiarimenti al prefetto di Verona, Donato Cafagna: “Chiediamo chiarezza, perché riteniamo che le persone ospitate all’interno dell’Hotel non siano state trattate in modo rispettoso”. 
Il comunicato inviato al Prefetto è volutamente garbato. In  realtà, ci sarebbe da incazzarsi parecchio sul fatto che i migranti dell’hotel Monaco abbiano saputo, solo attraverso la stampa, che un centinaio di loro è stato trovato positivo al tampone. Tranne pochi di loro, nessuno sa ancora l’esito del suo test. Positivi e negativi continuano a vivere assieme senza che nessuno li abbia neppure informati delle precauzioni da adottare per non essere contagiati o per non diffondere il contagio! Più che in modo “poco rispettoso”, sono stati trattati in maniera vergognosa e discriminatoria! Oltre a tutto, riteniamo che, informare la stampa prima dei diretti interessati, sia una grave violazione dei diritti delle persone sottoposte a tampone e, per i colleghi giornalisti che hanno riportato la notizia, anche una violazione del codice di deontologia professionale riguardo alle norme sulla privacy e sui dati sensibili. 
Ma c’è molto di più che una “semplice” violazione della privacy. “Perché non si è provveduto immediatamente a separare coloro che erano risultati positivi dai negativi?” chiede l’Osservatorio Migranti. In questo modo decine di persone sono state lasciate a rischio di contagio e, probabilmente, ora sono tate contagiate. I principi di sicurezza che valgono per le vite dei cittadini italiani, non valgono evidentemente per le vite degli stranieri. 
Un doppio errore. Perché, anche a voler prescindere dalla palese ingiustizia, dovremmo aver imparato che il Coronavirus non rispetta i confini nazionali e non guarda neppure se hai la carta di identità o il permesso di soggiorno in regola. Queste sono idiozie da umani, lui è un virus “democratico”. Per questo bisogna rispondergli tutti insieme perché tutti siamo parte della stessa umanità. Le regole anti contagio che valgono per gli italiani devono valere per tutti coloro che si trovano a vivere accanto a noi. Aspettiamoci, nel prossimo futuro, altri casi come questo dell’hotel Monaco. Sono costruiti ad arte per cavalcare paure e fomentare irrazionali divisioni. Ma la risposta che dovremo dare è sempre la stessa: sanatoria subito!
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